Libri di Otto Weininger
Sesso e carattere
Otto Weininger
Libro
editore: Edizioni Mediterranee
anno edizione: 1992
pagine: 440
Che cosa vuol dire "maschio"? Che cosa vuol dire "femmina"? Su questa essenziale dicotomia del genere umano ancora oggi si discute, si avanzano teorie, si fanno rivendicazioni. Quasi un secolo fa, un austriaco poco più che ventenne pubblicò un saggio che cerca di dare una risposta essenziale a queste domande. Un'opera che nel corso di tutti questi anni è stata osannata e condannata, accettata e respinta, ma che costituisce comunque una pietra miliare nella cultura dell'Occidente, soprattutto oggi che non vi è una maggiore chiarezza sull'argomento.
Simbolica della natura. Taccuino e lettere
Otto Weininger
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2017
pagine: 93
Il taccuino e le lettere di Weininger completano e integrano il profilo dell’autore di Sesso e carattere, un libro che esercita un’influenza enorme nell’Europa del primo Novecento per le sue tirate antisemite e misogine. Ingiustamente trascurati, questi scritti raccolgono aforismi e appunti per una futura caratteriologia e simbolica della natura e alcune lettere ai contemporanei, tra cui spiccano quelle ad August Strindberg. Scritte durante il suo viaggio tra Germania, Danimarca, Norvegia e Italia, queste ultime pagine testimoniano di una fulminante precocità intellettuale e delle possibilità di sviluppo del filosofo Weininger oltre Sesso e carattere. Si tratta di un percorso interrotto dalla morte prematura dell’autore, che s’inserisce in un fenomeno tipico della fin de siècle le cui tensioni morali e psicologiche portano ad altri suicidi eccellenti, come quello di Carlo Michelstaedter, certo memore del gesto di Weininger. Il 3 ottobre 1903, Weininger affitta una stanza nella casa in cui era morto Beethoven e il mattino del 4 mette fine alla propria vita sparandosi un colpo al cuore.
Sesso e carattere
Otto Weininger
Libro: Copertina morbida
editore: Mimesis
anno edizione: 2012
pagine: 475
Sesso e carattere è uno dei libri più inquietanti del primo Novecento, uno dei più radicali nel suo estremo tentativo di sanare il "disagio della civiltà" attraverso la ricomposizione di una visione unitaria della ragione classica e la condanna di ogni alterità, a partire dalle innumerevoli differenze e contraddizioni che il filosofo austriaco identificava nelle figure dei "diversi": la donna e l'ebreo. Infatti, la crisi corrosiva dei gradi valori che attanagliava i soggetti e le coscienze si incarnava per Weininger nel "male" della donna, nella sua "materialità", nella sua "assenza di senso" che è come l'abisso irresistibile del nulla. Oppure nell'ebreo, colui che distrugge i "limiti" con la sua passione analitica. Se queste tendenze sessiste e antisemite - benché Weininger fosse ebreo! - non possono non creare un perturbante disagio, anche i più feroci oppositori (ivi compreso Freud), hanno rilevato nel suo lavoro un talento straordinario, che ha influenzato profondamente Robert Musil, Hermann Broch e James Joyce, e di cui si possono rintracciare riferimenti nelle opere di Heidegger, Wittgenstein e Lacan. Introduzione di Franco Rella.