Libri di Mario Allegri
Di eterno non c'è niente
Nicola Nicolis
Libro: Libro rilegato
editore: Bonaccorso Editore
anno edizione: 2024
pagine: 222
È un meraviglioso libro di versi. Di un poeta, Nicola Nicolis, cantautore e pittore veronese, appena venuto a mancare. Caramente Antonio Seracini.
Il Parlamento e l'Italia. Lettera di Niccolò Tommaseo (1865)
Libro: Libro in brossura
editore: Scripta
anno edizione: 2023
pagine: 92
Nato a Sebenico nel 1802 in una famiglia di commercianti, Tommaseo fu un grande scrittore, linguista e patriota italiano; una figura tra le più significative e controverse dell’intellettualità dell’Ottocento. Tra i suoi scritti andrebbero recuperati quelli di argomento politico, che nel naufragio postumo di tante sue opere, hanno subito una vera e propria quarantena di lettura e non hanno riconosciuto al letterato e linguista la dignità di soggetto anche politico. Nella prospettiva di avviare una riflessione sulle opere di Tommaseo, progetto riacceso anche dall’aumentato interesse recente degli studiosi sulla sua bibliografia, si pone questa Lettera al Parlamento, curata e commentata da Mario Allegri. Tommaseo avanza qui proposte di correzioni in ambito politico, amministrativo, finanziario ed educativo che paiono ragionevoli e in buona parte condivisibili. Pur con le immancabili punture, il Tommaseo di questa Lettera è ancora propositivo e tutt’altro che in disarmo come vorrebbe un cliché critico consolidato, in politica come nel lavoro, che in questi anni tocca ritmi molto serrati.
Susanna
Gertrud Kolmar
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2020
pagine: 80
Un’anziana istitutrice, perseguitata nella Germania nazionalsocialista, rievoca il rapporto magico con una ragazza che aveva preso in cura tanti anni prima, Susanna. Tutto era iniziato rispondendo a un annuncio: «Cercasi istitutrice esperta per assistenza a giovane affetta da leggera nevrosi». Susanna è una creatura senza tempo, la cui dolce follia la porta a usare le parole in modo del tutto stravagante, «parole che si possono prendere in mano, che si possono annusare». Nutre un amore candido per un ragazzo del villaggio, il quale ricambia, ma gli altri abitanti fanno di tutto per relegare lei e la sua diversità ai margini. L’istitutrice, una donna della ragione, in apparenza estranea alle cose dell’amore, resterà coinvolta con tutta se stessa in quello che in parte è un gioco, e in parte un’esplorazione delle possibilità del linguaggio, dei modi di conoscenza, del calore della poesia. Ultimo scritto di Gertrud Kolmar prima della deportazione ad Auschwitz. Prefazione di Marina Zancan.