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Libri di Varlam Salamov

Tra le bestie la più feroce è l’uomo

Tra le bestie la più feroce è l’uomo

Varlam Salamov

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2024

pagine: 468

«Ho molti dubbi, troppi. E una domanda che chiunque scriva memorie, qualunque scrittore grande o piccolo, conosce: servirà a qualcuno questo mio mesto racconto?». È l’interrogativo che Varlam Salamov si pone nell’introdurci ai suoi ricordi della Kolyma, «racconto di uno spirito che non trionfa, ma che piuttosto viene calpestato». In queste pagine – nucleo centrale degli scritti autobiografici qui radunati – Salamov rivive e ci fa vivere l’inferno del lager: l’implacabile freddo siberiano, la fame assillante, l’umiliazione continua dei lavori forzati e delle violenze, e le efferate tecniche messe in atto dal potere sovietico per ridurre i detenuti a «relitti umani» – termine ultimo di un processo di decadimento del corpo e dello spirito perseguito con caparbia brutalità. Un resoconto secco, aspro, intransigente, giacché quel che preme a Salamov è scandagliare un’«esperienza sottoterra» che, riducendo l’uomo a istinto e spirito di conservazione, ne mette a nudo la natura profonda. Ma le sue rievocazioni ci riportano anche alla Vologda dell’infanzia, dove precoci si manifestano l’amore per la poesia e l’insaziabile sete di libri; alla Mosca degli anni Venti, dove rifulgono le stelle di Sklovskij, Majakovskij e Bulgakov – un «sottobosco luminosissimo» presto «spazzato via dalla scopa di ferro dello Stato»; e da ultimo al tempo della riabilitazione ufficiale, del ritorno a Mosca e dell’inattesa amicizia con Pasternak. Il percorso di un’intera vita, insomma, che trova il suo fil rouge nell’anelito costante, quasi viscerale alla letteratura: «Scrivo perché leggendo la mia prosa lontanissima dalla menzogna qualcuno possa fare nella sua vita qualcosa di buono anche in minima parte. Perché qualcosa bisogna fare».
24,00

I racconti di Kolyma

I racconti di Kolyma

Varlam Salamov

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Einaudi

anno edizione: 2021

pagine: XLIV-1332

Dalla fine degli anni Venti al dopoguerra milioni di persone vennero deportate e morirono nei lager staliniani, e alla Kolyma, regione desolata di tundra e ghiacci dove «uno sputo gela in aria prima di toccare terra», Salamov rimase confinato dal 1937 al 1953. L'anno successivo, subito dopo il ritorno a Mosca, tassello dopo tassello Salamov cominciò a comporre il suo monumentale mosaico contro l'oblio, il suo poema dantesco sulla vita e sulla morte, sulla forza del male e del tempo.
24,00

I racconti della Kolyma

I racconti della Kolyma

Varlam Salamov

Libro

editore: Sellerio Editore Palermo

anno edizione: 1992

pagine: 117

11,36

I racconti della Kolyma

I racconti della Kolyma

Varlam Salamov

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 1999

pagine: 640

Uno scrittore altissimo che ebbe in sorte di vivere e raccontare uno degli orrori più intensi e più vasti che l'umanità abbia escogitato.
18,00

La quarta Vologda

La quarta Vologda

Varlam Salamov

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 2001

pagine: 234

In questo libro Salamov ripercorre l'epoca della sua infanzia e formazione a Vologda, città del Nord nivea e cupoliforme, densa di significati sovrapposti nella storia russa - primo fra tutti quello di essere stata città-simbolo dei confinati politici sotto gli zar. Con naturalezza, cercando di mantenere sempre la "percezione giovanile degli eventi" e oscillando nel tempo come seguisse il "mugghiante dondolio dello sciamano" (e di ascendenze sciamaniche era la sua famiglia), Salamov è riuscito a mescolare la corrente della sua vita al turbinoso flusso dela storia russa, senza mai distaccarsi dal tono fondamentale della sua opera.
18,00

Il destino di poeta. Testo russo a fronte

Il destino di poeta. Testo russo a fronte

Varlam Salamov

Libro: Copertina morbida

editore: La Casa di Matriona

anno edizione: 2006

pagine: 318

20,00

Visera

Visera

Varlam Salamov

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2010

pagine: 234

Prima della discesa agli inferi della Kolyma, la sterminata distesa di paludi e ghiacci nella Siberia nordorientale dove il regime sovietico portò al massimo livello di efficienza il sistematico annientamento delle sue vittime, Salamov aveva già avuto modo di sperimentare la durezza della repressione staliniana: arrestato nel 1929 per "propaganda e organizzazione sovversiva", fu infatti condannato a scontare tre anni di lavori forzati in uno dei primi lager sovietici, quello di Visera, nel Nord degli Urali. Al ricordo di quell'esperienza - il primo impatto di uno spirito libero e forte con la spietata realtà politica e sociale del Paese - Salamov, dopo il rientro a Mosca, torna in due momenti distinti della sua vita. Nel 1961, mentre già sta lavorando ai "Racconti della Kolyma", scrive i due frammenti che aprono il volume, "La prigione di Butyrki" (1929) e "Visera": testi incompiuti, eppure fondamentali per introdurre il corpo centrale del libro - quello che nel diario egli definì "l'antiromanzo di Visera", composto tra il 1970 e il 1971, ma destinato a vedere la luce solo nel 1989. In queste pagine, che si saldano indissolubilmente ai "Racconti della Kolyma" e che spesso ne richiamano temi e personaggi, tanto da costituirne l'indispensabile preludio, prende via via forma l'epopea negativa dei lager staliniani.
18,00

I libri della mia vita. Tavola di moltiplicazione per giovani poeti

I libri della mia vita. Tavola di moltiplicazione per giovani poeti

Varlam Salamov

Libro: Libro in brossura

editore: Ibis

anno edizione: 2012

pagine: 70

"Mi dispiace di non aver mai avuto una biblioteca mia." Così, tristemente e quasi sottovoce, Salamov chiude questo suo breve testo in cui il gulag quasi scompare, in cui l'angoscia dell'autore trova conforto nella lettura e, attraverso la lettura, egli trova la forza per resistere alle sofferenze e alle persecuzioni. La semplicità espressiva, l'immediatezza della narrazione nasconde la Kolyma, il campo di concentramento. Restano i libri e resta il desiderio di lettura. La vita di Varlam Salamov (1907-1982) è infatti segnata dal gulag, in cui viene rinchiuso a più riprese a partire dal 1929, per la sua opposizione al sistema di potere staliniano. Dalle remote terre della Siberia, dal gulag di Kolyma, "l'Auschwitz di ghiaccio" come è stato definito, ci sono giunti i "Racconti di Kolyma", l'opera che gli ha dato fama mondiale. In questo testo, Salamov ripercorre i momenti drammatici della sua vita per trasmetterci il suo amore per i libri, per farci capire il valore affettivo e il significato liberatorio che la lettura ha avuto nella sua esistenza.
7,00

I racconti della Kolyma

I racconti della Kolyma

Varlam Salamov

Libro

editore: Baldini + Castoldi

anno edizione: 2014

pagine: 537

"I racconti di Kolyma" sono una delle più importanti opere letterarie sul mondo dei Gulag e uno dei vertici della prosa russa del Novecento. In un alternarsi cronologico tra le varie fasi della sua detenzione, Salamov dipinge un affresco imponente dell'universo sovietico, delle meschinità e delle piccole bontà dell'uomo, riuscendo sempre a coniugare la crudezza del dato storico con una straordinaria padronanza della scrittura. Circolati inizialmente in modo clandestino (la prima edizione completa in lingua originale uscì a Londra nel 1978 e in Russia solo dopo la morte dell'autore) e commentati in termini entusiastici già da Primo Levi, con la perestrojka hanno visto la loro fama crescere a dismisura, di pari passo con il numero delle traduzioni.
8,99

Quaderni della Kolyma. Poesie (1937-1956). Testo russo a fronte

Quaderni della Kolyma. Poesie (1937-1956). Testo russo a fronte

Varlam Salamov

Libro: Copertina morbida

editore: Giometti & Antonello

anno edizione: 2021

pagine: 144

Varlam Salamov è stato e rimarrà, forse persino suo malgrado, l'inflessibile «cantore» delle purghe staliniane. Per Aleksandr Solzenycin, premio Nobel, egli fu una voce inconfondibile nel narrare il Gulag, testato sulla sua pelle nelle misure più estreme. Come Primo Levi, che fu lettore entusiasta di Salamov, egli narra un'esperienza che scandaglia l'uomo nel momento di più radicale nudità. Contrariamente all'opera narrativa dei Racconti della Kolyma, tradotta in tutto il mondo, l'opera in versi dell'autore è poco nota fuori dal suolo russo. Sono poesie mandate a memoria durante il confino, per poi essere scritte solo anni dopo. Sono poesie che sconcertano per il tono. La degradazione umana del campo è uno sfondo quasi impercettibile. Il male inflitto non funge da tema del canto. Nella sua estrema precisione enunciativa, senza orpelli, ebbe già in Boris Pasternak un sodale ed estimatore. Una poesia nata ed intrisa nelle regioni abissali del Nord sovietico, nel settentrione profondo, confine della provincia umana. Nella fauna e flora più recondite di queste pagine un dettaglio cardine regna: il ghiaccio. Salamov non è mai immemore che l'inferno è una pozza artica. Il poeta è in perenne ascolto di ogni movimento della tajga: in comunanza di spirito coi fiumi congelati, la notte, il silenzio, l'animale e il fiore, nelle stagioni di transito.
21,00

I racconti della Kolyma. Storie dai lager staliniani

I racconti della Kolyma. Storie dai lager staliniani

Varlam Salamov

Libro: Copertina rigida

editore: Newton Compton Editori

anno edizione: 2016

pagine: 190

Questa antologia raccoglie parte degli ormai celebri "Racconti della Kolyma" di Varlam Salamov, lo scrittore russo che ha descritto come nessun altro l'ultimo cerchio del Gulag staliniano: quell'immenso "Crematorio Bianco" che è la Kolyma, estremo Nord-est siberiano, immensa terra dell'oro e dei lager, dove lo scrittore ha vissuto diciassette anni come "nemico del popolo", condannato per "attività contro-rivoluzionaria trotskista". Il lettore troverà qui i fondamentali temi di Salamov: l'inferno dei lager, segnato dallo sfruttamento estremo del lavoro, tipico del volontarismo staliniano; la ferocia; la solitudine; la disperazione; l'abbrutimento; la morte per fame, freddo, colpo alla nuca. Salvare la pelle alla Kolyma si può, ma solo di rado e per caso. Là crollano, prima del corpo, la mente e l'anima. A meno che non si sia capaci di resistere moralmente, di conservare dignità, memoria, parola. La prosa dello scrittore, con la sua frase essenziale, secca e rapida come deve essere "uno schiaffo allo stalinismo", è la sola in grado di rendere il senso e l'immagine di "quello che ogni uomo non dovrebbe vedere né sapere".
5,90

Parole salvate dalle fiamme. Ricordi e lettere
13,43

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