Libri di Sebastião Salgado
From my land to the planet
Sebastião Salgado
Libro: Libro in brossura
editore: Contrasto
anno edizione: 2022
pagine: 160
Dalla mia terra alla terra
Sebastião Salgado, Isabelle Francq
Libro: Libro rilegato
editore: Contrasto
anno edizione: 2014
pagine: 175
"Adoro la fotografia, adoro fotografare, tenere in mano la fotocamera, giocare con le inquadrature e con la luce. Adoro vivere con la gente, osservare le comunità e ora anche gli animali, gli alberi, le pietre. E un'esigenza che proviene dal profondo di me stesso. È il desiderio di fotografare che mi spinge di continuo a ripartire. Ad andare a vedere altrove. A realizzare sempre e comunque nuove immagini."
Scent of a dream
Sebastião Salgado
Libro: Libro rilegato
editore: Contrasto
anno edizione: 2015
pagine: 320
Profumo di sogno
Sebastião Salgado
Libro: Libro rilegato
editore: Contrasto
anno edizione: 2015
pagine: 317
Sebastião Salgado. Exodus. Ediz. inglese
Sebastião Salgado, Lélia Wanick Salgado
Libro: Libro rilegato
editore: Taschen
anno edizione: 2017
pagine: 432
È passata quasi una generazione da quando Sebastião Salgado ha pubblicato Exodus per la prima volta, eppure la storia narrata – quella di snervanti migrazioni umane in tutto il mondo – è cambiata poco negli ultimi 16 anni. I fattori di partenza e richiamo sono mutati e la zona calda si è spostata dal Ruanda alla Siria, ma chi è costretto ad abbandonare la propria casa racconta sempre la stessa storia fatta di privazioni, avversità e barlumi di speranza, lungo un percorso estenuante dal punto di vista fisico e psicologico. Salgado ha trascorso sei anni con i migranti, visitando oltre 35 Paesi per documentare il loro viaggio sulla strada, negli accampamenti e nei sovraffollati bassifondi dove spesso finiscono i nuovi arrivati. Nel suo reportage troviamo latinoamericani che attraversano il confine degli Stati Uniti, ebrei che abbandonano l’ex Unione Sovietica, kosovari che fuggono in Albania, rifugiati hutu del Ruanda e i primi barconi di arabi e africani subsahariani che tentano di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo. Le sue immagini ritraggono persone che sanno dove stanno andando e altre che sono semplicemente in fuga, liete di essere vive e ancora in grado di correre. I loro volti mostrano dignità e compassione nelle circostanze più difficili, ma anche innumerevoli segni di violenza, odio e avidità. Con il suo occhio per i particolari e il movimento, Salgado immortala gli angosciosi istanti del movimento migratorio, così come il flusso della massa. Troviamo così camion carichi, barconi stipati e accampamenti che si estendono fino al nero orizzonte, ma anche la piccola gamba fasciata, l’impronta di un dito su una pagina, l’intervista a una guardia di frontiera, un bambino in fasce stretto al seno della madre. Insistendo sulla portata del fenomeno migratorio, Salgado mette in luce, con caratteristico umanitarismo, le storie personali di cui si compongono i grandi numeri. Contro i volti indistinti dei servizi televisivi e le masse racchiuse in un titolo di giornale, qui vediamo ritratti di persone dotate di una propria individualità, persino dopo aver perso la terra, la casa e, spesso, i propri cari. Al contempo, Salgado dichiara l’universalità della condizione migrante come esperienza globale e condivisa, chiamandoci non solo come spettatori della sofferenza di esuli e rifugiati, ma anche come attori nei cambiamenti sociali e politici internazionali determinati dall’informazione, dall’urbanizzazione, dai danni ambientali e dalle profonde disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza; tutti fattori che contribuiscono ai movimenti migratori. In un’epoca in cui i barconi sobbalzanti lungo le coste greche e italiane hanno riportato il fenomeno migratorio in Europa a livelli mai raggiunti dopo la Seconda guerra mondiale, Exodus ci impone di essere non solo più consapevoli, ma anche più responsabili e impegnati. Di fronte ai corpi segnati dalle cicatrici, alle centinaia di piedi nudi sull’asfalto rovente, il nostro imperativo non è guardare con compassione ma, nelle parole di Salgado, cambiare il nostro comportamento politico, economico e ambientale per rendere possibile un “nuovo regime di coesistenza”.
Gold
Sebastião Salgado
Libro: Libro rilegato
editore: Taschen
anno edizione: 2019
pagine: 196
Quando, nel settembre del 1986, Sebastião Salgado ottenne finalmente il permesso di visitare Serra Pelada, dopo essere stato bloccato per sei mesi dalle autorità militari brasiliane, non era preparato ad affrontare l’incredibile spettacolo che lo attendeva su questa vetta remota ai margini della foresta amazzonica. Di fronte a lui si apriva una larga voragine, che misurava circa 200 metri in larghezza e profondità, brulicante di decine di migliaia di uomini mezzi svestiti. La metà di loro trasportava pesi fino a 40 chili su per scale di legno, gli altri tornavano nelle fauci della cava saltando giù per pareti inclinate e fangose. Avevano i volti e i corpi color dell’ocra, macchiati dal minerale ferroso presente nella terra che avevano scavato. Dopo la scoperta dell’oro in uno dei suoi fiumi nel 1979, Serra Pelada sembrò incarnare l’El Dorado da tempo promesso e divenne la miniera a cielo aperto più grande del mondo, impiegando 50.000 scavatori in condizioni spaventose. Oggi la più sfrenata corsa all’oro del Brasile è diventata materia di leggenda, tenuta in vita da pochi ricordi felici, molti dolorosi rimpianti… e le fotografie di Sebastião Salgado. Al tempo in cui Salgado scattò queste foto, il colore imperversava sulle pagine patinate delle riviste. Quella del bianco e nero era una scelta rischiosa, ma le immagini di Serra Pelada sarebbero state all’origine di un ritorno all’eleganza della fotografia monocroma, nel solco di una tradizione i cui maestri, da Edward Weston e Brassaï a Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, avevano segnato la prima metà del Novecento. Quando le immagini di Salgado arrivarono al The New York Times Magazine, accadde qualcosa di straordinario: scese un completo silenzio. “In tutta la mia carriera presso la rivista” ricorda il photo editor Peter Howe, “non ho mai visto gli editor avere davanti a un’altra serie di immagini una reazione simile a quella suscitata da Serra Pelada”. Oggi che la fotografia è ormai assorbita dal mondo dell’arte e dalle tecniche di manipolazione digitale, il portfolio di Salgado ha un respiro biblico e un’immediatezza che lo rende assolutamente contemporaneo. La miniera di Serra Pelada è chiusa ormai da tempo, ma il dramma della corsa all’oro emerge con forza da queste immagini. Questa edizione firmata comprende riproduzioni impeccabili, di grande formato e qualità museale delle fotografie in bianco e nero. Collector’s edition (N. 101–1100), ciascuna numerata e firmata da Sebastião Salgado. Edizione in lingua inglese.
Gold. Ediz. inglese, francese e tedesca
Sebastião Salgado
Libro: Libro rilegato
editore: Taschen
anno edizione: 2019
pagine: 208
“Che cos'ha di tanto speciale questo metallo giallo opaco da spingere gli uomini ad abbandonare la propria casa, vendere i propri averi e attraversare un continente per rischiare la vita, gli arti e la sanità mentale inseguendo un sogno?” – Sebastião Salgado Quando, nel settembre del 1986, ricevette finalmente l'autorizzazione a visitare la Serra Pelada dopo che per sei anni le autorità militari brasiliane glielo avevano impedito, Sebastião Salgado non era pronto per lo straordinario spettacolo che lo attendeva sulla cima di quella remota collina ai margini della foresta amazzonica. Davanti ai suoi occhi si spalancava un'enorme voragine, ampia e profonda circa 200 metri, brulicante di decine di migliaia di uomini seminudi. Metà di loro saliva lungo scale di legno trasportando sacchi pesanti anche 40 chili, mentre gli altri tornavano nelle fauci della caverna precipitandosi lungo i suoi pendii fangosi. I corpi e i volti di quegli uomini, macchiati dal minerale ferroso contenuto nella terra che avevano scavato, erano del colore dell'ocra. Dopo che, nel 1979, in uno dei suoi corsi d'acqua fu scoperto l'oro, la Serra Pelada rievocava il tanto agognato El Dorado in quanto miniera d'oro a cielo aperto più grande del mondo, dove lavoravano in condizioni disumane circa 50.000 minatori. Oggi, la più sfrenata corsa all'oro della storia brasiliana è poco più di una leggenda, di cui non sono rimasti che pochi ricordi felici, molti penosi rimpianti – e le fotografie di Sebastião Salgado. Quando Salgado realizzò questi scatti, il colore dominava le pagine patinate delle riviste. La scelta del bianco e nero fu rischiosa, ma il portfolio sulla Serra Pelada avrebbe segnato un ritorno all'eleganza della fotografia monocromatica, nel solco di una tradizione i cui maestri, da Edward Weston e Brassaï a Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, avevano definito la prima metà del XX secolo. Quando gli scatti di Salgado arrivarono al New York Times Magazine , si verificò qualcosa di straordinario: il silenzio totale. “In tutta la mia carriera al New York Times”, ha ricordato il photo editor Peter Howe, “non ho mai visto i redattori reagire a nessun altro servizio fotografico come al portfolio sulla Serra Pelada”. Oggi che il mondo dell'arte e la manipolazione digitale permeano la fotografia, il portfolio di Salgado mantiene una qualità biblica e presenta un'immediatezza che rende i suoi scatti limpidamente contemporanei. Anche se la miniera della Serra Pelada è chiusa da molto tempo, l'intensità di quella corsa all'oro emerge da queste immagini in tutta la sua drammaticità. Questo libro raccoglie l'intero portfolio di Salgado sulla Serra Pelada riprodotto in qualità museale e corredato di una prefazione dell'autore e un saggio di Alan Riding.
Dalla mia terra alla terra
Sebastião Salgado, Isabelle Francq
Libro: Libro in brossura
editore: Contrasto
anno edizione: 2021
pagine: 176
“Dalla mia Terra alla Terra” è il primo libro che raccoglie le riflessioni scritte in prima persona da Sebastião Salgado: un lungo racconto orientato alla sensibilità ecologica del fotografo brasiliano in cui descrive la realizzazione dell'Instituto Terra in Brasile e il suo percorso di uomo e testimone del nostro tempo. Dopo F. Scianna e M. Calabresi, la collana “In parole” si arricchisce di un’altra voce autorevole, protagonista della fotografia a livello internazionale, rivelando così al pubblico lo scrittore Salgado, capace di trascinare il lettore con una prosa coinvolgente, in paesi lontani che sono territori di immensa bellezza ma anche di profonde ingiustizie. Le fotografie di Sebastião Salgado hanno fatto il giro del mondo. Qui il fotografo ce le racconta: il bianco e nero di ritratti di uomini e donne sconosciuti, di lavoratori o rifugiati, e più di recente il suo progetto Genesi volto alla conservazione dei luoghi più belli del nostro pianeta. Con una gentilezza e una semplicità disarmanti, Salgado ricostruisce il suo percorso, espone le sue convinzioni, ci rende partecipi delle sue emozioni. Viene fuori così il suo talento di narratore e l’autenticità di un uomo che sa coniugare militanza e professionismo, talento e generosità. All’interno del volume ci sono i racconti appassionanti dell’Africa, del Brasile, delle Americhe, del Mozambico e del Ruanda e poi ancora la nascita dell’Instituto Terra, del reportage Genesi, dall’agenzia Magnum Photos fino ad Amazonas Images.
Altre americhe
Sebastião Salgado
Libro: Libro rilegato
editore: Contrasto
anno edizione: 2022
pagine: 128
Contrasto pubblica la seconda edizione di “Altre Americhe”, il leggendario primo libro di Sebastião Salgado. Punto di riferimento per la fotografia di documentazione, l’edizione italiana di “Altre Americhe” contiene i testi originali di Claude Nori, che racconta la genesi del libro, Sebastião Salgado, Gonzalo Torrente Ballester, e l’introduzione di Alan Riding all’edizione americana. Pubblicato per la prima volta nel 1986 dall’editore Contrejour con il titolo “Atres Ameriques”, il volume raccoglie una serie di fotografie frutto dei numerosi viaggi compiuti da Salgado in America Latina, tra il 1977 e il 1984: un corpus di immagini racconta con grande forza evocativa la persistenza delle culture contadine e indiane in quelle terre. L’intensità delle fotografie in bianco e nero, la loro potenza plastica, l’impaginazione pensata da Lélia Wanick Salado con la maggior parte delle immagini in doppia pagina, decretarono il successo del progetto.
Exodus
Sebastião Salgado, Lélia Wanick Salgado
Libro: Libro rilegato
editore: Taschen
anno edizione: 2016
pagine: 432
È passata quasi una generazione da quando Sebastião Salgado ha pubblicato Exodus per la prima volta, eppure la storia narrata - quella di snervanti migrazioni umane in tutto il mondo - è cambiata poco negli ultimi 16 anni. I fattori di partenza e richiamo sono mutati e la zona calda si è spostata dal Ruanda alla Siria, ma chi è costretto ad abbandonare la propria casa racconta sempre la stessa storia fatta di privazioni, avversità e barlumi di speranza, lungo un percorso estenuante dal punto di vista fisico e psicologico. Salgado ha trascorso sei anni con i migranti, visitando oltre 35 Paesi per documentare il loro viaggio sulla strada, negli accampamenti e nei sovraffollati bassifondi dove spesso finiscono i nuovi arrivati. Nel suo reportage troviamo latinoamericani che attraversano il confine degli Stati Uniti, ebrei che abbandonano l'ex Unione Sovietica, kosovari che fuggono in Albania, rifugiati hutu del Ruanda e i primi barconi di arabi e africani subsahariani che tentano di raggiungere l'Europa attraverso il Mediterraneo. Le sue immagini ritraggono persone che sanno dove stanno andando e altre che sono semplicemente in fuga, liete di essere vive e ancora in grado di correre. I loro volti mostrano dignità e compassione nelle circostanze più difficili, ma anche innumerevoli segni di violenza, odio e avidità. Con il suo occhio per i particolari e il movimento, Salgado immortala gli angosciosi istanti del movimento migratorio, così come il flusso della massa.
Sebastião Salgado. In cammino
Sebastião Salgado
Libro
editore: Leonardo Arte
anno edizione: 2000
pagine: 512
Sebastiano Salgado presenta in due volumi gran parte della sua produzione fotografica. In "Migrazioni" l'artista illustra il grande fenomeno della migrazione che alla fine del millennio ha costretto centinaia di individui ad abbandonare la propria terra. Il secondo volume è dedicato ai ritratti raccolti dall'artista negli ultimi anni che mostrano la sofferenza e la dignità dei bambini scolpiti da intense esperienze di vita.