Libri di Renato Priulla

La magica atmosfera del celere ristorante torinese in una notte d'inverno, ed altri delicati ritratti in questa agile raccolta di brevi affreschi.

Si racconta che quando il barone de La Brède e di Montesquieu giunse a Torino, disse che nella città i "muri parlavano": forse intendeva riferirsi alle decorazioni che su porte e portoni costituiscono una sorta di "corpo di guardia" simbolico per tanti edifici. E poi telamoni, cariatidi, mensole, architravi e altre parte dell'architettura storica del centro cittadino, aggregati in una singolare osmosi che affascina e a volte inquieta, che offre mille occasioni per dare spazio alla fantasia, per immaginare disegni esoterici, riferimenti allegorici comprensibili a pochi eletti, visioni, giochi geometrici...

Un libro che si può leggere al diritto e anche al rovescio, come un canone inverso. E non si tratta solo di un'inversione tipografica. Anche i contenuti, i toni e i ritmi delle due raccolte risultano sfaccettati: "Di Langa in Langa" suggerisce un itinerario a tappe, più lento, da calesse o carrozza. Il viaggio, invece, è un cammino più faticoso e travagliato, più affannoso, con poche presenze di esseri viventi e in cui è più marcata la visione negativa, un po' sfiduciata della realtà e della vita. Due versi di lettura, dunque, in una sola opera. Due itinerari dell'autore, con alcuni viottoli che li percorrono entrambi. Il lettore può scegliere quale imboccare per primo e magari tracciarvi un suo varco poetico personale.