Libri di Umberto Vincenti
Cincinnato. L'archetipo dell'uomo repubblicano
Umberto Vincenti
Libro: Libro in brossura
editore: Intra
anno edizione: 2025
pagine: 145
Cincinnato, alle origini della repubblica. Il libro racconta, tra storia e leggenda, la creazione e lo sviluppo di un'icona del repubblicanesimo moderno: da Roma antica al pre-umanesimo, dal Rinascimento alle rivoluzioni settecentesche, da Tito Livio a Petrarca, da Machiavelli a Montesquieu e a Rousseau, un filone fondante del costituzionalismo contemporaneo, tuttora presente negli U.S.A., ma dimenticato o quasi in Europa.
La Repubblica virtuosa. Una proposta per l'Italia
Umberto Vincenti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2011
pagine: VIII-167
Una sincera meditazione rigorosa e appassionata su un tema da anni al centro del dibattito, in Italia e non solo: il rapporto g di dipendenza tra sistema normativo-costituzionale e disposizione etica del ceto politico e della stessa società civile. Attraverso un confronto con i modelli del passato, Vincenti svela le lacune della Costituzione italiana mostrandoci come anche esse siano responsabili degli abusi di potere che riempiono ogni giorno le pagine dei giornali. Un saggio che guarda in faccia i difetti degli italiani e delle loro istituzioni, spiegando le ragioni dei fenomeni politico-sociali che. dopo la Prima Repubblica, continuano a caratterizzare anche la Seconda, come la costante tendenza a violare le leggi, il sempre minor interesse per il bene comune, I'incapacità sistemica di generare un'effettiva alternanza nell'esercizio del potere. Un racconto che parla di patria, di virtù civile, di doveri, di repubblica, in una cornice di pensiero tutta italiana.
Prima il dovere. Una ragionevole critica dei diritti umani
Umberto Vincenti
Libro: Libro in brossura
editore: Jovene
anno edizione: 2011
pagine: 120
I fondamenti del diritto occidentale
Umberto Vincenti
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2010
pagine: VII-150
Il volume indaga i fondamenti che hanno retta (o reggono tuttora) la dinamica del comando e dell'obbedienza all'interno delle comunità organizzate e, all'esterno, delle relazioni, paritarie o di supremazia, tra i diversi Stati. Il primo paradigma comparso nella storia occidentale, nel bacino del Mediterraneo per la precisione, è quello - violento - dell'espansionismo del più forte in danno del più debole. È un diritto dominato dall'idea del confine da custodire o, anche, da conquistare. Poi viene formulato il secondo paradigma che si presenta come alternativa al diritto imposto con la forza, e unilateralmente, da parte del signore del territorio. È la capacità che ogni uomo di buona volontà reca in sé: la capacità di impegnarsi, verso il prossimo o verso la comunità generale, a serbare una certa condotta e a mantenere gli impegni eseguendo quel che gli altri si attendono da lui avendolo riconosciuto degno di fiducia. Ne consegue che il consenso, non la forza, fonda e legittima ogni istituzione sociale, ivi compreso lo Stato o le federazioni fra Stati. Infine, i gravi conflitti religiosi che insanguinarono l'Europa tra Cinque e Seicento introdussero, quale ulteriore paradigma, il valore supremo del rispetto della vita, dell'integrità fisica e morale, dell'umanità di chi è altro da noi, del diverso. In queste pagine, una approfondita analisi di questi principi e una riflessione sull'evolversi della giustizia in Occidente.
Diritti e dignità umana
Umberto Vincenti
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2009
pagine: 165
Il legame tra diritti e dignità umana è un punto fermo nel pensiero giuridico corrente, fondato sul postulato che tutti gli uomini siano egualmente degni e si debbano reciproco rispetto per la comune umanità. Ma a questa accezione 'genetica' e ugualitaria della dignità umana, oggi prevalente, si sono contrapposte storicamente concezioni diverse, elitarie e subordinate all'esito dell'azione individuale. Umberto Vincenti risale alle origini classiche del concetto di dignitas hominis e ne ricostruisce il lungo percorso, fino alla odierna formulazione dei diritti: umani, inviolabili, fondamentali, della personalità.
Categorie del diritto romano. Corso di istituzioni
Umberto Vincenti
Libro
editore: Jovene
anno edizione: 2009
La giustizia di Giotto
Umberto Vincenti, Francesca Marcellan
Libro
editore: Jovene
anno edizione: 2008
Diritto senza identità. La crisi delle categorie giuridiche tradizionali
Umberto Vincenti
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2007
pagine: XIV-173
Presso i Romani "regula" era l'asta di legno con cui si tracciava un rettifilo, era la sbarra conficcata nel suolo per delimitare uno spazio, era la norma o principio etico-giuridico dell'azione corretta. Separando il lecito dall'illecito, e distinguendo attività e rapporti umani, i giuristi romani hanno costruito una rete di categorie e sotto-categorie ordinatrici della realtà sociale e hanno corredato la cultura occidentale di un sistema di regole che ha sfidato il tempo. Ancora oggi si organizza il diritto privato attraverso le categorie di matrice romana, a cominciare da quelle fondanti: le nozioni di persona, famiglia, cosa, proprietà, possesso, contratto, l'idea stessa di giustizia quale attribuzione a ciascuno di quel ch'è suo. Categorie, nozioni, idee che hanno resistito quasi inalterate e che tuttavia, almeno a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, non sono più in grado di restituire identità precise. È ancora possibile, oggi, ricostruire un'identità giuridica definita e non sfumata della persona, della cosa oggetto di dominio, della famiglia e di molte altre categorie che la nostra tradizione ha consegnato nette? Se si vuole che il diritto continui ad adempiere efficacemente alla propria finalità, occorre fissare nuovi confini categoriali, rivedendo o sostituendo quelli tradizionali. In questa situazione non sarebbe possibile non solo una pratica ma nemmeno una teoria della giustizia giuridica, che può fondarsi solo se sussistono confini certi.
Ragionare in giudizio. Gli argomenti dell'avvocato
Umberto Vincenti, Alarico Mariani Marini, Francesco Cavalla
Libro: Libro in brossura
editore: Plus
anno edizione: 2004
pagine: 174
L'argomentazione giuridica, secondo gli studi sviluppatisi nella seconda metà del Novecento, nasce nel processo per l'esigenza di giustificare la decisione giudiziale attraverso una motivazione, e si presenta come forma particolare del ragionamento pratico diretto ad interpretare ed applicare la legge al singolo caso concreto. Il rilievo dell'argomentazione nei sistemi giuridici continentali, le sue radici nella retorica classica e il ruolo che essa riveste nel "ragionare" dell'avvocato, sono i temi di questo volume. Attraverso le analisi dello storico e del filosofo del diritto e dell'avvocato il testo proietta sul terreno concreto del processo principi sinora trattati su di un piano esclusivamente teorico.
Ragionare in giudizio. Gli argomenti dell'avvocato
Umberto Vincenti, Alarico Mariani Marini, Francesco Cavalla
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2013
pagine: 174
L'argomentazione giuridica, secondo gli studi sviluppatisi nella seconda metà del Novecento, nasce nel processo per l'esigenza di giustificare la decisione giudiziale attraverso una motivazione, e si presenta come forma particolare del ragionamento pratico diretto ad interpretare ed applicare la legge al singolo caso concreto. Il rilievo dell'argomentazione nei sistemi giuridici continentali, le sue radici nella retorica classica e il ruolo che essa riveste nel "ragionare" dell'avvocato, sono i temi di questo volume. Attraverso le analisi dello storico e del filosofo del diritto e dell'avvocato il testo proietta sul terreno concreto del processo principi sinora trattati su di un piano esclusivamente teorico.
Diritto e menzogna. La questione della giustizia in Italia
Umberto Vincenti
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2013
pagine: 151
Il cittadino appare sfiduciato e percepisce come ostile il sistema nel suo complesso. Una legislazione malamente concepita e coordinata che ha finito con il ridurre il diritto a un discorso verboso, a disposizione di interpreti che cercano di forzarlo a vantaggio di interessi di parte. Un'impunità diffusa, agevolata dalle complicazioni processuali e frustrante per il cittadino onesto e osservante. Una formazione professionale difettosa, affidata a università che restituiscono alla società dei tecnici, ma non dei giuristi in grado di percepire i contesti socio-politici da cui le regole scaturiscono e a cui sono destinate. Una magistratura costituzionalmente disegnata più come centro di potere che come potere di servizio, con un tasso di entratura in organi di garanzia eccessivo e sproporzionato. Un'avvocatura a cui la Costituzione ha assegnato la funzione della difesa processuale, ma che non per questo può ritenersi autorizzata ad agire per sviare la retta applicazione della legge. Privati cittadini che usualmente dichiarano il falso per ottenere benefici economici. Così il diritto si fa strumento di alterazione di tutto un contesto storico: può giungere a negare se stesso, divenendo uno strumento di legittimazione di menzogne istituzionali. Ma solo buoni ordinamenti normativi potranno restituirci buone società. Perciò è necessario che si generi una robusta opera di riacculturamento. C'è bisogno di operatori più dotti e più eticamente corredati, meno tecnici e meno formalisti.
Di chi è la colpa. Sette possibili cause del dissesto italiano
Umberto Vincenti
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2013
pagine: 146
Che l'Italia sia uno dei paesi più in difficoltà è ormai un luogo comune,ma l'analisi delle cause di questa situazione appare difettosa o incompleta. In queste pagine si indagano i decenni della prima Repubblica, dalla ricostruzione postbellica alla fine degli anni settanta, e si pongono al centro gli assetti istituzionali e normativi, poiché è pur sempre il diritto a (dover) governare l'economia e non viceversa. Tuttavia, così come avvenne all'indomani del secondo conflitto mondiale, il paese può ancora farcela. Il miracolo economico si deve principalmente a una generazione straordinaria di italiani che ci ha regalato il benessere di cui abbiamo fin qui goduto. Lo spirito di sacrificio e l'intraprendenza di quegli uomini e quelle donne hanno annullato per oltre un ventennio le contraddizioni già esistenti del nostro sistema istituzionale,ma esse sono puntualmente riemerse non appena quella generazione ha cominciato, per ragioni anagrafiche, a passare la mano nel corso degli anni settanta, quando i segnali dell'inefficienza iniziarono a manifestarsi. Una pubblicistica di cui si è persa quasi memoria, ma che oggi è necessario ripercorrere per capire che le cause del dissesto non sono poi così recenti, e che la ripresa economica e una stretta aderenza ai principi della Costituzione del 1948 non bastano per uscirne senza prima porsi una domanda essenziale: la legalità e l'etica oggi vigenti possono consentire il retto funzionamento delle istituzioni repubblicane?