Libri di Pompeo Molfetta

L'autore propone sei racconti inediti che ruotano intorno ad un mondo immaginario, raccolto nei piccoli borghi della provincia meridionale, dove la vita scorre, misera e stantia fra le case di pietra e i riti arcaici della cultura contadina. In questo contesto succedono fatti e storie minute, eppur tragiche, che sconvolgono l'immobilità ordinaria della vita di paese ed evidenziano la meschina ambiva-lenza dell'animo umano, capace di atti eroici, come di brutale e cinica violenza. I racconti, pur intrigati in trame talvolta inverosimili, hanno un taglio così essenziale e pragmatico che li rende realistici, quasi sceneggiati. I protagonisti delle storie sono personaggi spesso miserabili senza umanità, inverosimili eppur veri. Un trucido pervertito, una nobildonna decaduta ed epilettica, due spiritisti della domenica, ragazzi di strada e di vita, professori schizzati, pidocchiosi, amanti clandestini, bidelli e sacrestani tutti artefici di malefatte, di tradimenti, di faide dall'esito invariabilmente infausto. In questo contesto si colloca un personaggio baricentrico, il professor Ciccillo Catamenò, letterato in pensione, che introduce in questo mondo di mediocrità infinita, elementi di saggezza, di umanità e di cultura che tuttavia non bastano a far virare il corso del destino che porta i protagonisti a sbattere contro l'ineluttabilità del male. È rivolto a chi ama il genere narrativo.

Durante la processione del S. S.mo Sacramento, in un paesino immaginario dell'entroterra lucano, un giovane prelato muore soffocato dalle spire della processionaria: un verme parassita del pino. Questo è quel che appare per evidenza scientifica, per credo popolare e per direttiva ecclesiale. Il prof. Ciccio Catamenò, letterato in pensione, seguendo il suo istinto, le sue personali indagini e le informazioni carpite in paese, arriverà ad un'altra determinazione e cioè che il prete, ingiustamente chiacchierato, è stato avvelenato… Seguono altri nove racconti che trattano storie differenti ma tutte legate da un comune denominatore: le miserie e le nefandezze dell'uomo qualunque.