Libri di Edoardo Turci
Diario di vita e di guerra sul Don di Giacomo Ravaioli (1913–2010) detto «Mori» tra storia e memorie di Musella e Taibo
Edoardo Turci
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2025
pagine: 168
Il Diario di vita e di guerra sul Don di Giacomo Ravaioli, noto come "Mori" di Taibo (Mercato Saraceno) rappresenta un atto di memoria storica e sociale e una testimonianza di una sofferenza che non ha mai smesso di martellare la sua esistenza. Un racconto, il suo, che narra prevalentemente degli orrori della guerra di Russia e dello strazio senza fine che ha accompagnato la disastrosa ritirata delle truppe italiane dopo avere sfondato l'accerchiamento sovietico. Nel "Diario" trova spazio anche - specie dagli anni Venti fino agli anni Cinquanta - Sessanta - quel complesso di ricordi, riflessioni e storie paesane di Musella e di Taibo, un tempo luoghi importanti del territorio della media vallata del Savio. E questo grazie allo storico e giornalista Edoardo Turci il quale, attraverso un'agenda e tanti fogli sparsi (a lui consegnati da Luciana Caselli) - dove "Mori", di tanto in tanto, annotava i suoi ricordi - ha ricomposto nella sua essenza, le sue memorie rispettando fino in fondo pensieri, emozioni, ricordi e riflessioni che hanno accompagnato la sua lunga esistenza. Un "Diario" che nasce dal bisogno profondo di conservare la memoria: è un viaggio tra le righe di un tempo difficile, segnato dalla guerra, ma anche dalla forza del ricordo, dalla speranza e dalla capacità dell'animo umano di resistere, di sopravvivere, di testimoniare. Attraverso queste pagine si rivivono momenti di paura, ma anche atti di coraggio, incontri fugaci ma significativi, delusioni e speranze, dolori e soddisfazioni anche nei piccoli gesti quotidiani scanditi dalla passione che "Mori" aveva per l'arte del ferro battuto. Leggere questi ricordi significa non solo conoscere il passato, ma anche onorarlo e imparare da esso e l'auspicio è che queste pagine possano servire da monito e da ispirazione, affinché la pace sia sempre la nostra scelta, e la memoria la nostra guida per il futuro [dalla Prefazione di Mauro Fabbretti].
Gatteo a Mare. Un secolo di vita balneare (1923-2023)
Edoardo Turci
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2023
pagine: 232
Rievocando i primi cento anni di vita balneare di Gatteo a Mare vogliamo ricordare anche la prima nata in questa località di mare, Primula Foschi, che si appresta a festeggiare quest'anno, anche lei, il secolo di vita. Quando nacque nella sua casetta con due camere da letto e una grande cucina, costruita da suo nonno Salvatore Foschi (primo cittadino di Gatteo a Mare), la località contava solo la piccola sede della Guardia di Finanza vicino al Rubicone. Poi vennero i primi insediamenti, case, villette, servizi e i primi capanni in legno, progenitori in qualche modo degli odierni stabilimenti balneari, sorti sulla spiaggia ancora deserta, selvaggia e incontaminata. Simbolicamente rappresentano l'inizio di quel sacrificio affrontato da quei lavoratori del mare per trarre proventi di vita, inizialmente dalla pesca, successivamente dal turismo. Ma più che i marinai e i pescatori, furono i laboriosi contadini e artigiani dell'entroterra a rendere possibile lo sviluppo di Gatteo a Mare come nascente località turistica persuasi che la paura atavica suscitata da un paesaggio ostico, vasto, misterioso, talora minaccioso, era ormai giunta al capolinea. Restarono però ben ancorati a terra ed avviarono attività redditizie che hanno segnato un fenomeno senza eguali in Europa. Labor, prima virtus. La spiaggia pulita e squadrata con precisione millimetrica e razionalizzata con caratteristiche imprenditoriali ha inevitabilmente perduto quella connotazione naturale, misteriosa, d'avventura, come ultimo limite della terra. Oggi è un luogo familiare, ospitale e confortevole, liberatorio, gioioso e spensierato. Nella memoria rimangono però impresse i tempi e le imprese del lungo e faticoso cammino compiuto da quei lavoratori della terra e dell'artigianato, poi protagonisti nel fantastico confine fra acqua, terra e cielo. (L'Autore)
Girolamo Amati filologo, primo ellenista d'Italia del suo tempo
Edoardo Turci
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
pagine: 128
L'Accademia di Savignano intorno ai secoli XVII-XVIII, subì in qualche maniera l'influsso culturale della vicina Rimini, tuttavia appare certo come la stessa, beneficiando di una singolare benignità del destino, abbia avuto origine da eredità culturali trasmesse di padre in figlio. È il caso di due Borghesi, padre (Pietro) e figlio (Bartolomeo), uno illustre numismatico, l'altro sommo archeologo; a seguire i due Rocchi, (Francesco e Gino) considerando anche Giulio Perticari uno dei ingegni del classicismo italiano, come anche i due Amati (Pasquale e Girolamo) appunto, l'uno attento ricercatore di notizie storiche e apprezzato scrittore in lingua latina, l'altro, Girolamo proteiforme ingegno in molte cose e per varie ragioni insigne. Fu illustre latinista, esperto di antiquaria ed epigrafia greca e latina, filologo, "scrittore greco" della Biblioteca vaticana ed anche "terzo padre" (assieme a Borghesi e Perticari) della Simpemenia Rubiconia dei Filopatridi (1801), sorta sulle basi della precedente Accademia, detta degli "Incolti" (1651). Girolamo Amati, personaggio schivo, riservato, (era appellato «il solitario della Biblioteca Vaticana»), operò per un trentennio presso la Congregazione del Concilio e all'Archiginnasio della Sapienza a Roma. I pontefici Pio VI e Pio VII lo nominarono anche custode dell'Archivio segreto Vaticano, poi di quello di Castel Sant'Angelo. Svelò con ingegno le note tachigrafiche greche corrispondente all'odierna stenografia e si dedicò alla paleografia e all'archeologia. In campo filologico ebbe il merito di aver contestato la secolare attribuzione del Sublime a Cassio Longino anziché a Dionisio di Alicarnasso. Collaborò con una ventina di articoli di epigrafia e lapidaria, al «Giornale Arcadico» (dal 1820 al 1831) di cui fu anche promotore [Edoardo Turci].
Valle del Savio... e Rotary. 40 anni di storia
Edoardo Turci
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2022
Il 14 Luglio 1981, diciassette amici diedero vita al Rotary Club Valle del Savio, dal 2021 Rotary Club Cesena-Valle Savio. Con questo libro si vuole celebrare e fissare la storia di questo Club, i cui soci, negli ultimi quarant'anni, hanno sostenuto e contribuito alle attività filantropiche, culturali e sociali del nostro territorio, onorando degnamente gli ideali rotariani. Diventato "il più grande fra i piccoli", il Club si è distinto per iniziative di alto profilo mantenendo ben presente il principio del "servire" che anima - e deve sempre animare - tutti gli aderenti del Rotary Club. Il sodalizio ha sempre rivolto lo sguardo alle necessità della vallata del Savio, che annovera scorci panoramici di rara bellezza scavati da fiumi o vie d'acqua percorse nei secoli da uomini e merci. Gente fiera, lavoratori tenaci e affezionati ai loro paesi posti in altura, legati alla tradizione salda come il massiccio del Fumaiolo, dove nasce il fiume sacro ai destini di Roma, e dove è stato innalzato un monumento al fondatore del Rotary. Memorabili gli eventi e i progetti riguardanti il "gemellaggio dei tre fiumi", le varie borse di studio e premi offerti ai migliori studenti della Vallata, il premio "Plauto" e l'assegnazione, nel corso degli anni dei premi "Paul Harris Fellow" a coloro che si sono distinti sul territorio. Il Club non ha mai però dimenticato la sua dimensione internazionale, partecipando al programma "Polio eradication" e proponendo un interessante convegno sulle principali religioni monoteiste. Con questo libro - che riporta in appendice inedite immagini d'epoca - si vuole fissare la memoria del passato e renderla solido punto di appoggio per avviarsi verso il futuro, consci dei buoni risultati del lavoro svolto in passato e consapevoli delle sfide che riserva il futuro.
Aldo Spallicci (1886-1973). La sua esistenza, la sua Romagna, la sua Accademia nel 50° della scomparsa
Edoardo Turci
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2023
pagine: 208
Quando, nel 1948, venne offerta ad Aldo Spallicci la presidenza dell'Accademia dei Filopatridi - dopo l'immane catastrofe determinata dal passaggio del Fronte - egli non esitò a rimboccarsi le maniche e assumersi l'impegno e la gravosa responsabilità di riportare all'antico splendore l'istituzione accademica con la sua preziosa biblioteca gravemente danneggiata. Reduce "confinato" a Milano durante il ventennio, era stato medico in un presidio sanitario dove le cure erano gratuite per i poveri e i meni abbienti. Nell'Italia post-bellica, parlamentare della Repubblica, fu Alto Commissario aggiunto per l'igiene e la sanità pubblica (organismo antesignano del Ministero della sanità), un incarico che svolse con grande rigore dettando, probabilmente, le linee future per la sanità pubblica. Assumendo la carica di presidente dell'Accademia, ottenne contributi ministeriali per il restauro dei volumi danneggiati, per la ricostituzione dei locali e dei mobili della sede, con ricollocazione finale di opere e libri nelle apposite sale. Inoltre, per sua sollecitazione, l'Accademia attivò progetti originali e si aprì a prospettive nuove, rinnovando e rinvigorendo il mai domo progetto di rigenerazione della cultura e della società romagnola. Era la ripresa di un progetto già tentato nei primi decenni del '900, ma mutilato dalla spaccatura ideologica determinata dal fascismo, che non lasciò spazio a questi disegni di redenzione e recupero dell'identità e delle tradizioni agresti della Romagna. Spaldo per gli amici e, per tutti, e' ba' dla Rumâgna, oltre a dedicarsi per tutta la vita a un'intensa opera letteraria, poetica e intellettuale, fu combattente, medico, docente (storico della medicina), antifascista, partigiano e politico. E ancora oggi si propone come uno dei romagnoli più illustri, coerenti e genuini del XX secolo, pensatore e poeta, sensibile interprete della natura e fervido ammiratore delle cose umili e giuste. [Edoardo Turci].

