Libri di Clara Terribile
I racconti del Prione. Selezione 2007
Clara Terribile, Umberto Li Gioi, Stefano Parigi
Libro: Libro in brossura
editore: Giacché Edizioni
anno edizione: 2007
pagine: 266
Narrare può parere un gioco. Giocare significa anche inventare, creare dal nulla, come per magia, personaggi e storie. E molte, varie ed interessanti sono le storie narrate. Si respirano, in alcuni racconti, certi colori freddi ed intensi, brumosi, o la luce abbacinante delle distese innevate; vi sono ambientazioni della vita di campagna: grandi case annesse a stalle e pollai circondate da orti e campi; o grigie atmosfere urbane in cui si agitano in frenetica attività uomini e veicoli immersi nello smog quotidiano dove ognuno è a sé, individuo solo, privo di autentici contatti umani. Ma ecco che nella solitudine dell'età adulta riemerge "pur come un'isola verde, lontana, entro una pallida serenità" la memoria della prima infanzia, favolosa e struggente. O anche, attraverso episodi di storia antica, ci troviamo immersi in un paesaggio incontaminato, tra fiumi traboccanti d'acque ed impetuosi torrenti e boschi lussureggianti ricchissimi di fiori e di frutti, scenario alle passioni d'una umanità primitiva. I volumi dei Racconti del Prione raccolgono la selezione dei ventuno migliori racconti brevi tra quelli inviati dall'Italia e dall'estero al Premio di Narrativa "il Prione".
Io non mi pento. La vera storia di un malavitoso
Clara Terribile
Libro: Copertina morbida
editore: DEd'A
anno edizione: 2012
pagine: 396
"Ho ucciso. Ho visto uccidere. Hanno tentato di uccidermi. Uomini che mi hanno aspettato negli angoli più bui del mondo, galere, cimiteri, strade deserte dove si sentiva solo il respiro della morte. E spesso mi sono dovuto difendere dalla sua falce uccidendo a mia volta." Tanti hanno affrontato il problema della malavita organizzata, ma mai nessun malavitoso ha sottoscritto le sue confessioni. In questo romanzo-verità è il protagonista a raccontarsi con una narrazione dettagliata del malaffare con nomi e luoghi, offrendo il fianco a quanti lo giudicheranno ed a quelli che vorranno vendicarsi. Domenico, detto Mimmo il Foggiano, non ha paura della morte. Uomo dai nobili natali, ha scelto la malavita organizzata, una vita pericolosa tra latitanze, carceri, droga, armi, cosche mafiose e famiglie zingare. Con i suoi 29 anni di galera svela le violenze psico-fisiche ed il degrado in cui vivono i carcerati. Parla delle mafie, in particolare della Sacra Corona Unita a cui appartiene, del reperimento e dei riti di affiliazione. Con l'affermazione "Io non mi pento" il protagonista vuole ribadire che non è un "pentito". L'unico vero pentimento è quello interiore.