Libri di A. Fassò
Culture, livelli di cultura e ambienti nel Medioevo occidentale. Atti del 9° Convegno della società italiana di filologia romanza (Bologna, 5-8 ottobre 2009)
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2012
pagine: 1112
Memorie, diari, confessioni
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2007
pagine: 452
Le "Confessioni" di sant'Agostino si possono considerare il modello di quella letteratura che si presenta come testimonianza di verità sulle proprie esperienze. Vi si distinguono due categorie complementari: il diario (registrazione degli avvenimenti, con o senza un filo conduttore) e la memoria/confessione, che ripercorre retrospettivamente un lungo periodo di tempo selezionando fatti ed esperienze e conferendo a essi un senso più o meno esplicito. Siamo lontani dunque dalla finzione letteraria, anche se questa a volte ha forti connotati autobiografici. Si tratta di una letteratura che confina, fino a sconfinarvi spesso e volentieri, con la storia, con l'analisi psicologica, con la riflessione filosofica. A questo volume hanno contribuito dunque, a fianco di studiosi di letteratura, cultori di psicoanalisi e di storia; accanto a classici di ieri e di oggi (Agostino, Hugo, Schnitzler) figurano personaggi meno frequentati ma molto rappresentativi (Guibert de Nogent, Llorente, Dorothy Wordsworth, Maurice de Guérin, Rahel Levin, Amiel, Margaret Oliphant), testimoni del nostro tempo come Barbusse, Primo Levi (affiancato da oscuri reduci dei Lager), Milosz, e personaggi consacrati dalla storia, lontani (Montecuccoli) o vicinissimi a noi (Freud, Che Guevara, Giovanni XXIII).
La canzone di Guglielmo. Testo francese a fronte
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2007
pagine: 360
Siamo soliti identificare la grande epica francese del Medioevo con la Chanson de Roland con il suo eroismo sublime, il suo pathos, le sue calcolate e superbe simmetrie. Ma con la Chanson de Guillaume (1140 ca.) irrompe un mondo diverso, dominato dal basso e dal vile, dai corpi, dalla paura. le riarse distese dell´Archamp sono il rovescio di Roncisvalle: qui Guglielmo e i suoi uomini avanzano a fatica nella calura, "coperti di fegato e di sangue", travagliati dalla fame e dalla sete, come animali braccati ed esausti. "Oh, grossa asta, come pesi sul braccio!/ Con te non aiuterò Viviano all´Archamp, / che con doloroso affanno si battè! / Oh, grande scudo, come pesi al collo! / Con te non aiuterò Viviano in pericolo mortale! / Oh, buon elmo, come stordisci la testa! / Con te non aiuterà Viviano nella mischia, / che sull´erba si batte all´Archamp!". In questa atmosfera desolata, abbandonata da Dio, risplendono però Guglielmo, possente e vorace, vicino ad Eracle, a Thôrr, al Bhîma del Mahâbhârata, Guiburt, la fedele compagna, garante della sua sovranità il nipote Gui, puer, indomito, Rainouart. grossolano, impuro, comico, ma depositario, più di ogni altro, del coraggio e del valore. Attraverso sovrasensi mitici, spinte vitalistiche e triviali, queste fìgure ci riportano, potentemente, alle lontane radici indoeuropee della società nobiliare.