Libri di Virginia Baradel
Ospitalità a colori. Fulvio Pendini al Gregorianum
Libro
editore: Proget Type Studio
anno edizione: 2025
Lo Storione. Il gioiello liberty che non c'è
Virginia Baradel
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2024
pagine: 208
Nel centro storico di Padova, tra il Palazzo del Bo e il Caffè Pedrocchi, esisteva un ambiente interamente decorato e arredato in stile Liberty: la sala da pranzo dello Storione, celebre albergo-ristorante costruito nei primi anni del Novecento all’interno di Palazzo del Gallo. Oggi quel gioiello della belle époque, protagonista di una travagliata vicenda, non esiste più. L’ultimo atto della sua storia ebbe luogo nel 1962 quando fu demolito l’intero Palazzo del Gallo. Una sala decorata tra il 1904 e il 1905 da Cesare Laurenti, uno dei più affermati artisti veneziani tra Otto e Novecento, in cui un tripudio di colori, fiori e stoffe vaporose per anni accolse e suscitò meraviglia negli ospiti dello Storione. Ma il suo incanto incominciò ben presto ad appannarsi. I fumi e i vapori della sala ristorante furono solo i primi nemici di quest’opera a cui si aggiunsero controversie economiche e legali, noncuranza e disinvolte innovazioni urbanistiche, fino a quando l’intera decorazione venne rovinosamente smantellata. Solo l’immaginazione potrà ricostruire la bellezza e il fascino d’epoca del ristorante Storione.
Felice Carena
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2024
pagine: 248
A 145 anni dalla nascita di Felice Carena (1879-1966), questa monografia rappresenta un omaggio a uno degli artisti più importanti e meno conosciuti del Novecento storico. Oltre cento opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private delle città in cui il pittore visse e lavorò (Torino, Roma, Firenze e infine Venezia) illustrano la parabola artistica di Carena che attraversa la prima metà del XX secolo con sperimentazioni sempre nuove, che spaziano dal simbolismo all'espressionismo, in una continua ricerca di dialogo con la tradizione classica e rinascimentale. La ricerca e i passaggi sperimentali di Carena hanno attraversato le principali stagioni dell'arte del suo tempo, senza rinunciare mai alla coerenza e alla linearità di un percorso personale che, pur attento e sensibile alle grandi novità dell'epoca, resisteva alla suggestione di strappi e avventure. Conclusa la fase simbolista, la sua pittura si era orientata dapprima verso una rilettura del sintetismo postimpressionista, con echi di Courbet e di Gauguin, poi verso una figurazione monumentale con rimandi alla pittura del Cinquecento veneto. Secessionista e realista, non conobbe sbilanciamenti o cedimenti, fino all'espressionismo europeo. Osannato in vita e accantonato nel secondo dopoguerra - nonostante la sua sperimentazione artistica sia continuata fino all'ultimo, senza conoscere soste o fasi ripetitive - Carena trascorse gli ultimi vent'anni a Venezia in un ritiro quasi monastico, sottraendosi alla luce della ribalta che l'aveva visto protagonista nei decenni precedenti. Curata da Luca Massimo Barbero, Virginia Baradel, Luigi Cavallo, Elena Pontiggia e pubblicata a corredo dell'antologica alle Gallerie d'Italia - Milano, la monografia intende restituire il pieno riconoscimento nella storia dell'arte alla vita e all'opera di questo importante protagonista del Novecento italiano.
Umberto Boccioni. Prima del Futurismo. 1900-1910
Libro: Libro in brossura
editore: Dario Cimorelli Editore
anno edizione: 2023
pagine: 240
L’opera di Umberto Boccioni, artista e uomo d’avanguardia, pittore e scultore che ha segnato l’arte e la cultura del Novecento, può ancora custodire sorprese se studiato con passione volgendo lo sguardo verso gli anni della formazione, gli anni meno noti, gli anni in cui l’artista pone le basi per la piena partecipazione al movimento Futurista. Questo volume propone la ricerca più approfondita e la raccolta più completa mai pubblicata delle opere di Boccioni dagli inizi del 1900 sino al 1910, dai primi studi tra Roma, Venezia e Milano alle opere immediatamente precedenti la sottoscrizione del Manifesto Futurista. Lo studio delle fonti, a iniziare dai diari, dalla corrispondenza di Boccioni fino al 1910, e le recenti ricerche effettuate dai curatori Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi e Stefano Roffi rendono il libro uno strumento fondamentale per approfondire e conoscere l’artista e le sue opere.
Il giovane Boccioni. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: SAGEP
anno edizione: 2021
pagine: 216
Il catalogo correda la mostra curata dalla storica dell’arte Virginia Baradel, tra i più accreditati studiosi di Boccioni prefuturista, la rassegna propone una accurata selezione di opere eseguite da Boccioni tra il 1901 e il 1909. Anni nei quali il pittore, allora ventenne, rafforza la sua vocazione artistica attraverso esperienze di studio condotte a Roma, Padova, Venezia e Milano, intervallate dall’importante soggiorno parigino del 1906 e dal successivo viaggio in Russia. L’influenza delle diverse correnti figurative europee e l’interesse per la tradizione classica e rinascimentale, affiorano ripetutamente nelle opere del periodo e trovano, soprattutto nella produzione grafica, un valido laboratorio di analisi sperimentale, di invenzione e di verifica stilistica che Boccioni conduce in parallelo rispetto alla pittura. Con contributi di Virginia Baradel, Ester Coen e Niccolò D’Agati, il volume contiene anche il regesto dei disegni e delle tempere, a cura di Niccolò D’Agati.
Boccioni atto primo. Pene dell'anima e la vocazione giovanile per la scrittura
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2017
pagine: 112
Indiscusso protagonista e fervido tribuno dell’arte futurista, Umberto Boccioni manifestava già negli anni dell’adolescenza, trascorsi tra Padova e Catania, quel suo destino di eccezionalità, coltivando propositi letterari. Una vocazione che si traduce in scritti pervasi dalle percezioni che agitavano il suo animo. Tra i vari componimenti poetici e narrativi, si distingue il racconto "Pene dell’anima", che tratta della consunzione e del suicidio d’amore di una giovane donna. Una visione fosca e crepuscolare si accompagna a una scrittura che rivela il linguaggio di un giovane avvertito, spinto da un’incessante lavorio mentale a inoltrarsi nella complessità che caratterizza i temi della bellezza, dell’amore e della morte. Tra le maglie di un patetismo di maniera è possibile intravedere alcune anticipazioni che riaffioreranno nei primi anni milanesi quando, in quella tumultuosa temperie artistica, Boccioni si confronterà con simbolismo ed espressionismo, facendo emergere, come scrive Maurizio Calvesi, quell’«oscuro sentimento della morte che ne insidiava la stessa vitalità generosa».