Libri di Jean Clair
Bonnard Matisse Amitiés
Adrien Maeght, Marie-Thérèse Pulvenis de Seligny, Jean Clair
Libro: Libro rilegato
editore: Gli Ori
anno edizione: 2024
pagine: 376
Considerazioni sullo stato delle belle arti. Critica della modernità
Jean Clair
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 160
«Mai la pittura ha goduto di tanta considerazione. Cerimonie ufficiali, istituzioni, case di cultura, musei, libri, riviste, biennali, retrospettive, esposizioni gigantesche, fiere, vendite all'asta ne alimentano il ricordo, ne coltivano il rimpianto, ne esaltano gli ultimi sussulti, registrano le minime tracce della sua agonia. Storici dell'arte, critici, soprintendenti, sociologi, economisti, psicoanalisti, universitari di ogni razza e paese moltiplicano intorno a essa ricerche, analisi, lavori d'archivio. Poche epoche hanno conosciuto quanto la nostra un tale divorzio fra la povertà delle opere prodotte e l'inflazione dei commenti che anche la più insignificante di esse riesce a suscitare. Ma da tempo la vita ha abbandonato il corpo dilaniato dell'arte. In pochi anni si è creato, dal mercante al museo, dal critico al soprintendente, un perfetto circuito chiuso in cui la circolazione accelerata di un qualsiasi prodotto artistico si è sostituita alla considerazione dei valori che esso racchiude. Circolare è diventato un valore in sé, in assenza di qualsiasi giudizio espresso sugli oggetti introdotti nel circuito».
Considerazioni sullo stato delle belle arti. Critica della modernità
Jean Clair
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2018
pagine: 155
«Mai la pittura ha goduto di tanta considerazione. Cerimonie ufficiali, istituzioni, case di cultura, musei, libri, riviste, biennali, retrospettive, esposizioni gigantesche, fiere, vendite all'asta ne alimentano il ricordo, ne coltivano il rimpianto, ne esaltano gli ultimi sussulti, registrano le minime tracce della sua agonia. Storici dell'arte, critici, soprintendenti, sociologi, economisti, psicoanalisti, universitari di ogni razza e paese moltiplicano intorno a essa ricerche, analisi, lavori d'archivio. Poche epoche hanno conosciuto quanto la nostra un tale divorzio fra la povertà delle opere prodotte e l'inflazione dei commenti che anche la più insignificante di esse riesce a suscitare. Ma da tempo la vita ha abbandonato il corpo dilaniato dell'arte. In pochi anni si è creato, dal mercante al museo, dal critico al soprintendente, un perfetto circuito chiuso in cui la circolazione accelerata di un qualsiasi prodotto artistico si è sostituita alla considerazione dei valori che esso racchiude. Circolare è diventato un valore in sé, in assenza di qualsiasi giudizio espresso sugli oggetti introdotti nel circuito».
Il nudo e la norma. Klimt e Picasso nel 1907
Jean Clair
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2022
pagine: 144
«Durante il 1907,» scrive Jean Clair «a Vienna Gustav Klimt finiva il più bello dei suoi ritratti a fondo oro, senza dubbio uno dei più splendidi quadri che l'arte occidentale abbia prodotto. È il Ritratto di Adele Bloch-Bauer. Lo stesso anno, all'altra estremità dell'Europa, in quel cuore del continente che era Parigi, un altro pittore, Picasso, decideva di lasciare definitivamente incompiuta la grande tela che lo aveva occupato per lunghi mesi, e che sarebbe stata più tardi conosciuta come Les Demoiselles d'Avignon. A Vienna, lusso calma e voluttà; a Parigi, orrore, bruttezza, disarmonia. L'intelligenza prova una certa difficoltà a cogliere la contemporaneità di fenomeni che sembrano avere avuto luogo su pianeti diversi, non appartenere alla stessa storia. Cosa può significare la nascita, avvenuta lo stesso anno, di queste due opere così antitetiche, ma considerate oggi, grazie al distacco del tempo, di uguale importanza e ugualmente ammirate?». Domanda, per molti aspetti cruciale nella storia della pittura del Novecento, cui Jean Clair dà, in Il nudo e la norma, suggestive e affascinanti risposte.
La responsabilità dell'artista
Jean Clair
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2022
pagine: 136
Dopo «Critica della modernità», Jean Clair ritorna con «La responsabilità dell'artista» a fustigare gli «eccessi» dell'arte contemporanea con una ricostruzione delle vicende delle avanguardie nel XX secolo al di fuori degli schemi della storiografia ufficiale. Quali inquietanti connessioni legano l'espressionismo e il nazismo? Perché l'astrattismo è diventato la lingua universale? E perché il sentimento del vuoto tipico di certa cultura americana, dalla pop art al minimalismo, è stato imposto come stile internazionale? Siamo certi che in movimenti come il neoespressionismo e la transavanguardia non si celino nostalgie nazionaliste? Jean Clair, rispondendo a questi interrogativi, sfata il mito dell'artista ribelle e dell'avanguardia come «arte all'opposizione» per rivelare inattese complicità, consce o inconsce, con i versanti più oscuri e minacciosi di un secolo tormentato.
Marcel Duchamp. Il grande illusionista
Jean Clair
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2022
pagine: 144
"Il Grande Vetro è una sorta di Assunzione, un passaggio dal mondo terreno al cielo delle realtà superiori. Ma questa Assunzione non ha niente di religioso; è una speculazione metafisica. [...] E un poema d'amore, una sorta di epopea erotica e cosmica, in cui i grandi sconvolgimenti dell'universo accompagnano le miserie umane. Lo è perché è ancora riconducibile al simbolismo della fine del XIX secolo, di tutto un clima particolare. E proprio perché ci troviamo spesso in pieno simbolismo, è, al limite, indifferente se, incessantemente spinti dal demone dell'analogia, propendiamo per un'esegesi piuttosto che per un'altra. Nel Grande Vetro ritroviamo tutte le figure che appaiono nei miti di un amore iniziatico rituale, di volta in volta contrastato o glorioso, dove si tratta di nascita, di morte e di resurrezione. Potremmo dire che il Grande Vetro è una trasposizione moderna del mito di Tristano e Isotta, o, ancora, dell'Hypnerotomachia Poliphili; un racconto, sull'esempio di Colonna, delle metamorfosi dell'amore carnale in Eros divino".
Inferno
Jean Clair, Laura Bossi
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2021
pagine: 480
Pubblicato in occasione della mostra omonima (Roma, Scuderie del Quirinale, 15 ottobre 2021 - 9 gennaio 2022) il catalogo rende omaggio alla cantica più significativa della Divina Commedia, celebrando l'universo infernale e raccontando l'importanza della sua fortuna iconografica, dal Medioevo fino ai giorni nostri. L'Inferno è esplorato, di capitolo in capitolo, come luogo di penitenza eterna e metafora della sofferenza e dell'alienazione umana - affrontando temi come il male, la morte, il Giudizio, l'inferno in terra declinato negli 'umani inferni' di guerra e prigione, follia e sterminio, e alienazione - senza dimenticarne l'efficacia come 'percorso spirituale' che può portare a una rinascita. La sinistra bellezza delle opere medievali, con la loro iconografia strutturata e orrifica, le meravigliose visioni del Rinascimento, il tormento delle tele romantiche e le interpretazioni psicoanalitiche del Novecento creano un emozionante viaggio visivo che sorprende il lettore per gli accostamenti inediti e le singolari riscoperte, volte a dare forma concreta a quella che Dante definì una "mirabile visione". Peculiarità del catalogo, che ospita i contributi di importanti studiosi, è la presenza di una selezionata antologia di brevi estratti d'autore, fra cui Charles Baudelaire, Italo Calvino, Fëdor Dostoevskij, Victor Hugo, James Joyce, Giacomo Leopardi e tanti altri che hanno affrontato il tema dell'Inferno da una prospettiva letteraria. Nel volume sono riprodotte a colori le 235 opere in mostra. Accanto alle antiche e preziosissime pagine miniate, spiccano le opere di Botticelli, Jan Brueghel, Beato Angelico, Cézanne, Redon, Rodin, Delacroix, Goya, von Stuck fino ad arrivare a Richter, Kiefer, Barceló e molti altri.
Henri Cartier-Bresson. Tra ordine e avventura
Jean Clair
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2021
pagine: 77
«Henri Cartier-Bresson è a tal punto identificato con la fotografia e l'ha resa così illustre che si ha ormai il diritto di dire, di una foto che ci turba per motivi in parte misteriosi: "È di Cartier-Bresson". Esattamente come si dice di un quadro che colpisce: "È di Picasso". Chi non ha potuto vederlo scivolare, planare, ruotare portato da un soffio invisibile, scorgere di colpo, in virtù di quell'attenzione fluttuante che è tipica del grande fotografo, quel che nessuno aveva mai visto, cogliendolo con levità, impadronendosene silenziosamente, senza essersi posato neppure un istante, già appostato più lontano, giubilante del suo bottino e vigile guardiano della vita che aveva così perfettamente catturato solo perché ne era stato così potentemente sedotto, non sa nulla di quest'arte».
Medusa
Jean Clair
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2021
pagine: 243
"La sua figura ci perseguita: donna e mostro, attraente e repellente, Medusa attira lo sguardo e paralizza gli uomini. Un segreto legame unisce la bellezza al tremendo. La sua ambigua presenza la troviamo nelle opere di grandi artisti come Caravaggio, Rubens, Füssli, Klimt, Van Gogh, fino a Giacometti, De Chirico, Magritte, Pollock. In origine, verso l'VIII secolo a.C., Medusa incarna l'orrore. Dopo tre secoli si trasforma in creatura seducente e come gli angeli partecipa a due ordini e a due sessi. Simbolo del potere mortifero dello sguardo, Medusa, secondo Jean Clair, è un emblema della modernità, mostra l'altra faccia dell'era delle immagini, ci conduce dietro l'apparenza dove il mondo diventa immondo. L'approccio iconologico e psicoanalitico dell'autore attraversa il tema dell'orrido e del sublime nell'arte, fino a unire in accostamenti inediti i bestiari medioevali e D'Annunzio, il sesso delle statue greche e i parrucchieri della Rivoluzione francese, Freud e Mantegna, Bataille e l'invenzione della prospettiva, l'estetica contemporanea e il gesto dell'artista oggi." (Giancarlo Ricci)
De immundo
Jean Clair
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2021
«Lontano è il tempo in cui san Bonaventura predicava la delectatio. Docere et delectare: a lungo l'arte ha avuto come fine di arricchire lo spirito e di deliziare i sensi. L'arte contemporanea sembra aver cambiato completamente registro. L'età del disgusto è subentrata all'età del gusto: esibizione e desacralizzazione del corpo, svilimento delle sue funzioni e delle sue forme visibili, morphings e deformazioni, mutilazioni e automutilazioni, fascinazione per il sangue, gli umori corporali e gli escrementi, coprofilia, coprofagia... Da Lucio Fontana a Louise Bourgeois, da Orlan a Serrano, da Otto Muehl a David Nebreda l'arte si è impegnata in una strana cerimonia dove il sordido e l'abiezione scrivono un inatteso capitolo della storia dei sensi. Già Platone, nel "Parmenide", affermava che il sudiciume e i peli sono cose per le quali non esiste alcuna Idea. Cos'è dunque accaduto dal Bello ideale platonico a ciò che si potrebbe definire - da aisthesis, sensazione, e da stercus, escrementi - un'estetica dello stercorario? Negli anni Trenta del Novecento, gli scritti di Bataille e di Sartre, sotto il segno di un sacer ambiguo, annunciavano questa involuzione. E il pessimismo di Freud, che considerava impossibile conciliare le rivendicazioni della pulsione sessuale e le esigenze della civiltà, sembra trovare conferma in ciò che si presenta oggi ai nostri occhi. Si pone tuttavia un problema: quale interesse hanno i responsabili delle più importanti istituzioni culturali, a Kassel, a Londra, a New York, a Parigi, a Venezia, nel consacrare questa ritualità con cui si celebra la nuda fisiologia dei corpi?» (Jean Clair)
Roger de Montebello. Ritratti di Venezia e altri ritratti. Ediz. italiana, inglese e francese
Roger de Montebello
Libro: Libro a fogli mobili
editore: Lineadacqua
anno edizione: 2017
Hybris. La fabbrica del mostro nell'arte moderna. Omuncoli, giganti e acefali
Jean Clair
Libro: Copertina morbida
editore: Johan & Levi
anno edizione: 2015
pagine: 165
Un tempo eccezione e curiosità, il mostruoso è diventato un oggetto comune dell'esperienza e ha finito per invadere tutto con le sue forme inquiete e devianti che si allontanano dall'armonia del canone classico. In una sconcertante variazione di prospettiva, la dismisura, la hybris, è diventata la regola. Il precipizio si apre nell'anno 1895: le numerose scoperte e teorie rivoluzionarie che lo caratterizzano - il cinema, la psicoanalisi, le ricerche neurologiche di Penfield e i primi studi sull'isteria, i raggi x - impediscono agli artisti di continuare a rappresentare il corpo così come si è fatto finora. Jean Clair disseziona l'estetica moderna con il suo proliferare di forme mostruose, smisurate, a partire dagli albori con Goya, fino alle inquietudini della pittura simbolista di Redon e alle ibridazioni del Novecento con Mirò, Ernst, Duchamp, Grosz, Picasso, Giacometti, Balthus. Lo fa attraverso tre figure esemplari che si innestano nel tessuto dei secoli diventando tormentati paradigmi: l'omuncolo, deformato e disarticolato; il gigante, che passando per Swift e Voltaire finirà poi per incarnare la follia mortifera della rivoluzione che divora i propri figli; l'acefalo celebrato da Bataille, il cui corpo mutilato è il disturbante figlio della ghigliottina. L'autore ci conduce alla ricerca di uno sguardo sul contemporaneo, raccogliendo l'eredità di un lavoro trentennale.