Libri di Ugo Guidolin
Sybo. Il mio amico stratosferico
Ugo Guidolin
Libro: Libro in brossura
editore: Paoline Editoriale Libri
anno edizione: 2010
pagine: 144
Il testo si presenta come un fantasy pensato per introdurre i bambini al tema del digital divide, il divario esistente fra chi ha accesso alle nuove tecnologie e chi non ha invece la possibilità, e le sue conseguenze: l'esclusione sociale. Questa tematica fa da sfondo allo scritto senza essere mai ingombrante, senza soffocare il ritmo della narrazione che è serrato e incalzante. Un fantasy avvincente che racconta le avventure e l'amicizia fra due bambini di mondi diversi. Età di lettura: da 9 anni.
Pensare digitale. Teoria e tecniche dei nuovi media
Ugo Guidolin
Libro
editore: McGraw-Hill Education
anno edizione: 2005
pagine: 200
L'obiettivo principale del testo è offrire gli strumenti concettuali, metodologici e tecnici necessari ad affrontare lo studio e l'analisi dei nuovi media, soprattutto in relazione alle dimensioni percettive e cognitive dell'uomo e alla loro interpretazione linguistica - componenti che, altrimenti disgiunte, possono essere frutto di una mancata accezione del nuovo medium in quanto tale. L'autore definisce i diversi concetti che gravitano attorno all'interpretazione di questi nuovi strumenti del comunicare e del loro significato storico, analizza le proprietà dei nuovi media e delle forme culturali che vi vengono prodotte e descrive le modalità di organizzazione dei contenuti e dell'esperienza interattiva.
Platform cooperativism. Come uscire dal capitalismo digitale verso un’economia della condivisione più etica e inclusiva
Ugo Guidolin, Erika Michielon
Libro: Libro in brossura
editore: libreriauniversitaria.it
anno edizione: 2019
pagine: 118
Negli ultimi anni si sono verificati enormi cambiamenti ambientali, tecnologici, sociali ed economici, che hanno portato alla nascita del fenomeno che conosciamo come sharing economy. La possibilità, data dalle piattaforme, di accedere temporaneamente ai beni senza doverne gestire la proprietà si traduce in evidenti benefici per quanto riguarda l’efficienza e il risparmio. Meno evidenti invece sono i costi, che finiscono per gravare quasi solo sugli utenti che, pur investendo risorse come il proprio tempo e le proprie competenze, sono in balìa delle piattaforme per cui lavorano e guadagnano una minima parte rispetto al valore creato. Tale situazione pone quesiti molto complessi: chi controlla le piattaforme che usiamo quotidianamente? Che interessi ha? E come il design di queste piattaforme può influenzare le nostre vite? Il platform cooperativism è dunque un movimento – controcorrente – che cerca di dare risposte a questi interrogativi, sostenendo la necessità di un ripensamento della situazione attuale in un’ottica più etica e inclusiva.