Libri di Aldo Fiorenza

Sulla scia della grande tradizione italiana e straniera Aldo Fiorenza si immerge alla ricerca di sensazioni travolgenti, di brividi vissuti con totale abbandono. Il risultato è una poesia, in queste pagine, che lascia un segno indelebile, che muta lo sguardo sul mondo. C'è una forza travolgente che impasta immagini e metafore e le rende talmente appetibili fino a dare la sensazione, è il caso di dirlo, di trovarsi a vivere momenti immortali e palpitanti, fino a far sentire che la poesia è il frutto di esperienze indimenticabili che hanno ridisegnato il vivere in una dimensione direi cinematografica. Poesie che svelano segreti, che insegnano a saper guardare in faccia la realtà e a renderla salvadanaio a cui attingere nei momenti di tristezza o di angoscia; poesia che porta ai piani superiori del vivere e accende le facoltà di una fresca e musicale dimensione umana. Se si fa caso, tutta la vita degli uomini è un mare di sensazioni. Perché l'impatto giornaliero in principio è un accadimento, poi diventa sogno, visione, e quindi sensazione. Chi avrà la pazienza e il piacere di immergersi nel canto pieno di questo libro, avvertirà a un certo punto che sta volando, che sta vivendo…

«Poesie d'amore, scritte con una intensità espressiva che non trascura nulla di tutto ciò che l'amore fa nascere, fa vivere e fa soffrire. C'è, in ogni parola, il fiato caldo di chi è stato capace di attraversare le infinite sensazioni del cuore e della mente e ne ha saputo dare la sorgente viva che va oltre ogni cosa conosciuta, per entrare e fare entrare il lettore nella foresta intricata del sentimento più eccelso avendone consapevolezza, godendone la purezza e la profondità. Il tutto con un linguaggio che va dritto all'essenza, coglie la spiritualità e la carnalità del godimento e accende i lumi di una religiosità totale che non è fatta di preghiere, ma di immersioni nel gaudio accecante del sentirsi essenziale. Libro da tenere sul comodino, a portata di mano, per suggerne la limpidezza e la misteriosa magia che offre in ogni pagina, perché non nasce da stramberie e da eccessi, ma dall'aver vissuto pienamente la sorgente vitale del dare e dell'avere fuori dagli enigmi e dai formalismi. Aldo Fiorenza in ogni parola ha distillato il romanzo dei suoi giorni con libertà assoluta e quindi non avendo bisogno di sotterfugi o di parodie. Da qui la forza contundente dei suoi versi…»

Infinita ricchezza di un dettato poetico che sa aprire il corpo e la mente a viaggi che a dir poco sono sbalorditivi, che hanno scenari sempre verdi, sempre profumati di sensi nuovi. Il poeta si abbandona a visioni che hanno dolcezze infinite e capovolgono addirittura il senso della normalità per condurre in un luogo dove le certezze sono quelle del sogno e del desiderio. Aldo Fiorenza è una fonte inesauribile di invenzioni che entrano ed escono dalla felicità e mostrano la magnificenza a cui si abbevera la poesia. Così si aprono scenari che ridanno nome al mondo, prendono senso musiche immortali che contribuiscono a dare nuova energia ai rapporti d'amore. In ogni verso di questo libro c'è la vita che palpita e c'è la ragione suprema di entrare nelle vicissitudini del proprio amore per vantarne l'unicità, ma anche per riscrivere, rivivere e far rivivere la luce che abbaglia e frastorna. Libro compatto, teso, che si legge con amoroso sentimento, con dolce compenetrazione e che lascia in bocca la soddisfazione degli approdi e fa sentire la pienezza della libertà, la coscienza di godere gli approdi che soltanto le stelle sanno vivere, di solito. Fiorenza è il "deus ex machina"...

Il romanzo illustra la condizione di coloro che vivono il dramma della separazione tra due genitori quando tra loro c'è la condivisione di un figlio. Battute divertenti in contrapposizione a momenti commoventi e difficili coinvolgono il lettore catturandone partecipazione e attenzione.

Il protagonista principale di questo romanzo è Dio (nel romanzo Fuoritempomassimo) che racconta di quando, mosso dalla sua Meraviglia e Dubbio (due caratteristiche insite in sé stesso) scese sulla Terra nelle vesti di un professore di lettere e, con il suo Istinto di Creazione, cercò di ridisegnare l'essere umano, attraverso il tentativo d'insegnamento fatto a quattro personaggi, Stefano, Daniele e le loro amiche Maria e Tiziana, per portarli ad avere una loro personale linea di pensiero senza preconcetti, ed una loro capacità di adattamento. Il protagonista (Dio Fuoritempomassimo) vuole mettersi ulteriormente alla prova cercando, attraverso un esperimento che mette in campo, di migliorare tutto ciò che fino a quel momento aveva già maestosamente creato, sicuro di poter ottenere il massimo anche dalla più importante Creazione mai fatta, ossia dall'essere umano. Pertanto offre ai quattro personaggi la possibilità di migliorarsi rivedendo i loro errori e lacune, di riflettere ed apportare dei cambiamenti al loro modo di essere, per tornare poi sulla Terra liberi, ma solo se saranno riusciti a generare quello che lui chiama l'Uomo Nuovo. Il romanzo si sviluppa attraversando i vari periodi della vita di ognuno dei quattro personaggi, dalla loro nascita alla scoperta del sesso, dalla frequentazione del Liceo fino ai loro arresti. È ambientato in un periodo astratto che l'Autore ha volutamente reso tale, per mantenere un po' di mistero e far riflettere su ciò che siamo e su ciò che potremmo tutti essere o diventare.

“Dietrich Bonhoeffer, il teologo che cospirò contro Hitler e amò Maria von Wedemeyer” è un romanzo storico che racconta l’epopea nazista e in particolare la vita del teologo protestante Dietrich Bonhoeffer, tutt’oggi è ancora considerato il più grande teologo protestante del novecento insieme a Karl Barth. Bonhoeffer proveniva da una grande famiglia di cui si narrano qui le vicende fino al secondo conflitto mondiale, e al sacrificio di alcuni dei suoi membri più importanti, compreso Bonhoeffer, che oppose resistenza al nazismo, congiurando contro la vita di Hitler e finendo quindi la sua esistenza sul patibolo, nel campo di concentramento di Flossenburg verso la fine della guerra. Bonhoeffer fu uno dei principali protagonisti della Chiesa Confessante d’opposizione alla chiesa Ufficiale del Reich. Arrestato nell’aprile del 1943 per un banale incidente di percorso, viene tradotto nel carcere di Tegel a Berlino. Dopo l’attentato del 20 luglio 1944, Dietrich Bonhoeffer è prima deportato il 7 febbraio 1945 nel campo di concentramento di Buchenwald per poi essere trasferito a Flossemburg dove, il 9 aprile 1945, muore impiccato...

Teresa è una giornalista bellissima e intelligente, ambiziosa e determinata, che sa come farsi comprendere e rispettare. Alberto è un giovane introverso e riflessivo, goffo e irrealizzato, che un suo spazio nel mondo invece non lo ha ancora trovato. Lei è in Sicilia per scrivere un articolo sui costumi degli isolani, lui si trova per caso nello stesso hotel, in lotta contro le proprie origini e con un passato da dimenticare. Nessuno dei due è lì per innamorarsi, eppure al primo sguardo si ritrovano irresistibilmente attratti l’uno dall’altra. All’inizio fingono indifferenza reciproca, quasi fastidio, poi, complici e avversari in un dialogo fitto di riflessioni e silenzi, desiderio e risentimento, domande e rifiuti, intraprendono un sofferto percorso verso la realizzazione di un sentimento assoluto, integrale, che coinvolga ragione e istinto, anima e sensi.

Anne Frank (13 anni) e Peter Schiff (15 anni) vissero un'estate d'amore nel 1942 poco prima che fossero costretti a nascondersi in un rifugio con le loro famiglie. Nel 1944 scoperti dalla Gestapo finirono in un campo di concentramento dove morirono per stenti.

Dietrich Bonhoeffer fu uno dei più grandi teologi protestanti del ventesimo secolo, figura importante nella Chiesa Confessante d'opposizione alla Chiesa ufficiale del Reich. Diresse seminari clandestini. Quando questi furono chiusi dal Ministro del culto, il teologo optò per la resistenza accettando l'incarico di mettersi a disposizione dell'Abwehr (Servizi Segreti) del Reich, diretti dall'ammiraglio Wilhelm Canaris. La famiglia Bonhoeffer si oppose al Nazismo fino al sacrificio di alcuni dei suoi membri più importanti, compreso lo stesso teologo che partecipò alla congiura contro Hitler, organizzata da alcune fra le più eminenti personalità dello Stato nazista. Fu arrestato e trascorse due anni recluso nel carcere di Tegel. Si era innamorato di una ragazza di 18 anni, Maria von Wedemeyer, che lo aiutò a superare il lungo periodo di prigionia. La loro fitta e commovente corrispondenza amorosa si può leggere nelle famose "Lettere alla fidanzata." Bonhoeffer fino all'ultimo non smise di pensare a una vita futura con Maria e a trovarsi con lei nella chiesetta di Patzig per il giuramento d'amore.

In un gioco di "teatro della storia" e di "teatro nella storia" - nel quale la spavalderia e la paura, il dialogo intellettuale e il pathos solenne sfumano l'uno nell'altro - si risolve quest'opera teatrale contemporanea. La finzione della "messa-in-scena" diviene realtà, dal momento che il processo-farsa alla Rosa Bianca si trasforma, a sua volta, in oggetto di rappresentazione. I personaggi-eroi - di questa tragedia della resistenza antinazista - coniugano in sé l'immaginario e la verità, l'essere e l'apparire, la vita e la morte in un grido di denuncia dei valori che essi stessi rappresentano e a cui non hanno potuto e voluto sottrarsi.