Libri di Dario Durando

Emanuele ha appena perso Roberto, carissimo amico di sempre portato via da un cancro, e l'evento lo spinge a una riflessione profonda sul senso dell'esistenza e la fine che ci attende. Sullo sfondo di una Torino e di un'Italia che cambiano insieme ai protagonisti, Emanuele ripercorre con noi la storia sua, di Roberto e di Piergiorgio, ricostruendo quello che è accaduto a ciascuno dei tre amici da quando si sono incontrati in quarta ginnasio, nel lontanissimo 1968: il lavoro, l'amore, l'impegno politico, le gioie, le delusioni, i dolori. Lo scontro tra lui e Roberto, anche, molti anni addietro. Le vicende dei personaggi si intrecciano con quelle del Paese negli ultimi cinquant'anni, con gli aspetti sociali e politici e con le passioni di una realtà che palpita nel cuore delle persone e che non vuole essere dimenticata. "L'asino che credeva di essere un cavallo" costituisce in primo luogo un inno all'amicizia, ma è anche una testimonianza storica e sociale e una narrazione introspettiva che ci insegna questa semplice verità: essere grati per la vita che abbiamo finora vissuto è, in alcuni casi, l'unica soluzione per chiudere il cerchio e ricominciare a vivere.

Eugenio è direttore risorse umane di un'azienda metalmeccanica della "cintura" torinese. È non solo un marito e un padre esemplare, ma anche un uomo di grande cultura e con molti interessi, e per questo la sua vita monotona e ripetitiva non lo soddisfa pienamente. Sa che ha bisogno di uno sbocco creativo e prova a scrivere un romanzo, ma il tentativo è più complicato del previsto perché il lavoro e la quotidianità gli risucchiano tutte le energie. A scombussolare all'improvviso la sua esistenza è l'ambizioso fratello Massimo, che compra la Lorenzi Impianti, una grossa impresa con sede nei pressi di Milano, e gli propone di lavorare lì con lui, a condizioni economiche molto vantaggiose. Sebbene la sua scelta implichi il sacrificio di stare lontano dalla famiglia cinque giorni a settimana, Eugenio accetta, convinto che questa sia l'occasione per dare una svolta al proprio percorso. Malgrado i successi iniziali, le cose si rivelano però ben diverse da come se le aspettava, mentre il suo matrimonio diventa l'opposto del "porto sicuro" cui era abituato. E allora Eugenio si pone una domanda fondamentale: dobbiamo aspettare che la vita ci offra delle occasioni da cogliere, o siamo sempre e solo noi gli artefici del nostro destino?

Il Corvo ha preso di mira l'Italrotech, impresa manifatturiera con sede nell'hinterland milanese, e non si sa perché. Nessuno conosce la sua identità, ma dalle e-mail inviate a molti dipendenti sembra che lui, invece, conosca tutti i segreti dell'azienda e di chi ne fa parte. Di volta in volta colpisce le vittime concentrandosi sulla loro vita sessuale o sul modo in cui riescono a far soldi ai danni del proprio datore di lavoro. Piano piano gli altarini vengono scoperti e gli animi umani messi a nudo. Le e-mail del Corvo sconvolgono le vite dei protagonisti. Ma non è tutto. Nell'azienda iniziano a verificarsi fatti strani e inquietanti. Prima una truffa informatica da quasi cinque milioni di euro. Poi un omicidio che qualcuno pensa sia connesso a traffici illegali che coinvolgono la società. Che cosa sta davvero accadendo all'Italrotech? Chi è l'artefice di tutto questo?

Questa monografia - che è basata prevalentemente sull'utilizzo delle fonti archivistiche americane, britanniche, francesi e in minor misura italiane e tedesche, ma prende in considerazione anche la letteratura più aggiornata sull'argomento - è la prima opera nella nostra lingua dedicata specificamente alla ricostruzione dettagliata degli eventi dell'estate e autunno 1954, che condussero al rigetto del trattato istitutivo della Comunità Europea di Difesa da parte dell'Assemblea Nazionale francese e, nel giro di poche settimane, alla conclusione degli accordi di Parigi per l'ingresso della Germania nella NATO e la fondazione dell'Unione Europea Occidentale in luogo della CED. A distanza di sessantanove anni, quegli avvenimenti conservano la loro grande rilevanza storica, perché proprio nel fallimento dell'ardito progetto sovranazionale della CED affondano le radici da un lato l'approccio incrementale all'unificazione europea adottato con innegabile successo a partire dai Trattati di Roma, e dall'altro la persistente nostalgia di un "esercito europeo" che riaffiora ciclicamente in occasione di grandi traumi geopolitici quale, da ultimo, la barbarica aggressione russa all'Ucraina.