Libri di David Polo

Il romanzo segue il viaggio del protagonista, intenzionato a diventare "il più grande scrittore del mondo" raggiungendo l'obiettivo di cinquemila parole al giorno fissato da Jack Kerouac. Lasciando il suo paesino natale, si trasferisce a Milano per stimolare la sua creatività, ma qui si trova coinvolto in un crimine: nel tentativo di salvare una donna, uccide accidentalmente un uomo. Dopo aver scontato parte della sua pena in carcere, grazie all'aiuto del direttore di una rivista sportiva, diventa giornalista. Tuttavia, le difficoltà non cessano e, tornato al paese d'origine, è emarginato dalla comunità che lo vede come un pericoloso omicida. Un evento imprevisto, però, offre al protagonista l'opportunità di riscattarsi, soprattutto agli occhi del severo padre, portando a una possibile riconciliazione con il suo passato e la sua gente.

Un investigatore privato cerca delle prove schiaccianti contro la moglie di un imprenditore molto facoltoso ma incappa in una serie di errori poco professionali che finiranno per fargli perdere credibilità. Intanto un altro investigatore si metterà sulle sue tracce, cercando di coglierlo in fallo. Una serie di tradimenti a catena coinvolgerà i due investigatori e altre persone disposte a tutto pur di ottenere quello che vogliono. Questo libro non è né un giallo né un romanzo di genere investigativo, è piuttosto una cinica satira su ciò che al mondo sembra contare di più, ovvero il denaro, il potere e la fama, in un'accesa sfida a chi è più furbo e cerca farla franca di fronte all'evidenza delle proprie angherie.

Viviamo in un'epoca in cui stereotipi e luoghi comuni vengono elevati al rango di sapere assoluto. Viene continuamente proposto un pensiero "convenzionale" contro il quale è del tutto inutile opporsi. Quando si affrontano certi temi sociali, politici, economici e sanitari, ci si vede quasi costretti ad adeguarsi al pensiero "comune"; non c'è più spazio per l'originalità: tutto deve essere amalgamato, simile. Chi va contro questo sistema di idee, viene sempre più spesso guardato con sospetto. Questo libro di pensieri, idee e riflessioni nasce con l'intento di andare oltre il politicamente corretto e mostrando, con ironia, quanto questo politically correct sia in realtà, in alcuni casi, molto scorretto.

"Chi pensa di vincere, probabilmente vince". Anche sulle malattie. È questo il più forte messaggio contenuto nel libro, rivolto soprattutto a chi deve combattere contro una malattia grave e una terapia pesante. Un libro quanto mai carico di entusiasmo, anche se le premesse suggerirebbero il contrario. Solitamente la malattia è associata al dolore, alla negatività, alla morte. Polo e Virgili, cognati e malati di due forme differenti di epatite, l'hanno invece accolta come un dono, un'occasione per riflettere sullo stile di vita che si conduce, per riassaporare i piccoli piaceri della vita e per riconoscere le vere priorità dell'esistenza umana. Il volume illustra tutto il percorso di guarigione di David Polo: solitamente per contrastare il virus i pazienti si sottopongono a una terapia interferonica, debilitante quanto quella chemioterapica. Ben il 40 per cento dei malati la abbandona perché costretto rinunciare alla propria vita per un anno intero e soprattutto perché ha gravi effetti collaterali di natura depressiva. Polo invece, già al sesto mese, azzera il virus dedicando i restanti 6 mesi della terapia alla stabilizzazione. I due cognati attribuiscono il merito di questa vittoria alla terapia interferonica associata agli integratori, non solo alimentari ma anche affettivi, come il sostegno e l'incitamento dei familiari e degli amici, tanto che oggi si sono riscoperti come due persone nuove, anche nel rapporto che li lega, oggi così profondo.