Libri di M. Cazzato (ill.)
I sepolcri
Ugo Foscolo
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 56
Cos'è una tomba? Una linea d'ombra, una pietra fredda, il luogo di un ricordo? Cosa dice di noi quello spazio sepolto; di noi che passiamo la nostra esistenza in superficie, tra speranze e vanità? L'eco di queste domande - che Ugo Foscolo impresse più di duecento anni fa nei suoi versi, e che Marco Cazzato ha illustrato donando loro un corpo anch'esso poetico - risuona in noi ancora oggi. I sepolcri è un invito alla ricerca, ad andare oltre la soglia: un canto da cui sboccia il silenzio; un'apparizione, nascosta fra le pieghe di un libro. «All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?» I sepolcri sono una domanda senza tempo sulla vita e sulla morte, un ragionamento in versi sulla soglia che tutti dovremo attraversare, composto attingendo a ogni energia crepuscolare, a ogni brace romantica di cui Ugo Foscolo era in possesso: che cosa resta di noi, quando di noi non resta più nulla, non il corpo, non la mente, non una stilla di vita? A che cosa serve una lastra di marmo o una sobria urna che ci ricordano ai vivi, nel momento in cui la nostra esistenza terrena si è infine compiuta? Quale speranza c'è nell'ombra eterna che raccolgono i cimiteri? Pubblicati nel 1807, dopo l'editto napoleonico di Saint-Cloud che stabiliva che le tombe fossero poste, tutte uguali e senza iscrizioni, al di fuori delle mura cittadine, i 295 endecasillabi dei Sepolcri tornano oggi a risplendere di nuovo buio, illuminati dai disegni di Marco Cazzato: l'incontro tra un passato che permane e un presente che fugge in avanti, a comporre un canto, infine, di conforto.
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Erich Maria Remarque
Libro
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2020
pagine: 196
Kantorek è il professore di Bäumer, Kropp, Müller e Leer, diciottenni tedeschi quando la voce dei cannoni della Grande Guerra tuona già da un capo all'altro dell'Europa. Ometto severo, vestito di grigio, con un muso da topo, dovrebbe essere una guida all'età virile, al mondo del lavoro, alla cultura e al progresso. Nelle ore di ginnastica, invece, fulmina i ragazzi con lo sguardo e tiene così tanti discorsi sulla patria in pericolo e sulla grandezza del servire lo Stato che l'intera classe, sotto la sua guida, si reca compatta al comando di presidio ad arruolarsi come volontari. Una volta al fronte, gli allievi di Kantorek - da Albert Kropp, il più intelligente della scuola a Paul Bäumer, il poeta che vorrebbe scrivere drammi - non tardano a capire di non essere affatto «la gioventù di ferro» chiamata a difendere la Germania in pericolo. La scoperta che il terrore della morte è più forte della grandezza del servire lo Stato li sorprende il giorno in cui, durante un assalto, Josef Behm - un ragazzotto grasso e tranquillo della scuola, arruolatosi per non rendersi ridicolo - viene colpito agli occhi e, impazzito dal dolore, vaga tra le trincee prima di essere abbattuto a fucilate. Nel breve volgere di qualche mese, i ragazzi di Kantorek si sentiranno «gente vecchia», spettri, privati non soltanto della gioventù ma di ogni radice, sogno, speranza.