Libri di Sandra Dučić
Lettera da Atene
Jovan Dučić
Libro: Libro in brossura
editore: la Bussola
anno edizione: 2024
pagine: 288
Jovan Dučić è un inconnu célèbre. Il suo stile (o la sua firma) coincide con l'ordine ionico, assolutamente sobrio, dove tutti gli ornamenti conferiscono ricchezza alla struttura architettonica o poetica senza mai appesantirla. Un esempio, tra i maggiori, di ordine ionico in epoca classica - tanto amato e celebrato dal poeta - è il Tempio di Atene Nike (sull'Acropoli). Possiamo dire che nella Lettera da Atene lo stile di Jovan Dučić ci risulta "tanto commovente quanto nella metopa del Tempio della Vittoria senza ali, dove la piccola Nike allaccia il suo sandalo d'oro con la più grande grazia…" Da parte mia, ho cercato di "allacciare" ciò che il tempo ha slacciato e - nell'offrire questo capolavoro di J. Dučić ai suoi lettori in una lingua nuova - auspico che il mio sforzo sia degno del suo stile e della sua firma. Spero di esserci riuscita!
Il cerchio della perfezione imperfetta. La poetica di Jovan Ducic
Sandra Dučić
Libro: Copertina morbida
editore: la Bussola
anno edizione: 2022
pagine: 36
Jovan Ducic ha un concetto raffinatissimo di armonia. Essa non è mai banale esposizione geometrica e ripetitiva di oggetti senz'anima. È piuttosto come la danza classica, specialmente la coreografia: se nell'armonia non pulsa la luce e con essa la vita, la comunione e la sintonia dell'insieme, se in essa non trapela l'imprevedibile creatività del divino, armonia non c'è. Secondo lui, la volta celeste è un disordine armonico. Egli lo dice con sicurezza: «Immaginate la volta stellata tutta in ordine: sarebbe una caserma, non lo spazio di una sfera armonica». L'Armonia è un disordine bello... Nondimeno ancor più intensa dell'armonia legata all'immagine visiva e alla luce è per lui quella del suono e della musica: «Le nostre impressioni sono irresistibili quando si vestono di immagini, ma sono onnipotenti quando si vestono di suoni. Perché tutto è musica; solo ciò che non è musicale è morto per sempre» (Lettera da Delfi, § 27).