Libri di Navigadour
Di stanze. 7 nuovi autori bolognesi dal Navile
Navigadour
Libro: Libro in brossura
editore: Giraldi Editore
anno edizione: 2022
pagine: 522
Questo libro è nato durante le quarantene della pandemia. In quei periodi il laboratorio di scrittura del Quartiere Navile – in cui operano le scrittrici e gli scrittori che hanno dato vita all’autore collettivo Navigadour – ha continuato a operare in Rete per non soccombere al trauma dell’isolamento. Si stava infatti attraversando una crisi mondiale ed elaborando il lutto simbolico della scomparsa del mondo com’era stato conosciuto fino ad allora. Per questo il tema di lavoro era appunto "distanze": si chiedeva ai partecipanti di raccontare individualmente le sfaccettature del sentimento di distanza che eravamo chiamati ad affrontare – distanza dal mondo reale, distanza dall’Altro, distanza da noi stessi… E quindi il libro dei Navigadour è fatto anche "di stanze". In ciascuna i lettori potranno incontrare l’immaginario delle nuove autrici e dei nuovi autori che qui si presentano alla loro città e al panorama letterario nazionale: sono voci originali, di qualità, la cui poetica prende corpo in racconti realistici o fantascientifici, intimisti o grotteschi, in storie sospese tra memoria e proiezioni futuribili. Sono molte le intonazioni e molti i colori, perché complesso è il mondo e perché la missione del Laboratorio di Scrittura è quella di coltivare la differenza nel tempo del pensiero unico.
Il Navile. Immaginario di città
Navigadour
Libro: Libro in brossura
editore: Giraldi Editore
anno edizione: 2018
pagine: 380
Una cosa è osservare la pelle delle cose, un'altra è andare in cerca del fantasma che quella pelle nasconde e anima. Fra l'una e l'altro ci siamo noi, con lo sguardo e il corpo: sulla pelle delle cose posiamo le nostre emozioni, il nostro sentire, illusi di ritrarre un'oggettività che si sposta continuamente oltre – possiamo solo alludere al ritratto, e accettarlo nella sua parzialità, se siamo consapevoli delle nostre proiezioni; il fantasma possiamo accoglierlo, facendo di noi stessi la casa per le parole e le narrazioni, uno strumento perché l'immaginazione si riveli. Nel primo libro sul Navile siamo andati a trovare il famoso Quartiere cercando di rappresentare la sua ricca complessità e di comporre la guida a quella che è una parte importante della Bologna contemporanea. In questo secondo libro è il Quartiere – la Città – che esce dai suoi confini materiali e viene a incontrare i lettori: per citare – in omaggio ideale – Ceserani e De Federicis, nel primo libro abbiamo de-scritto l'aspetto materiale della città, in questo secondo siamo andati a raffigurare l'immaginario della città, dissennatamente convinti che il ritratto narrativo – i racconti che i luoghi hanno suscitato – restituirà un'immagine ugualmente fedele, se non di più, della città contemporanea. Una città multiculturale, venata di solitudini senili e infelicità giovanili, di nevrosi, paure e inquietudini, di rabbia, ma anche di impreviste solidarietà, di persone in cerca di amore, ancora capaci di memoria e piene di speranze ecologiche. Anche se questo volume, dunque, è più autonomo e più dichiaratamente letterario, idealmente i due libri si integrano e si compenetrano nell'intento che ci riconosce Franco Farinelli e che sempre ci anima: quello di tenere di nuovo insieme la città materiale – l'urbs – e lo spirito della città – la civitas – componenti che il Settecento separò e che oggi dobbiamo tentare di riunire se vogliamo avere un futuro.
Il Navile. Portolano di città
Navigadour
Libro: Libro in brossura
editore: Giraldi Editore
anno edizione: 2015
pagine: 370
Zygmunt Bauman ci ricorda che noi viviamo, oscillando, fra un quartiere reale (uno spazio familiare regolato dall'abitudine), e un "quartiere" virtuale (la nostra rete di relazioni): il primo ha uno spazio continuo a cui noi apparteniamo; invece del secondo spazio, frammentato e discontinuo, siamo creatori e "proprietari"; il quartiere reale è fuori del nostro controllo, l'altro ci sembra controllabile e rassicurante, anche se entrambi sono pieni di incertezza. Questo libro è dedicato al quartiere reale, quel quartiere che per noi è come un destino, quella "zona grigia che separa e connette lo spazio dell'anonimato e quello della familiarità", perché qui si gioca la necessità che abbiamo di riconquistare il senso dei nostri limiti e di agire concretamente per progettare l'ambiente sociale e urbano in cui desideriamo vivere. Invitando il lettore a guardare il Quartiere Navile, come dice Peter Handke, "per la prima volta", il libro ci spinge a rompere l'inerzia dell'abitudine, a riscoprire come noi percepiamo i luoghi che abitiamo e quale immaginario si nasconde dentro di loro. Solo così, narrando, potremo riconoscere memorie dimenticate, simbologie nascoste e idee impensate. Solo così potremo ideare le fondamenta di una cittadinanza consapevole.