Libri di Ferdinando Jacopini

Niccolò era un nome impegnativo per un bambino; diventava quel Lolò, che poi mi è restato addosso per tutta la vita, vivendo e soffrendo quel che è successo nella prima metà del secolo scorso. Questa è la storia di quegli anni: una cronaca scritta con gli occhi disincantati di chi c'era, ma lontano dal coro di consensi e lodi che ha acclamato il Duce fino alla conquista del suo anacronistico impero; però, fuori anche dal coro dei comunisti e degli altri, troppo stupidamente violento nel 1919, troppo flebile per vent'anni e poi ancora troppo inutilmente violento. Nel 1935 si è deciso il destino dell'Italia: Mussolini ha voluto fare la guerra all'Etiopia per creare un impero: quella è stata una scelta tremenda, sbagliata, che però è stata entusiasticamente acclamata da tutti gli Italiani, esclusi solo i comunisti esiliati. Tutto il male e tutte le guerre che poi abbiamo sofferto sono stati il frutto amaro di quella scelta.

Il 20 ottobre 1944 un bombardiere inglese sbaglia rotta e non trova le fabbriche della Breda; comunque, per ridurre il consumo di carburante nel volo di ritorno, l'aereo scarica le bombe: una bomba centra la scuola elementare «Francesco Crispi» di Gorla; muoiono 184 bambini e 20 adulti; è l'episodio più orrendo della guerra a Milano.

Sono i soliti pensierini (cattivi o molto cattivi) scritti dopo alcune giornate stressanti, faticose, cercando di rilassarsi e di tornare normali; magari, persino di buon umore.

Idee e pensieri per ridere o almeno sorridere un po' insieme, quando è possibile.

Una specie di diario dei fatti annotati giorno per giorno con i commenti e le sensazioni positive o contrarie, ma spesso politicamente scorrette.