Libri di Dario Del Corno
Agamennone-Coefore-Eumenidi. Testo originale a fronte
Eschilo
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
Solenni, pervase di uno spirito profetico quasi biblico, le tragedie “Agamennone”, “Coefore” ed “Eumenidi” compongono l'“Orestea”, l'unica trilogia del teatro greco che ci sia giunta completa. Narrano l'assassinio di Agamennone da parte della moglie Clitennestra, furiosa per il sacrificio della figlia Ifigenia; la vendetta del figlio Oreste, che uccide la madre e viene poi perseguitato dalle Erinni e infine la sua assoluzione da parte del tribunale dell'Areopago. Eschilo fa coesistere, in un unico indissolubile insieme, le passioni, il misterioso e ambiguo groviglio di sentimenti che dominano i casi della sventurata famiglia degli Atridi e una discussione, attualissima, sui principi etici, giuridici e religiosi della società. Un ciclo di straordinaria potenza espressiva, che mette in scena la consacrazione del diritto al posto della vendetta.
Supplici-Prometeo incatenato. Testo greco a fronte
Eschilo
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 192
Quale nesso occulto lega le Danaidi in fuga dal lontano Egitto al Titano ferocemente avvinto a una rupe della Scizia? Il segreto di un comune destino è nella figura di Io, la fanciulla-giovenca, causa e spunto di quel meraviglioso dispiegarsi di miti e di storie, di excursus geografici e di profezie che continuamente rimandano dall'una all'altra tragedia. Tema dominante della produzione eschilea, il rapporto tra mistero e razionalità, tra ineluttabilità del Fato e responsabilità dell'individuo si esprime con straordinaria creatività in queste due tragedie, pur così distanti come epoca di composizione, stile e impostazione. Introduzione di Dario Del Corno.
I fratelli. Testo latino a fronte
P. Afro Terenzio
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1987
pagine: 176
Adelphoe, i fratelli. E di fratelli, in questa che è l'ultima delle commedie di Terenzio, rappresentata verso il 160 a.C., ce ne sono ben quattro, divisi in coppie simmetriche: la generazione anziana e quella giovane. Dei giovani, Ctesifone è stato allevato in campagna, con metodi all'antica, dal padre Demea, mentre Eschino è cresciuto in città sotto la guida indulgente e comprensiva dello zio Micione. Tema portante della commedia è proprio il confronto tra i due differenti modelli di educazione e di vita. E se gli intrighi amorosi dei giovani mostreranno che la severità non dà frutti migliori della dolcezza, il matrimonio finale del tranquillo Micione sembra adombrare l'assoluta relatività di ogni sistema di valori. L'introduzione di Dario Del Corno arricchisce la lettura del testo illustrando gli aspetti strutturali e stilistici del teatro terenziano.
Il punitore di se stesso. Testo latino a fronte
P. Afro Terenzio
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1990
pagine: 192
Il libro dei sogni
Artemidoro
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 1993
pagine: LVIII-432
«Un tale sognò di vedere nella luna il proprio volto... Un tale sognò di imboccare il proprio membro con pane e formaggio, come se fosse un animale... Un tale sognò di scuoiare il proprio figlio e di farne un otre... Una donna sognò di avere un occhio nella mammella destra... Un tale sognò che dal cielo cadesse una stella, e che un'altra salisse in cielo dalla terra... Un tale sognò di mangiare i propri escrementi insieme al pane, e di gustarli». Il significato di questi e di centinaia di altri sogni ci viene illustrato nell'opera di Artemidoro, vera enciclopedia teorica e pratica del sogno, scritta nel II secolo dopo Cristo, compendio di tutta l'antica e complessa tradizione greca su questo tema, che nel mondo moderno è stato posto, dopo Freud, al centro di tutta la psicologia e si è rivelato una fonte inesauribile di conoscenze e di misteri. Artemidoro era un interprete di sogni per professione e la sua ambizione era di scrivere un manuale definitivo della sua scienza: con diligenza e minuzia, utilizzando tutta la letteratura precedente, oggi in gran parte perduta, e insieme la sua diretta esperienza, Artemidoro classifica tutti i tipi di sogni e i procedimenti che vi operano, elenca le più disparate immagini che vi possono comparire e ne svela i vari sensi. Il risultato è sorprendente: dietro le sue interpretazioni, spesso asciutte e prosaiche, si profila tutto un diverso regime dell'immagine, che getta luce preziosa su quella che era la coscienza psicologica greca. Naturalmente il lettore moderno non potrà resistere alla tentazione di confrontare le interpretazioni di Artemidoro con quelle della psicoanalisi. E anche qui la lettura sarà quanto mai eccitante: proprio nella totale diversità dei presupposti, certe indicazioni sembrano convergere e integrarsi, a riprova che le immagini oniriche costituiscono una realtà che nessun sistema culturale riesce compiutamente a ridurre al proprio codice. Infine, Il libro dei sogni potrà essere consultato direttamente dai suoi lettori di oggi, come Artemidoro voleva: e da questa via inusuale impareremo a conoscere qualcosa di più di quelle misteriose, ambigue figure che escono, secondo le parole di Omero, da due porte, una di corno e l'altra di avorio: «E ai sogni che escono attraverso la porta d'avorio è pericoloso credere, perché portano messaggi che non si realizzano nei fatti, mentre quelli che procedono per la porta di corno hanno potere nella realtà, ogni volta che un uomo li veda». Ma anche sotto un altro aspetto l'opera di Artemidoro è per noi oggi preziosa: come testimonianza vividissima sulla vita quotidiana e i rapporti sociali nella Grecia dell'antichità, i cui usi e costumi ci appaiono limpidamente riflessi nello specchio dei sogni. La presente edizione è dovuta a Dario Del Corno, uno dei più attenti studiosi dell'onirocritica greca, ed è accompagnata da un suo lungo saggio, che ripercorre tutta la storia del sogno nella Grecia antica e analizza i sottili rapporti di Artemidoro con una tradizione che era insieme religiosa, filosofica e popolare.
Outis. Azione musicale in 2 parti. Musica di Luciano Berio
Dario Del Corno, Luciano Berio
Libro
editore: Casa Ricordi
anno edizione: 1996
pagine: 34
Del mangiare carne. Trattati sugli animali
Plutarco
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2001
pagine: 296
Il mangiare carne non è la condizione naturale dell'umanità, ma un passaggio traumatico nella sua storia. Con esso l'uomo, animale predato, passava dalla parte dei predatori. Ciò implicava vivere della regolare uccisione di animali, questi primi dèi. La questione era però anche religiosa, e come tale venne elaborata in antichi riti, come i Bouphonia ateniesi. Ma questo si desume anche da un importantissimo testo di Plutarco, "Del mangiare carne", fondato sulla tesi che la dieta carnea vada contro natura. Letto accanto agli altri due trattatelli qui pubblicati, questo testo documenta la profonda conoscenza e comprensione del mondo animale che caratterizza l'antichità classica e che Plutarco sembra compendiare nelle sue pagine.
Edipo re-Edipo a Colono-Antigone. Testo greco a fronte
Sofocle
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 370
Le tre tragedie "tebane" presentate in questo volume non costituiscono una trilogia vera e propria, ma risalgono a momenti diversi della vita di Sofocle: "Antigone", l'episodio conclusivo, è stata scritta per prima, nel 442; "Edipo Re" è di poco anteriore al 425; mentre "Edipo a Colono" è l'ultima opera, rappresentata postuma nel 401. I casi del re di Tebe - inconsapevole assassino del proprio padre e sposo della propria madre, quindi fratello della propria figlia - e della sua discendenza ammoniscono che nell'agire umano è sempre presente un limite; ma insegnano anche che l'uomo resta in ogni caso protagonista della propria vita. Ed è proprio la dualità della natura umana, tesa da un lato all'estatica visione della divinità e coinvolta dall'altro nelle dolorose piaghe dell'esistenza, a costituire il nucleo di questi tre capolavori del teatro classico.
Medea-Ippolito. Testo greco a fronte
Euripide
Libro
editore: Mondadori
anno edizione: 2019
pagine: 288
È una passione amorosa violenta a tormentare le protagoniste di Medea (431 a.C.) e Ippolito (428). Per vendicarsi del tradimento di Giasone, Medea uccide i propri figli; sconvolta dal rifiuto di Ippolito, il figliastro di cui è follemente innamorata, Fedra ne provoca la morte. La tematica amorosa predomina nel teatro greco alla fine del V secolo a.C. e il conflitto tragico nasce nello scontro tra forze elementari della passione umana. In queste tragedie Euripide lancia un monito contro due errori distruttivi in cui la società e l'individuo rischiano di scivolare senza rimedio: l'esclusione del “diverso” dalla sfera della morale costituita, cieca ai fermenti più nuovi e urgenti, e il rifiuto di accettare in sé le varie componenti della natura umana, anche quelle vincolate alla fisicità della materia, senza le quali l'uomo altro non è che un essere dimezzato.