Libri di Flavio Villani
Ultime volontà. Le inchieste di Nero Wolfe
Rex Stout
Libro: Libro in brossura
editore: BEAT
anno edizione: 2022
pagine: 224
Sono famose, anzi famosissime le sorelle Hawthorne, come conferma il Who is Who: April è scrittrice nonché moglie di un importante uomo politico, May è una rinomata scienziata, e June un'attrice di fama mondiale. Così le presenta il fido Archie Goodwin a Nero Wolfe, nella speranza che, qualsiasi problema affligga le celebri signore, il suo eccentrico e poco diplomatico datore di lavoro si dimostri disponibile a risolverlo. Negli ultimi tempi, infatti, se i casi scarseggiano, i soldi in compenso sembrano scivolare via a fiumi dalle sue morbide manone in spese a dir poco voluttuarie, per tacere delle orchidee accudite dal giardiniere dedicato e delle cene sublimi preparate dal cuoco stipendiato. Ma appena giungono alla casa di arenaria rossa sulla Trentacinquesima, le sorelle Hawthorne presentano una richiesta insolita: al celebre investigatore sedentario non chiedono di investigare, ma di aiutarle a evitare uno scandalo. Dopo la recente, tragica morte in un incidente di caccia del ricchissimo fratello Noel, devono assorbire lo shock del bizzarro testamento del de - funto. Nonostante le tre sorelle siano concordi nell'accettare le sue ultime volontà, sono certe che la vedova, Daisy Hawthorne, donna di rara bellezza rimasta sfigurata in una sciagura, impugnerà l'atto rendendolo di pubblico dominio. Che cosa ha spinto Noel a lasciare alle tre sorelle una mela, una pesca, una pera, e, soprattutto, la gran parte del suo patrimonio a una donna che non è sua moglie? E se l'incidente di caccia in cui è rimasto vittima Noel non fosse stato un incidente? Ottavo romanzo con il duo Wolfe-Goodwin, "Ultime volontà" è stato scritto nel 1940, appena prima della guerra che vedrà Rex Stout impegnato in attività di propaganda antinazista. La fortunatissima serie riprenderà alla fine del conflitto, per altre decine di volumi che consacreranno Nero Wolfe a detective letterario più amato di tutti i tempi. Introduzione di Flavio Villani.
La banda degli uomini
Flavio Villani
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2021
pagine: 256
Questo romanzo ha la scrittura tenue delle lampadine da poche candele che si utilizzavano negli anni Trenta. Dove il termine tenue vuole dire ombre, vaghe certezze, il mistero del silenzio quando la sera imbrunisce. È ambientato durante il fascismo, in un regime che in queste pagine è una seccatura, una parata inutile: per tutti, anche per i gerarchi in divisa. In un quadrilatero della vecchia Milano operaia, tra via Porpora e Lambrate, un uomo, un anarchico con il vizio dell'alcol, che si è perduto nonostante figli e famiglia, muore apparentemente per cause naturali. Ma per uno dei figli la versione ufficiale non regge. E comincia a indagare, aiutato dal fratello, da alcuni amici e da un meccanico ebreo. Ne esce un racconto che ha il giallo come pretesto che è la magistrale narrazione di un'epoca di mezze tinte, di espedienti e di furbizie, di antagonismi e di invidie, di opere d'arte importanti e collezionisti senza scrupoli, di opportunisti con la vocazione al fallimento, attratti dalla rovina come fosse una fosca forma di successo. Un mondo che sfocerà nel dramma della seconda guerra mondiale, ma senza clamori, come una fredda necessità della storia. Con lentezza, senza alzare la voce, con moderazione e misura, Flavio Villani si muove nella ruvidezza delle malinconie, descrivendo esistenze impaurite e ipocrite, senza valore e senza morale, che non ambiscono neppure alla forza, alla retorica della disperazione. "La banda degli uomini" è un libro intenso, che indaga personaggi capaci di lasciarci addosso anche il ritmo del loro respiro. E alla fine sapremo quello che è accaduto, ma soprattutto capiremo un po' di più di ciò che siamo e avremmo potuto essere.
Nel peggiore dei modi. Le inchieste del commissario Cavallo
Flavio Villani
Libro: Copertina morbida
editore: BEAT
anno edizione: 2020
pagine: 384
«Sparatoria con morto». La chiamata della volante arriva alle otto e mezza del mattino negli uffici della Terza Sezione della Questura di Milano, meglio nota come Squadra Omicidi. Ancora in piedi accanto all'attaccapanni, senza aver ottemperato al solito rito del caffè mattutino, il commissario Cavallo si rimette il loden e si dirige con l'ispettore Montano sul luogo del delitto. Quando arrivano, l'area della sparatoria non è stata ancora transennata. Il cadavere giace in una chiazza di sangue e terra, e il cappotto di cachemire della vittima ne è intriso. A mezzo metro dal corpo, una scarpa ancora allacciata, persa probabilmente nella caduta. Poco distante, una Mercedes parcheggiata di sbieco sul marciapiede. L'ispettore Montano si china sul cadavere e infila una mano nella giacca. Ne estrae un portafogli di coccodrillo, poi una patente che dice Giacomo Riva, nato a Milano, residente in via Compagnoni. È il 1990, e il commissario Cavallo sa che quelli sono gli anni dell'espansione delle grandi organizzazioni criminali a Milano: esecuzioni mafiose con tutti i crismi, e con delinquenti più o meno noti come vittime, si sono già succedute in discreto numero in città. Tutto fa supporre che l'assassinio dell'uomo che risponde al nome di Giacomo Riva sia maturato nell'ambito della criminalità organizzata, con un killer freddo e spietato piombato a Milano dal profondo della Sicilia o da qualche metropoli del Nord Europa. Una storia semplice, in cui l'unico testimone sembra essere il figlio della vittima che, rannicchiato sul sedile posteriore della Mercedes, ha assistito, impietrito dall'orrore, all'omicidio del padre. Ma il commissario Cavallo l'adagio lo conosce bene: mai fidarsi delle apparenze, seguire sempre l'istinto. L'istinto del vero poliziotto. Giacomo Riva ha infatti la tipica fedina penale immacolata di chi può coltivare senza ritegno amicizie pericolose con esponenti del crimine. Il suo tenore di vita era inoltre troppo alto per essere il titolare di una modesta agenzia immobiliare. Tuttavia, vantava anche amicizie altolocate con politici di lungo corso, e il suo passato presenta una zona d'ombra su cui ogni buon poliziotto dovrebbe indagare: durante gli Anni di piombo era scomparso... e i suoi amici con lui.
Il nome del padre. Le inchieste del commissario Cavallo
Flavio Villani
Libro: Copertina morbida
editore: BEAT
anno edizione: 2018
pagine: 320
Milano, 1972. Piazza Duca d'Aosta, immersa nella canicola di Ferragosto, è talmente vuota da ricordare un paesaggio di De Chirico quando nel deposito bagagli della Stazione Centrale viene rinvenuto, all'interno di una valigia, il cadavere fatto a pezzi di una donna. A indagare sull'omicidio è chiamato il giovane viceispettore Rocco Cavallo, alla sua prima indagine e ansioso di fare bella figura con i propri superiori. Il caso, tuttavia, appare subito di non facile soluzione: il caldo torrido ha anticipato il processo di decomposizione, rendendo impossibile l'identificazione del corpo. L'unico indizio per risalire all'identità della vittima è una piccola croce ortodossa trovata sul fondo della valigia, che potrebbe far pensare a una donna di origine slava. Per il commissario Naldini e per Ferretti della Buoncostume quella donna è certamente una prostituta e il delitto ha tutte le caratteristiche di una punizione esemplare, opera magari di qualche magnaccia particolarmente efferato. L'ipotesi appare ancora più realistica davanti alla scomparsa di una squillo molto conosciuta nell'ambiente, per il cui omicidio viene accusato Totò il Guercio, un magnaccia, appunto, noto in questura per la sua fedina penale tutt'altro che immacolata. Benché il commissario Vicedomini suggerisca un'altra pista, fondata sulla somiglianza tra l'omicidio della donna nella valigia e alcuni brutali delitti compiuti nella metà degli anni Quaranta da un assassino seriale fantasiosamente battezzato dalla stampa Macellaio della Martesana, il caso resta insoluto e consegnato ai polverosi archivi della cronaca nera. E soltanto con l'arrivo, anni dopo, della determinata viceispettrice Valeria Salemi che Rocco Cavallo, il «commissario Cavallo» disilluso dalla vita, ma animato sempre da un intenso desiderio di giustizia, deciderà di riaprire le indagini, questa volta più che mai determinato a trovare il vero responsabile di un omicidio che per trent'anni si è portato dentro come un'ossessione. Flavio Villani gioca su diversi livelli narrativi, consegnandoci un giallo d'atmosfera in cui l'irresolutezza del passato torna a tormentare il presente.
L'ordine di Babele
Flavio Villani
Libro: Libro in brossura
editore: Laurana Editore
anno edizione: 2013
pagine: 547
La guerra nasconde misteri. La pace è il tempo per scioglierli. Saigon, febbraio 1954: un inferno dove la lotta per la sopravvivenza e l'ambiguità sono il filo conduttore di ogni storia. E mentre gli ultimi fuochi della guerra bruciano vicende collettive e vite private, Vincent Pollack, agente del Dèuxieme Bureau, ha una missione da compiere: individuare ed eliminare Babel, la spia che ha messo in ginocchio l'intelligence francese. Ma a Saigon non c'è salvezza. Vincent precipita in una spirale di ossessioni, fino al collasso definitivo della colonia e alla fuga della moglie Isabelle, incinta di una bambina che vedrà la luce lontano da lì. Ma chi è il padre? Vincent? Oppure Pierre Kastòr, il sedicente psichiatra del Bureau? O forse Babel, chiunque egli sia? Ieri in Vietnam scoprire l'identità di Babel era una missione per i servizi segreti; oggi è una necessità vitale che spinge Emmanuelle, la figlia di Isabelle, a cercare nel mondo la risposta che serve a comprendere il mistero della propria esistenza.
Gli assedi del nulla
Flavio Villani
Libro: Copertina morbida
editore: Editori della Peste
anno edizione: 2007
pagine: 68
Nel peggiore dei modi. Le inchieste del commissario Cavallo
Flavio Villani
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2018
pagine: 320
«Sparatoria con morto». La chiamata della volante arriva alle otto e mezza del mattino negli uffici della Terza Sezione della Questura di Milano, meglio nota come Squadra Omicidi. Ancora in piedi accanto all'attaccapanni, senza aver ottemperato al solito rito del caffè mattutino, il commissario Cavallo si rimette il loden e si dirige con l'ispettore Montano sul luogo del delitto. Quando arrivano, l'area della sparatoria non è stata ancora transennata. Il cadavere giace in una chiazza di sangue e terra, e il cappotto di cachemire della vittima ne è intriso. A mezzo metro dal corpo, una scarpa ancora allacciata, persa probabilmente nella caduta. Poco distante, una Mercedes parcheggiata di sbieco sul marciapiede. L'ispettore Montano si china sul cadavere e infila una mano nella giacca. Ne estrae un portafogli di coccodrillo, poi una patente che dice Giacomo Riva, nato a Milano, residente in via Compagnoni. È il 1990, e il commissario Cavallo sa che quelli sono gli anni dell'espansione delle grandi organizzazioni criminali a Milano: esecuzioni mafiose con tutti i crismi, e con delinquenti più o meno noti come vittime, si sono già succedute in discreto numero in città. Tutto fa supporre che l'assassinio dell'uomo che risponde al nome di Giacomo Riva sia maturato nell'ambito della criminalità organizzata, con un killer freddo e spietato piombato a Milano dal profondo della Sicilia o da qualche metropoli del Nord Europa. Una storia semplice, in cui l'unico testimone sembra essere il figlio della vittima che, rannicchiato sul sedile posteriore della Mercedes, ha assistito, impietrito dall'orrore, all'omicidio del padre. Ma il commissario Cavallo l'adagio lo conosce bene: mai fidarsi delle apparenze, seguire sempre l'istinto. L'istinto del vero poliziotto. Giacomo Riva ha infatti la tipica fedina penale immacolata di chi può coltivare senza ritegno amicizie pericolose con esponenti del crimine. Il suo tenore di vita era inoltre troppo alto per essere il titolare di una modesta agenzia immobiliare. Tuttavia, vantava anche amicizie altolocate con politici di lungo corso, e il suo passato presenta una zona d'ombra su cui ogni buon poliziotto dovrebbe indagare: durante gli Anni di piombo era scomparso... e i suoi amici con lui.
Il nome del padre. Le inchieste del commissario Cavallo
Flavio Villani
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2017
pagine: 315
Milano, 1972. Piazza Duca d'Aosta, immersa nella canicola di Ferragosto, è talmente vuota da ricordare un paesaggio di De Chirico quando nel deposito bagagli della Stazione Centrale viene rinvenuto, all'interno di una valigia, il cadavere fatto a pezzi di una donna. A indagare sull'omicidio è chiamato il giovane viceispettore Rocco Cavallo, alla sua prima indagine e ansioso di fare bella figura con i propri superiori. Il caso, tuttavia, appare subito di non facile soluzione: il caldo torrido ha anticipato il processo di decomposizione, rendendo impossibile l'identificazione del corpo. L'unico indizio per risalire all'identità della vittima è una piccola croce ortodossa trovata sul fondo della valigia, che potrebbe far pensare a una donna di origine slava. Per il commissario Naldini e per Ferretti della Buoncostume quella donna è certamente una prostituta e il delitto ha tutte le caratteristiche di una punizione esemplare, opera magari di qualche magnaccia particolarmente efferato. L'ipotesi appare ancora più realistica davanti alla scomparsa di una squillo molto conosciuta nell'ambiente, per il cui omicidio viene accusato Totò il Guercio, un magnaccia, appunto, noto in questura per la sua fedina penale tutt'altro che immacolata. Benché il commissario Vicedomini suggerisca un'altra pista, fondata sulla somiglianza tra l'omicidio della donna nella valigia e alcuni brutali delitti compiuti nella metà degli anni Quaranta da un assassino seriale fantasiosamente battezzato dalla stampa Macellaio della Martesana, il caso resta insoluto e consegnato ai polverosi archivi della cronaca nera. E soltanto con l'arrivo, anni dopo, della determinata viceispettrice Valeria Salemi che Rocco Cavallo, il «commissario Cavallo» disilluso dalla vita, ma animato sempre da un intenso desiderio di giustizia, deciderà di riaprire le indagini, questa volta più che mai determinato a trovare il vero responsabile di un omicidio che per trent'anni si è portato dentro come un'ossessione. Flavio Villani gioca su diversi livelli narrativi, consegnandoci un giallo d'atmosfera in cui l'irresolutezza del passato torna a tormentare il presente.