Libri di Anna Ferrando
Adelphi. Le origini di una casa editrice (1938-1994)
Anna Ferrando
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2023
pagine: 448
Irrazionale, fantastico, copertine color pastello e grafica ricercata: lo “stile Adelphi” è diventato un brand in cui si sono riconosciute generazioni di lettori. Eppure, complice forse una rivendicata inclinazione all'inattualità e all'apoliticità, Adelphi non è mai stata fatta oggetto di uno studio storiografico ad hoc. Fondata nel 1962, portò in Italia un nuovo gusto per l'oggetto-libro e filoni culturali di spessore internazionale che il pubblico della Penisola per lo più ignorava. Sulla base di una ricca documentazione in gran parte inedita, il volume ne ricostruisce la storia delle origini, individuandone le premesse di lungo periodo sin dal ventennio fascista. Bobi Bazlen, Luciano Foà, Roberto Calasso, Alberto Zevi, Ernst Bernhard, Sergio Solmi, Claudio Rugafiori, Giorgio Colli, Erich Linder, Fleur Jaeggy, Elena Croce e Ingeborg Bachmann sono solo alcune delle figure che si incrociano per rintracciare progetti, autori, mediatori e testi con cui la casa editrice si è progressivamente guadagnata una larga base di lettori fedeli, andando dai bilanci in rosso dei primi vent'anni alla crescita e all'affermazione del marchio negli anni Ottanta e Novanta.
Stranieri all'ombra del duce. Le traduzioni durante il fascismo
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 346
Nel ventennio fra le due guerre mondiali, mentre nazionalismi, dittature e protezionismo si affermavano in ogni angolo d’Europa, l’Italia fascista divenne il più importante consumatore di traduzioni al mondo. Autori tedeschi, francesi, russi, danesi, inglesi, ungheresi e americani invasero letteralmente la penisola, mettendo in imbarazzo il regime e i suoi propositi di autarchia, di egemonia e di imperialismo culturale. Proprio in direzione contraria, infatti, nel solco del cosmopolitismo e delle politiche multiculturali, muovono, oggi come ieri, le traduzioni di opere straniere. Intesa nel suo significato etimologico di “condurre oltre confine”, la traduzione è un elemento importante nelle relazioni geopolitiche, nella definizione delle identità culturali oltre che, di conseguenza, un potenziale fattore di frizione con i centri del potere politico. Il volume raccoglie i contributi di una ventina di studiosi che hanno indagato da diverse prospettive le reti dei trasferimenti culturali tra Italia, Europa e Stati Uniti nell’entre-deux-guerres, per riflettere su queste connessioni fra traduzioni, nazionalismo e internazionalismo. Si è scelto di prendere come punto di osservazione la città di Milano, che proprio allora si andava trasformando nella principale fucina editoriale della penisola. A quali condizioni e in che modo il capoluogo lombardo rimase una finestra aperta sull’Europa e sugli Stati Uniti, contravvenendo al monito fascista di “presidiare le frontiere”? Quali furono gli attori, italiani e stranieri, che fecero di Milano la capitale transnazionale del libro nell’età del trionfo dei nazionalismi?
Cacciatori di libri. Gli agenti letterari durante il fascismo
Anna Ferrando
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 304
Veri e propri cacciatori di libri, gli agenti letterari risaltano come personaggi chiave nelle vicende editoriali del Novecento. Comparsi alla fine del XIX secolo in Gran Bretagna, essi hanno agito dietro le quinte della diffusione libraria internazionale, influenzando gusti, modi di pensare, immaginari individuali e collettivi. Eppure, benché le categorie interpretative di transnazionalità e transfert culturale abbiano ormai dimostrato il potenziale euristico che il libro tradotto e i traduttori offrono alla ricerca storiografica, queste figure sono rimaste a lungo escluse dal dibattito della comunità scientifica. Attraverso una documentazione in gran parte inedita, il volume ricostruisce la storia dell’Agenzia Letteraria Internazionale (Ali), fondata a Torino nel 1898 da Augusto Foà: la prima in Italia e una delle più antiche d’Europa. L’autrice analizza l’offerta editoriale dell’Ali, caratterizzata soprattutto dalla selezione di opere contemporanee straniere, e l’impatto della censura sulla sua attività, nell’Italia liberale e attraverso le diverse fasi del ventennio fascista. Che cosa mediava l’agenzia? E ancora, fra chi mediava (autori, case editrici, agenti) e fra quali piazze editoriali? Nel rispondere a queste domande il volume intreccia alle numerose storie di libri gli itinerari biografici di intellettuali come Alessandra Scalero, Bobi Bazlen e Adriano Olivetti, fornendo un contributo alle pionieristiche riflessioni sulle agenzie letterarie nel più ampio orizzonte di una storia globale della cultura.