Libri di Paolo Zoboli
Viaggio al grigio. Testo spagnolo a fronte
Ariel D. Canzani
Libro: Libro in brossura
editore: Il Canneto Editore
anno edizione: 2024
pagine: 120
"Viaggio al grigio" è il primo libro di poesie dell'argentino Ariel Canzani D., di mestiere capitano della Marina Mercantile del suo Paese e da questo molto influenzato nella sua produzione letteraria. Pubblicato in lingua originale nel 1958, Viaggio al grigio fu proposto al pubblico italiano nel 1960, nella traduzione del critico d'arte Gino Sordini da Gutta de Guttis, casa editrice di Genova, città di cui Canzani conosceva molto bene il porto. Le ventiquattro poesie al suo interno sono indicate da numeri romani e rappresentano una sorta di diario interiore degli anni 1956-57, anni di navigazione nel mare del Nord. Con esse Canzani introduce le tematiche che caratterizzeranno tutta la sua opera letteraria: il significato della vita, la malvagità dell'uomo e il significato emblematico del grigio come metafora del tormento interiore, ma anche come connotazione atmosferica che accompagna la sua navigazione, non mancando però in molte composizioni il tema dell'amore.
Scritti filosofici
Mario Novaro
Libro: Libro in brossura
editore: Interlinea
anno edizione: 2022
pagine: 344
Nel 1927 Eugenio Montale definiva Mario Novaro «un poeta-filosofo al quale si deve anche uno studio in lingua tedesca sul Malebranche» e quarant'anni dopo, nel 1968, ricordava ancora l'«alto poeta oggi inspiegabilmente dimenticato» e la rivista di Oneglia da lui diretta. Novaro (Diano Marina, 1868-Forti di Nava, 1944) era stato infatti il direttore della leggendaria "Riviera Ligure" (1899-1919) su cui avevano pubblicato molti fra i più importanti poeti e scrittori del primo Novecento, da Pascoli a Pirandello, dalla Deledda a Capuana, da Papini a Gozzano, da Campana a Rebora, da Boine a Sbarbaro, da Saba a Ungaretti; ed era stato il "poeta-filosofo" di un unico e prezioso libro, Murmuri ed echi, accresciuto e limato dalla prima edizione del 1912 alla quinta del 1941 e oltre ancora, in limine mortis: la sua poesia era nata infatti dai suoi interessi filosofici (in filosofia si era laureato a Berlino nel 1893) e di essi aveva rappresentato l'esito ultimo. Nella presente edizione sono raccolti gli scritti propriamente filosofici di Novaro: dalla giovanile lettera A J. Simirenko (1890) alla nota su La teoria della causalità in Malebranche (1893), dalla monografia La filosofia di Niccolò Malebranche (1893, per la prima volta qui tradotta in italiano) al saggio su Il concetto di infinito e il problema cosmologico (1895), dalla Prefazione ai Pensieri metafisici di Malebranche (1911) a quell'Introduzione a Acque d'autunno di Ciuangzè che, accresciuta dal 1922 al 1943, è viva testimonianza del suo lungo amore per il grande "poeta-filosofo" cinese del IV secolo a.C.
Requiem
Enrica Gnemmi
Libro
editore: Interlinea
anno edizione: 2014
pagine: 112
Allineando le parti di un’ideale messa di requiem (negli occhi il grande affresco michelangiolesco, nell’anima la musica di Mozart e di Verdi) la Gnemmi conduce una dolorosa, straziata meditazione sul male della storia, con lo sguardo tuttavia rivolto allo sfolgorante ritorno finale del «giusto indifesa follia che disarma, apre i cuori, perdona ai fratelli caini, sacrificio riparatore».
Linea ligure. Sbarbaro, Montale, Caproni
Paolo Zoboli
Libro: Copertina morbida
editore: Interlinea
anno edizione: 2006
pagine: 291
Montale affascinante e sibillino suggeritore, Caproni appassionato e coinvolto teorizzatore: negli anni Sessanta esplode, fra una comoda categoria critica e ferme sconfessioni di essa, la querelle su quella "linea ligure" che da Ceccardo, attraverso Mario Novaro, Boine e Sbarbaro, giungerebbe al poeta di "Ossi di seppia" per poi proseguire, con Barile e Grande, fino appunto a Caproni e oltre ancora. Oggi è arrivato il momento di proporre una nuova e ristretta nozione di "linea ligure" che additi in sbarbarlo, Montale e Caproni, tre grandi poeti liguri per nascita o adozione e per più aspetti inestricabilmente legati, una linea portante (se non la linea portante tout court) della poesia italiana del Novecento: a loro sono dedicati gli studi raccolti in questo volume.
Sbarbaro e i tragici greci
Paolo Zoboli
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2005
pagine: 468
Questo libro presenta uno studio sulla bibliografia del poeta italiano Camillo Sbarbaro. Servendosi di preziosi documenti inediti, l'autore ricostruisce la storia dei rapporti di Sbarbaro con la cultura greca e, in particolare, quella delle versioni dei tragici da lui compiute tra il 1942 e il 1945: "Antigone" di Sofocle, "Prometeo incatenato" di Eschilo, "Alcesti e il Ciclope" di Euripide. Le quattro traduzioni, analizzate nei loro diversi aspetti (filologico, linguistico, stilistico, formale) mediante un attento riscontro con il testo greco e con le altre fonti del poeta, vengono inserite nel contesto delle versioni novecentesche dei tragici e dell'opera originale di Sbarbaro.
La rinascita della tragedia. Le versioni dei tragici greci da D'Annunzio a Pasolini
Paolo Zoboli
Libro
editore: Pensa Multimedia
anno edizione: 2005
pagine: 216
Foglie di tiglio. Vecchi versi 1985-1999
Paolo Zoboli
Libro: Libro in brossura
editore: Interlinea
anno edizione: 2023
pagine: 168
Fogli d'album strappati allo scorrere del tempo come foglie di tiglio strappate al fango dell'autunno. Vecchi versi perché qui raccolti dopo quasi cinque lustri e perché composti per lo più in forme antiche: il sonetto (italiano o elisabettiano, variamente modificato), la ballata, il madrigale, la quartina, la terzina dantesca, la canzonetta e perfino una sorta di sestina lirica; con un quadernetto "eolico" di strofe classiche come la saffica e l'alcaica, inoltre, e con un quadernetto di traduzioni da Orazio, Poe, Baudelaire, Verlaine, Mallarmé e Apollinaire. Alessandro Fo ha trovato questi versi «un po' old style ma sentiti e belli»; e Hermann Grosser ha scritto di essi: «Per le atmosfere, per alcuni temi, per la ricercatezza del linguaggio, la cura meticolosa della forma, la metrica quasi regolare, sembrano poesie riemerse da epoche remote, conservano il fascino dell'antico, in controtendenza con i tempi».