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Libri di Giuliano Gemo

Notizie dal futuro

Notizie dal futuro

Giuliano Gemo

Libro

editore: Raffaelli

anno edizione: 2024

pagine: 172

16,00

Stagioni

Stagioni

Giuliano Gemo

Libro: Libro in brossura

editore: Transeuropa

anno edizione: 2021

pagine: 77

La silloge delinea un percorso nel tempo, richiamando quello che porta le stagioni a succedersi l’una all’altra, dalla primavera all’inverno. Ma nell’ultima sezione (“Estate e inverno”) c’è uno scarto. Un titolo alternativo poteva essere "Vernare", con sottotitolo "Poesie incontro all’inverno". Il verbo latino “vernare” evoca, per assonanza, l’inverno, lo ‘svernare’. In realtà il significato di questa parola è del tutto diverso; e qui farebbe intendere il sottotitolo come "Poesie contro l’inverno".
15,00

Lo stormire dei giorni

Lo stormire dei giorni

Giuliano Gemo

Libro: Libro in brossura

editore: LuoghInteriori

anno edizione: 2020

pagine: 116

Tutte le storie di questi racconti, anche quando sconfinano nella favola o nel sogno, e pur con i colpi di scena in cui si risolvono, sono in fondo storie di gente comune: bambini e vecchi, uomini e donne, che si muovono, con i loro pensieri e i loro gesti, le loro gioie e i loro timori, su quella “trama di fondo” del tempo che ci accomuna tutti. È il tempo il filo invisibile che lega tra loro queste storie: quel continuum einsteiniano nel quale i nostri giorni e le nostre azioni, le nostre estati e i nostri inverni si dipanano. È questo il tessuto, impalpabile, che le unisce: quel soffio inestinguibile del tempo che il giovane Leopardi, sulla sommità del suo colle, riconosce d’un tratto nello stormire del vento tra le foglie. Sono esistenze qualsiasi, eventi con la “e” minuscola quelli delle persone che agiscono od osservano, pensano e sentono, ridono e piangono, e parlano tra loro, in queste storie semplici. Ma a renderle uniche e irripetibili – in quel flusso nel quale sembrano perdersi, trasmutarsi l’una nell’altra –, a rendere queste piccole storie, e i loro piccoli protagonisti, pesantemente troppo grandi è sempre lo stesso, sotterraneo, regista. Quello che Proust, al termine delle migliaia di pagine della sua Ricerca, chiama con la “T” maiuscola. Perché, spiega, il posto microscopico che ogni essere umano occupa nello spazio diventa – con l’infinito che ciascuno di noi si porta dentro – smisuratamente gigantesco nel Tempo.
13,00

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