Libri di CLAUDIO GUARDA
Gli atelier di Remo Rossi. Un luogo di creazione artistica e di interscambio culturale
Claudio Guarda
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Dadò Editore
anno edizione: 2022
pagine: 180
Lo scultore locarnese Remo Rossi (1909-1982) ha segnato la storia artistica e culturale di Locarno, del Ticino e della Svizzera in generale, attraverso un’ampia produzione di opere che sono andate a ridefinire gli spazi pubblici, a completare architetture religiose e civili, ad ornare sepolture e case private. La sua arte tocca gli ambiti più svariati, passando dall’arte sacra a quella funeraria, dalla ritrattistica alla mitologia, dagli animali al mondo circense e alle attività dell’uomo e del lavoro, attraverso l’impiego di materiali e stili diversi. A 40 anni dalla morte dell’artista, la Fondazione a lui dedicata intende dare risalto a quella che fu indubbiamente l’opera maggiore compiuta da Remo Rossi, ovvero la realizzazione del complesso di atelier ai Saleggi di Locarno, un luogo di creazione e confronto che divenne importante crocevia di arte e cultura, grazie all’accoglienza sulle rive del Lago Maggiore di numerosi esponenti di spicco dell’arte internazionale.
Angela Mondini 1879-1963. Con un ricordo di Bruno Nizzola 1890-1963
Claudio Guarda
Libro: Libro in brossura
editore: Armando Dadò Editore
anno edizione: 2018
pagine: 88
«Con l’esposizione dedicata alla locarnese Angela Mondini, il Centro culturale e Museo Elisarion ha il piacere di presentare l’opera di un’artista autodidatta poco conosciuta al grande pubblico ma che, nonostante si sia avvicinata alla pittura relativamente tardi e per il puro diletto, seppe guadagnarsi la considerazione e ammirazione del maestro Bruno Nizzola e di altri noti esponenti della vita culturale e artistica del Locarnese, tra cui anche il “nostro” Giovanni Bianconi.» Renato Mondada, Capo Dicastero cultura Minusio.
Epper, Pauli, Schürch. I tre «espressionisti neri»
Claudio Guarda, Stefano Crespi
Libro
editore: Armando Dadò Editore
anno edizione: 2016
pagine: 1286
Dopo le esposizioni dedicate a Ugo Zaccheo, Oskar Dickmann, Silvestro Mondada, Wilhelm Schwerzmann e Max Uehlinger, quest'anno l'attenzione è stata rivolta a tre espressionisti giunti da oltralpe per stabilirsi nel nostro territorio tra i monti sopra Locarno, Brione, Ascona e Cavigliano - a cavallo delle due guerre mondiali: Johannes Robert Schürch, Ignaz Epper e Fritz Pauli. Denominati "espressionisti neri" in ragione della loro comune predilizione per l'utilizzo di tecniche grafiche quali la silografia, l'incisione, il carboncino o il disegno a inchiostro, la loro arte riflette la sofferenza individuale e il malessere sociale di un'epoca segnata indelebilmente dai due conflitti mondiali e dall'instaurazione di tre dittature (fascista, nazista e franchista) ma anche un sentimento di solitudine interiore legata alla percezione d'impotenza di fronte a questi tragici eventi.