Libri di Dionigi Areopagita
De divinis nominibus. Praefationem, textum, apparatus, anglicam versionem instruxit Salvator Lilla. Ediz. inglese. Testo greco a fronte
Dionigi Areopagita
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Orso
anno edizione: 2018
pagine: 272
"La presente pubblicazione dell’edizione del 'De divinis nominibus' curata da Salvatore Lilla, accanto a quelle già esistenti e note di Beate Regina Suchla (Patristische Texte und Studien 33, Berlin, De Gruyter, 1990) e di Ysabel de Andia (Sources Chrétiennes n. 579, Paris, Cerf, 2016), si giustifica sia perché costituisce la presenza di una voce indipendente e parimenti autorevole negli studi dionisiani, sia perché possiede un sicuro valore storico e meriti scientifici intrinseci. Salvatore Lilla fece opera di pioniere: quando iniziò a lavorare sulla tradizione manoscritta dell’opera dello Pseudo Dionigi intorno al 1960, nessuno ancora aveva affrontato quel compito né aveva pensato di attuarlo. La ricerca e la collazione di quaranta manoscritti e la costituzione di uno stemma codicum furono, per l’epoca in cui fu pubblicato l’articolo che li illustrava (1965), una novità assoluta, ed i risultati a cui lo studioso pervenne rimangono validi tutt’ora. Il lavoro di Salvatore Lilla, rimasto incompiuto per la morte dello studioso, vede ora la luce grazie alla revisione e alle cure filologiche di Claudio Moreschini."
Corpus dionysiacum: La gerarchia celeste-La gerarchia ecclesiastica-Circa i divini nomi- La teologia mistica-Epistole
Dionigi Areopagita
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2014
pagine: 468
Ci sono traduzioni che non si devono dimenticare. Quella che Enrico Turolla (1896-1985), celebre traduttore di Platone, Orazio e di Proclo, diede per il "Corpus Dionysiacum" è una di esse. Il suo Corpus vedeva la luce a Padova nel 1956, presso Cedam e, prima della versione di Pietro Scazzoso ed Enzo Bellini (uscita in un primo tempo da Rusconi e poi, nel 2009, nella collana "Il pensiero occidentale" di Bompiani), era la sola completa e attendibile in italiano. Senonché la traduzione di Turolla, anche se non venne condotta sugli ultimi testi critici tedeschi (Walter de Gruyter, 1990), conserva un valore impareggiabile per la scelta dei termini e per la capacità dello studioso di evocare il linguaggio mistico del misterioso pensatore che si cela dietro il nome di Dionigi Areopagita.
Mistica teologia e epistole I-V
Dionigi Areopagita
Libro
editore: ESD-Edizioni Studio Domenicano
anno edizione: 2011
pagine: 288
La Mistica teologia è un sintetico trattato di metafisica con finalità mistica: conoscere Dio non come si manifesta e rivela nel creato e nella Scrittura, ma come è in sé stesso, l'increato, l'infinito che trascende tutte le determinazioni, dissimile da tutte le altre realtà. Per questo l'intelletto umano deve negare dapprima tutte le affermazioni su Dio che ne sottolineano la somiglianza con il creato, ma poi anche tutte le negazioni perché tutte le realtà sono partecipazioni divine e pertanto esistono in Dio in modo eminente. Abbandonata ogni affermazione e negazione determinata, in tale nescienza l'intelletto umano conosce sovraintellettivamente l'Inconoscibile, ossia si è disposto a essere elevato dalla grazia all'esperienza mistica della comunione con Dio. La traduzione con testo greco a fronte è accompagnata da quella delle principali lettere di Dionigi che chiariscono alcuni punti del trattato, da un'introduzione alla struttura dell'opera e alla figura del suo misterioso autore e da un commento filosofico che presenta la chiave interpretativa del trattato, ne spiega insieme alle note al testo i passaggi complessi e lo contestualizza all'interno della storia del pensiero antecedente e successivo a Dionigi sia occidentale (neoplatonismo pagano e filosofia patristica, bizantina e medievale, rinascimentale e oltre) sia orientale (ermetismo e filosofie indiana, giudaica e islamica).
I nomi divini. Testo greco a fronte
Dionigi Areopagita
Libro
editore: ESD-Edizioni Studio Domenicano
anno edizione: 2010
pagine: 448
Conoscere il nome di una cosa o di una persona creava, secondo gli antichi, un rapporto di vicinanza, o addirittura di possesso. Per questo motivo alcuni passi della Bibbia proibiscono all'uomo di pronunziare il nome di Dio. Inizialmente, nella tradizione filosofica greca, il problema del rapporto tra il nome e la cosa viene investigato da Platone, nel Cratilo. Successivamente, a partire da Plotino, si arriva ad affermare che, pur pronunciandone il nome, Dio resta inconoscibile, essendo uno e al di sopra di tutto. Queste idee vengono filtrate da Dionigi nella presente opera . Il suo metodo apre prospettive importanti sul problema dei nomi che l'uomo può attribuire a Dio: se è vero che l'uomo dà il nome alle cose solo dopo averle conosciute, e che Dio nessuno l'ha mai visto, come fa l'uomo a nominarlo? Grazie alla sua speculazione, la teologia di Dionigi tende ad assumere lo stesso punto di vista di Dio e può dunque dirsi anagogica o sub specie aeternitatis.La presente edizione offre il testo greco e la traduzione italiana a fronte. Il testo greco è completato da un apparato critico - in cui si tiene conto dell'antica versione armena - e da un corredo di introduzioni, note esplicative e rimandi che permettono di affrontare uno dei testi cardine della spiritualità occidentale e orientale che viene citato ripetutamente, ad esempio nelle più recenti encicliche, anche da Benedetto XVI.
De mystica theologica-De divinis nominibus. Interprete Marsilio Ficino. Testo latino a fronte
Dionigi Areopagita
Libro: Copertina rigida
editore: D'Auria M.
anno edizione: 2011
Tutte le opere. Testo greco a fronte
Dionigi Areopagita
Libro: Libro rilegato
editore: Bompiani
anno edizione: 2009
pagine: 8230
Il Corpus dionisiano, sintesi del neoplatonismo greco e del pensiero cristiano, è costituito da una serie di scritti: la "Gerarchia celeste", la "Gerarchia ecclesiastica", i "Nomi divini", la "Teologia mistica" e "Lettere". Questi scritti per certi aspetti stanno alla base della teologia medioevale di lingua latina nelle sue più svariate forme (dalla dottrina degli angeli all'ecclesiologia), in quanto furono attribuiti anacronisticamente a quel Dionigi, personaggio ateniese, convertito da San Paolo dopo il discorso all'Areopago narrato negli Atti degli Apostoli. In realtà in questi scritti è chiaramente presente un linguaggio neoplatonico molto vicino a quello di Proclo e di Damascio, il che lascia pensare a una datazione intorno alla metà del VI secolo. Furono commentati da Massimo il Confessore e da Giovanni Scoto Eriugena, e si possono considerare il punto di partenza di tutta la teologia negativa e fonte di ispirazione del misticismo cristiano medievale e moderno, da Meister Eckhart fino a Edith Stein. Dopo la scoperta in età moderna della loro inautenticità, ci si è resi conto della preminenza del pensiero neoplatonico su quello cristiano. Cristo, pur spesso citato, non trova spazio adeguato nell'impianto metafisico-teologico, in modo sorprendente. Resta un mistero se l'Autore fosse un credente che cercasse di assorbire nel pensiero cristiano il pensiero tardo-antico pagano, o se fosse un dotto filosofo che cercasse invece di assorbire nel pensiero pagano il pensiero cristiano.