Libri di Anita Avoncelli
Mente circolare. Emozioni, memoria e neurodegenerazione: ciò che siamo stati, ciò che torniamo a essere
Anita Avoncelli
Libro: Libro rilegato
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2025
pagine: 154
Attraverso un linguaggio accessibile ma fondato su solide basi scientifiche, il testo esplora le fasi cruciali della crescita umana, dalla vita intrauterina alla formazione del Sé nei primi anni di vita, per arrivare a comprendere l’impatto che lo stress cronico, l’assenza di sintonizzazione affettiva e le esperienze traumatiche possono avere sulla salute psichica e fisica lungo tutto l’arco della vita. Con uno sguardo lucido ma empatico, viene restituita dignità all’infanzia come momento fondativo dell’esistenza, ma anche come luogo di una possibile prevenzione, cura e riparazione. Il bambino, con la sua mente assorbente – come la definiva Maria Montessori – non è solo un recettore passivo, ma un organismo plastico, sensibile, in continuo adattamento e in dialogo con il mondo che lo accoglie… o lo respinge. Infine, il libro si spinge oltre lo sviluppo tipico per affrontare i temi delle malattie psichiatriche e neurodegenerative, offrendo nuove prospettive di lettura che aprono alla speranza: ciò che è stato appreso può essere, in parte, rielaborato; ciò che è disfunzionale può, talvolta, essere trasformato.
Intuizioni montessoriane per la demenza. Una nuova visione di cura
Anita Avoncelli
Libro: Libro in brossura
editore: Maggioli Editore
anno edizione: 2021
pagine: 102
Questo libro ha voluto essere il tentativo di aprire la strada a nuovi possibili interventi nell’ambito delle demenze, attraverso le intuizioni di una delle maggiori pedagogiste italiane, Maria Montessori, che forse solo ora si sta riscoprendo nel nostro paese. Una pedagogista che in un’epoca estremamente difficile riuscì a dare il giusto ruolo al mondo dell’infanzia, ma che, nella fase finale della sua vita, aveva anche compreso come il suo modello non fosse rivolto solo al bambino ma alla vita delle persone. Dopo i sessantacinque anni la demenza rappresenta il primo caso d’invalidità. Oggi sono circa 50 milioni le persone con demenza nel mondo; la previsione per il 2050 è di oltre 130 milioni. Questa realtà impone un approccio diverso, una vera e propria educazione all’invecchiamento (geragogia), ma allo stesso tempo impone anche un approccio alternativo nell’attività di assistenza all’interno delle varie strutture, che si chiamino RSA, Case di Riposo, Centri Diurni, CRA, o altro, ma anche nella vita famigliare per chi assiste da casa. Come si capirà meglio leggendo il libro, vanno affrontati gli aspetti relazionali e ambientali con una diversa sensibilità, molto più vicina al mondo dell’infanzia piuttosto che a quello dell’età adulta (che non significa infantilizzare l’anziano). Nel volume viene presentato questo diverso approccio, questa nuova visione di cura, appunto, prendendo le mosse dal concetto di retrogenesi e dalla nota Scala di Reisberg, e servendosi del pensiero di Maria Montessori. La pedagogia, e quindi la scienza dell’educazione, applicata alla vita delle persone con demenza, rappresenta un utile strumento di aiuto e sostegno che permette un rivoluzionario cambiamento nella mentalità delle organizzazioni con un miglioramento della qualità di vita delle persone ma anche dello staff. Non un nuovo metodo, ma una vera e propria visione diversa della vita nella sua interezza.
Montessori abbraccia le demenze
Anita Avoncelli
Libro
editore: Maggioli Editore
anno edizione: 2020
pagine: 174
Quante volte, nelle pubblicità di qualche realtà socio sanitaria, abbiamo visto divise inamidate, figure rilassate e visi sorridenti di operatori, infermieri e altri professionisti che si occupano di demenza? Nella vita quotidiana le cose non vanno così. E oggi, dopo lo stravolgimento epocale in cui siamo immersi, ancora di più. Spesso a fine turno molti operatori sono sfigurati dalla fatica. Turni che spesso non rispondono più a livelli di assistenza pensati e progettati anni fa. La realtà è che le persone che arrivano nelle strutture sono molto cambiate rispetto ad una volta, perché hanno già delle necessità di tipo assistenziale molto impegnative. Spesso non deambulano, sono già allettate, le disfagie sono all’ordine del giorno, la comunicazione verbale non è più il canale privilegiato. Per cui, che fare? Questo lavoro rappresenta il tentativo di ripensare completamente al senso della vita delle persone con demenza, all’interno delle strutture socio sanitarie, ma non solo. Una risposta per i professionisti del settore in particolare, ma anche per tutti coloro che si trovano a vivere l’esperienza di un loro caro che convive con la demenza. La persona affetta da demenza fa tornare alla mente la storia di Pollicino, che mentre cammina lascia delle tracce dietro di sé: per farsi scoprire? Per farsi capire? Sta a noi comprendere, attraverso l’osservazione, che cosa sta accadendo e cercare di trovare delle soluzioni, anche fossero solo per riuscire a stare accanto.

