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Libri di Lorenzo Salimbeni

Dante adriaticus. Atti dei Convegni internazionali di studi (Roma, 1 luglio 2021-Verona, 9 ottobre 2021-Pola, 13 novembre 2021)

Dante adriaticus. Atti dei Convegni internazionali di studi (Roma, 1 luglio 2021-Verona, 9 ottobre 2021-Pola, 13 novembre 2021)

Libro: Libro in brossura

editore: Gammarò Edizioni

anno edizione: 2023

pagine: 309

In un'epoca in cui era ancora prematuro parlare di Stato e di Nazione, Dante aveva le idee ben chiare su quali fossero i confini territoriali e culturali d'Italia. Un'Italia concepita come una regione in cui si parlava una medesima lingua, osservata nella varietà dei suoi dialetti nel De vulgari eloquentia, in cui si fa menzione anche dell'istrioto. Un'Italia concepita nella Divina Commedia "com'a Pola presso del Carnaro, ch'Italia chiude e suoi termini bagna", con riferimento alla necropoli romana di Pola, che l'illustre poeta ebbe quasi sicuramente modo di vedere durante un soggiorno istriano. Nel periodo risorgimentale, in cui la lingua italiana rappresentava una componente fondamentale nella ricerca di un'identità ancora da perfezionare, Dante diventò icona nazionale e, nelle terre ancora irredente al termine delle Guerre d'indipendenza, statue e busti, riferimenti toponomastici ed iniziative culturali in onore del "ghibellin fuggiasco" si sarebbero riscontrati a Trento, Pola, Trieste, Zara e Fiume. Questa passione dantesca avrebbe raggiunto l'apice nel viaggio patriottico compiuto a Ravenna nel 1908 da centinaia di giuliani, fiumani e dalmati per recare omaggio alla tomba di Dante. Senza dimenticare che la Società Dante Alighieri, sorta a Roma nel 1889, svolse un ruolo importantissimo nel sostenere la salvaguardia e la promozione della lingua e della cultura italiana nelle province ancora sotto la dominazione asburgica. Al termine della Prima Guerra Mondiale sorsero ufficialmente anche a Trieste, in Istria, a Fiume ed in Dalmazia sedi locali della Dante Alighieri e dopo la Seconda Guerra Mondiale centinaia di migliaia di esuli adriatici si sarebbero identificati nei versi in cui il poeta fiorentino, incontrando nel Paradiso l'avo Cacciaguida, prevedeva e descriveva il proprio esilio: «Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente; […] Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salire per l'altrui scale».
21,00

Trame di distruzione. Storia e analisi della guerra civile in ex-Jugoslavia (1991-1995)

Trame di distruzione. Storia e analisi della guerra civile in ex-Jugoslavia (1991-1995)

Francesco Rubino

Libro: Libro in brossura

editore: Il Cerchio

anno edizione: 2018

pagine: 104

Un breve e intenso saggio, scritto con passione e chiarezza, per orientarsi fra gli oscuri e complessi passaggi che caratterizzano i conflitti in Slovenia, Croazia e Bosnia Erzegovina negli anni Novanta del XX Secolo e per ricostruirne eventi, cause e fattori scatenanti. Oggetto principale degli studi dell’autore sono i drammatici eventi che portarono alla fine violenta della Jugoslavia, con particolare attenzione ai risvolti militari, sociali, multiculturali, economici, umani e geo-politici che da tali eventi scaturiscono. Frutto di un lungo e rigoroso lavoro di ricerca sul campo, con il supporto di una vastissima bibliografia e di un attento studio anche di fonti audio/video, quest’opera mette in luce scenari poco conosciuti e analizza argomenti non sempre sufficientemente approfonditi dalla storiografia mainstream. Prefazione di Lorenzo Salimbeni.
16,00

Sul ciglio della foiba. Storie e vicende dell'italianità

Sul ciglio della foiba. Storie e vicende dell'italianità

Lorenzo Salimbeni

Libro: Libro in brossura

editore: Casa Editrice Pagine

anno edizione: 2016

pagine: 220

«Nell'arco di un secolo furono chiamati "italiani d'Austria", irredentisti oppure traditori, nemici del popolo ovvero patrioti, fascisti ma erano italiani, parafrasando un volume di Jan Bernas ed una canzone di Simone Cristicchi che sono stati dedicati alla fase finale di questa intricata storia. Essi sono gli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, il 90% dei quali abbandonò tra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso le terre in cui vivevano radicati da secoli e secoli, dopo che centinaia dei loro amici, parenti e conoscenti precipitarono nelle Foibe del Carso, finirono gettati nel mare Adriatico con una pietra legata al collo o morirono di stenti e di arbitrarie esecuzioni nei campi di prigionia e di lavori forzati allestiti dal maresciallo Tito.»
18,00

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