Libri di P. Collo
Il ritorno degli dèi
Fernando Pessoa
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2024
pagine: 160
Fra gli eteronomi di Pessoa, quello di Antonio Mora resta fra i meno noti e più problematici. Si tratta infatti del personaggio di cui lo scrittore portoghese si serve per fondare e insieme sondare la poetica di due dei suoi eteronomi più famosi, Alberto Caeiro e il suo discepolo Ricardo Reis. Allo stesso modo di Reis, anche Mora viene presentato come discepolo di Caeiro; ma mentre Reis – scrive Pessoa in un abbozzo di prefazione all’edizione, mai realizzata, della sua opera – “ha intensificato e reso artisticamente ortodosso il paganesimo scoperto da Caeiro”, il compito di Antonio Mora “è di provare definitivamente la verità, metafisica e pratica, del paganesimo”. “Il ritorno degli dèi” viene concepito da Pessoa proprio come prefazione all’opera di Alberto Caeiro e rappresenta, pur nella sua inevitabile frammentarietà, una critica feroce del cristianesimo, sulla scorta certamente della filosofia di Nietzsche, ma con l’ambizione di superarla, di andare ancora oltre quel suo sapore cristiano che non può ingannare. Del resto, il parallelismo con Nietzsche non si limita a questo; come il filosofo tedesco era morto all’interno di una clinica psichiatrica, Antonio Mora si trova internato, a causa del suo squilibrio mentale, in una casa di cura di Cascais. In un testo riportato in appendice al presente volume, Pessoa finge di incontrarlo in questa clinica, presentatogli da un certo dottor Gomes che lo guida in questa sua visita e gli spiega quell’interessantissimo caso: “Clinicamente non si discosta per nulla dal soggetto paranoico, o da quanto è noto come paranoia. Per la verità, non è semplicemente un paranoico. È pure un isterico. Ma la paranoia è alcune volte accompagnata da una psiconevrosi intermittente. Non c’è da stupirsi. Non c’è nulla di strano. Non è in questo che è originale. È nel tipo del suo delirio, nel contenuto, che sta l’interesse…”. Il “delirio” di Mora ha come suo contenuto il cristianesimo, appunto, “che ha turbato e turba l’intera nostra vita” e che “ha creato in noi una mentalità da onanisti”. Forse non è inopportuno ricordare che la follia – o meglio il timore della follia – era cosa ben presente nella mente di Pessoa, che arrivò a scrivere fra l’altro che “l’origine dei miei eteronomi è il tratto profondo di isteria che esiste in me. Non so se sono semplicemente isterico o se sono, più propriamente, un istero-nevrastenico”. Del resto, se il pazzo è sottratto all’orizzonte logico che ci consente di riconoscerci nell’ambito di una comunità che si identifica all’interno di determinate regole (anche nel caso che le rifiuti), da un punto di vista sociologico il rifiuto del cristianesimo, e il conseguente tentativo di restaurazione del paganesimo, rappresentano una sorta di ‘alienazione’ culturale – “delirio sociologico” per usare la definizione di Pessoa – in quanto, come dice lo stesso Mora, l’intero “mondo moderno è nato da un movimento che il cristianesimo rappresenta” e lottare contro questo movimento significa lottare contro tutto ciò che è moderno, compresi noi stessi in quanto tali. (Paolo Collo)
Romanzi. Volume Vol. 1
Jorge Amado
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 2002
pagine: CXXII-1925
A un anno dalla morte dello scrittore brasiliano nato nello Stato di Bahia nel 1912, Mondadori raccoglie in due volumi, di cui questo è il primo, i romanzi fondamentali che Amado che ha pubblicato tra il 1931 e il 1992: da "Il Paese del Carnevale" e "Cacao" a "Gabriella garofano e cannella", da "Dona Flor e i suoi due mariti" a "I turchi alla scoperta dell'America".
Romanzi. Volume Vol. 2
Jorge Amado
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 2002
pagine: CXXII-1418
A un anno dalla morte dello scrittore brasiliano nato nello Stato di Bahia nel 1912, Mondadori raccoglie in due volumi, di cui questo è il secondo, i romanzi fondamentali che Amado che ha pubblicato tra il 1931 e il 1992: da "Il Paese del Carnevale" e "Cacao" a "Gabriella garofano e cannella", da "Dona Flor e i suoi due mariti" a "I turchi alla scoperta dell'America".
Erostrato o la ricerca dell'immortalità
Fernando Pessoa
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2022
pagine: 128
«Troverò ben io il modo di farvi attoniti, o stolti; dovrete ripetere in perpetuo il mio nome. Se per oneste imprese mi ricusaste la fama, vi sforzerò darmela per sempre con una trista». Così Alessandro Verri faceva parlare il povero Erostrato, che nel 356 avanti Cristo appiccò le fiamme al tempio di Artemide a Efeso, nel tentativo di immortalare - con la distruzione di una delle sette meraviglie del mondo - il proprio oscuro nome. E con il nome di Erostrato per titolo, appunto, Fernando Pessoa compone un saggio per cercare di definire ciò che non gli riuscì mai in vita: la celebrità. Lui - e i suoi innumerevoli eteronimi - scrittore e poeta assolutamente 'postumo', destinato alla notorietà solo molti anni dopo la sua morte, creatore di miti, lui, che sognava il Premio Nobel e il Quinto Impero, cercherà con questo testo squisitamente letterario - in compagnia di Carlyle e Browne, di Milton e Shakespeare - di sistematizzare e di dare una logica a quell'impalpabile e bizzarro fenomeno che si chiama Fama.
Guevariana. Racconti e storie sul Che
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: XXXV-149
Alcuni dei più importanti scrittori di tutto il mondo raccontano il loro Che. Il comandante rivive - rievocato, reinventato - in alcune pagine esemplari che spiegano e conservano il mito: da Angel Rama a Julio Cortázar, da Heinrich Böll a José Saramago, da Osvaldo Soriano a Mario Vargas Llosa, da Paco Ignacio Taibo II a Manuel Vázquez Montalbán. In tutto quindici celebri autori che meditano, si illuminano, si emozionano nel rievocare il fiero "nomade dell'Utopia".
Vite di Fernando Pessoa scritte da sé medesimo e raccolte da Paolo Collo
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2022
pagine: 88
A oltre settant'anni dalla sua morte, viene ora alla luce, come se fosse realmente affiorato dal baule dei suoi infiniti inediti, questa sorta di autobiografia di Fernando Pessoa. In realtà Paolo Collo, profondo conoscitore del grande scrittore portoghese, ha voluto ricostruire la vita, anzi le vite del poeta e dei suoi eteronimi attraverso le sue stesse pagine; e ne è scaturito un abile, sfaccettato, piacevolissimo e anche forse un po' irriverente collage che ci permette di scoprire la figura di bambino prodigio, di uomo innamorato, di genio postumo, di mistico pagano, di straordinario traduttore, di astrologo dilettante, di poeta plurimo, di demone sulfureo, di creatore di scrittori inesistenti, di folle disperato..., insomma, tutti i Pessoa di Pessoa.
Fútbol. Storie di calcio
Osvaldo Soriano
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 210
Centravanti di buone speranze - "ricordo di aver fatto più di trenta goal in campionato" -, fino a che la carriera calcistica non gli viene stroncata da un incidente, Osvaldo Soriano diviene innanzi tutto cronista sportivo e solo in seguito, con "Triste, solitario y final", del 1973, uno dei romanzieri più amati e acclamati dell'America latina. Ma questa sua passione per lo sport, e per il fútbol in particolare, non l'ha mai lasciato. Scrive con la stessa passione e lo stesso amore di grandi campioni - uno tra tutti Diego Armando Maradona - e di oscuri portieri, di arbitri improbabili, di allenatori in pensione. Storie di calcio, di memoria, di personaggi indimenticabili, come il figlio di Butch Cassidy o il míster Peregrino Fernández, ma "imperfetti" (come diceva lui stesso), che giocano partite senza fine, contro un avversario o contro la vita. Venticinque racconti di calcio che attraversano l'intera sua produzione letteraria, con sei racconti in più rispetto all'edizione precedente.
Ode marittima. Testo portoghese a fronte
Fernando Pessoa
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2013
pagine: 99
Pubblicato sul numero 2 della rivista "Orpheu" nel giugno del 1915, "Ode marittima" è un poemetto tanto profondamente legato all'eteronimo Alvaro de Campos quanto apparentemente distante dal suo creatore Fernando Pessoa. Per Pessoa infatti -così come per l'altro suo eteronimo Bernardo Soares, al quale si deve il celebre "Libro dell'inquietudine" -, guardare il Tago, il mare, l'oceano, è solitamente fonte di tristezza, di solitudine, di "saudade", di glorie passate, di - appunto - "desassosego" ('inquietudine'). Per Pessoa-Alvaro de Campos, invece, quella stessa visione diviene la molla scatenante di uno straordinario delirio che si trasforma in un'autentica epopea del mare e degli uomini che, in diverso modo e con scopi ben differenti, hanno solcato le acque del mondo intero.
Luoghi lontani e mondi immaginari. Grandi storie di avventura e di fantascienza
Fernando Savater
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2011
pagine: 243
Dopo il recente "Pirati e altri avventurieri", Fernando Savater dedica un nuovo volume ai romanzi d'avventura e all'arte di raccontare storie. Naturalmente non mancano neppure qui gli 'avventurieri', e tuttavia cambiano i mondi che li vedono agire, che vanno dagli affascinanti paesaggi dell'Africa e dalle sterminate pianure del Far West, ai luoghi immaginati dai maestri della fantascienza di ieri e di oggi. Al centro gli scrittori più amati, come Jules Verne e come H.G. Wells; ma senza trascurare un corollario di scrittori oggi meno rinomati ma le cui opere restano intramontabili, a cominciare da quell'Arthur C. Clarke cui si deve il racconto da cui Stanley Kubrick trasse il suo indimenticabile "2001 Odissea nello spazio". Come sempre, Savater riflette a tutto campo e in profondità su ciascuno dei temi, degli autori e delle opere trattate, spaziando tra letteratura e cinema, tra grandi personaggi e grandi interpreti; ma lo fa soprattutto come un lettore appassionato e instancabile che lotta contro ogni pregiudizio che vada ad inficiare il piacere della lettura, che si tratti di Tolkien o che si tratti di Harry Potter, perché in definitiva l'arte di raccontare è anche l'arte di saper leggere.
Pirati e altri avventurieri. L'arte di raccontare storie
Fernando Savater
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 224
Sandokan, il Corsaro nero, Robinson Crusoe, Ivanhoe, Oliver Twist, Long John Silver, ma anche Tintin, e Humphrey Bogart de Il falcone maltese o James Stewart di Nodo alla gola o de La donna che visse due volte: di quanti adorati personaggi in apparenza culturalmente "poco presentabili" è, fin dall'infanzia, popolata la nostra fantasia? Siamo abituati a considerarli personaggi 'umili', anche se amatissimi, ma ecco che un filosofo e scrittore del calibro di Fernando Savater ci viene in soccorso partendo da un'affermazione che rovescia termini consolidati: "È l'avventura - mistero, emozione, rischio... - che ci ha resi umani. E il resto sono storie". Allora, liberi tutti! Rileggiamo senza vergogna la storia dei nostri gusti letterari, guidati da un cicerone sapiente, libero e spiritoso come Savater, attraverso le storie dei pirati, degli avventurieri, dei detectives, dei vampiri, dei mostri. E allora, come dimostra Savater in questo suo excursus nel mondo della fantasia, scopriremo che alla base di ogni storia c'è sempre l'arte di raccontarla, e che scrittori come Robert Louis Stevenson o Emilio Salgari, Daniel Defoe o Walter Scott, ma anche attori, come appunto Bogart o Stewart, o fumetti come Tintin o Flash Gordon, possono a buon diritto costituire gran parte dei grandi amori non solo nostri, privati, ma anche di un intellettuale raffinato come Fernando Savater, che ci insegna che è l'avventura a renderci umani. Finalmente!
Finzioni d'amore. Lettere con Ofelia Queiroz
Fernando Pessoa
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2010
pagine: 90
Sotto il titolo "Finzioni d'amore" si trova qui riunita una scelta delle lettere tra Fernando Pessoa e Ofelia Queiroz. Lettere d'amore, certo, e come tali destinate - secondo l'eteronimo pessoano Alvaro de Campos - ad "essere ridicole"; ma anche lettere che ancora una volta rivelano la difficoltà, o meglio l'impossibilità, per Pessoa di vivere in piena aderenza una propria univoca e credibile vita personale. Ci si può infatti chiedere - come fa Paolo Collo nella prefazione - quale Pessoa avesse di fronte Ofelia mentre gli scriveva le sue lettere d'amore. Lei era una e ben riconoscibile, una giovane donna innamorata che ai tempi del loro incontro non aveva ancora vent'anni; ma lui si chiamava già, allora, oltre a Fernando Pessoa, A.A. Crosse, Ricardo Reis, Alvaro de Campos... L'eteronimia per Pessoa è alla fine un sollievo e una condanna, e anche queste lettere d'amore sembrano darne conto, fino alla bellissima lettera del 29 novembre 1920, la lettera di un primo addio (il carteggio riprenderà infatti nove anni più tardi): "Il Tempo, che invecchia volti e capelli, invecchia anche, ma ancora più in fretta, gli affetti più coinvolgenti. La maggior parte delle persone, perché è stupida, non se ne rende conto, e crede di continuare ad amare perché ha l'abitudine di sentire se stessa che ama. Se così non fosse, al mondo non ci sarebbero persone felici".