Libri di Andrea Zanzotto
Luoghi e paesaggi
Andrea Zanzotto
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2013
pagine: 230
Vengono qui raccolti, ordinati e proposti in un insieme coerente gli scritti in prosa dedicati da Andrea Zanzotto al tema del paesaggio. Questi testi, inediti o da tempo irreperibili, permettono di seguire l'evoluzione dell'immaginario dell'autore attraverso cinquantanni di impegno letterario. La scrittura di Zanzotto racconta un"'idea di paesaggio" in cui l'uomo e la natura interagiscono e si confrontano, nonostante l'impatto del primo sulla seconda si faccia sempre più invasivo. Ai luoghi reali della vita dell'autore, il grande Veneto che si estende dalle Dolomiti alle Lagune, si affiancano i paesaggi immaginati, viaggi compiuti o sognati in un'Europa sospesa tra lontananza e prossimità. Il ritratto dei luoghi si intreccia con quello dei personaggi che l'autore incontra e insegue nelle sue peregrinazioni, compagni di viaggio fidati e sorprendenti nella loro caratterizzazione umana e linguistica. Il risultato è un rapporto con il mondo che si completa nella scrittura, "vero luogo del nostro stare", ricercato e difeso con la forza di una passione intima e civile, come solo la poesia può essere.
Su Nietzsche
Georges Bataille
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2023
pagine: 240
«L’aspirazione estrema, incondizionata, dell’uomo è stata espressa per la prima volta da Nietzsche a prescindere da un fine morale e dal servizio di un Dio. Nietzsche non può definirla con precisione ma essa lo anima, egli la assume sotto tutti gli aspetti. Ardere senza rispondere a qualche imperativo morale, espresso drammaticamente, è certo un paradosso. È impossibile predicare o agire partendo da queste premesse. Ne deriva un risultato sconcertante. Se di uno stato d’ardore noi non facciamo più la condizione di un altro, successivo e dato come bene attingibile, lo stato proposto sembra una pura folgorazione, uno struggimento vuoto. […] Nietzsche non ebbe chiara coscienza di questa difficoltà. Dovette constatare il suo fallimento: seppe alla fine che aveva parlato al deserto. Eliminando l’obbligo, il bene, denunciando il vuoto e la falsità della morale, distruggeva il valore d’efficacia del linguaggio. La fama tardò e poi, quando venne, egli non poté più far nulla. Nessuno rispondeva alla sua attesa. Oggi credo di dover dire: quelli che lo leggono e lo ammirano, lo scherniscono, ed egli lo seppe, lo disse. Escluso me? (semplifico). Ma tentare di seguirlo come lui chiedeva significa abbandonarsi alla stessa prova, allo stesso suo smarrimento. […] Oggi trovo giusto affermare il mio smarrimento: ho cercato di trarre da me stesso le conseguenze di una chiara dottrina, che mi affascinava come la luce: ho ricavato quasi sempre angoscia e l’impressione di soccombere. Ma anche soccombendo non lascerei l’aspirazione di cui ho parlato. O piuttosto questa aspirazione non potrebbe lasciarmi: morirei, ma non tacendo per questo (credo almeno): augurerei a quelli che amo di resistere o di soccombere a loro volta. C’è nell’essenza dell’uomo una tensione violenta, verso l’autonomia, la libertà dell’essere. Libertà certo interpretabile in diversi modi: ma chi oggi si stupirebbe che si muoia per essa? Le difficoltà che incontrò Nietzsche – abbandonando Dio e il bene eppure continuando a bruciare del fuoco di coloro che per Dio e per il bene si fecero uccidere – le incontrai anch’io a mia volta. La solitudine scuorante ch’egli ha descritto ora mi toglie le forze. Ma la rottura con le entità morali dà all’aria che respiro una verità così grande che preferirei vivere da paralizzato o morire piuttosto che ricadere nella schiavitù». Con uno scritto di Maurice Blanchot.
La letteratura e il male
Georges Bataille
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2023
pagine: 224
In questa raccolta di saggi dedicati a otto grandi scrittori (Emily Brontë, Baudelaire, Michelet, William Blake, Sade, Proust, Kafka e Genet), il celebre autore de L’erotismo offre una nuova, originale meditazione sulla letteratura. Nella visione di Bataille, le definizioni acquisite del Male e del Bene vengono capovolte: accedere al Male e contestare il Bene è la condizione stessa della libertà. Secondo Bataille, infatti, il Male costituisce l’antitesi di tutto ciò che viene accettato convenzionalmente come Bene: l’uomo si distingue dagli animali perché rispetta una serie di divieti; ma tali divieti sono ambigui, e dunque l’uomo deve violarli, poiché la loro trasgressione è un atto di coraggio in cui egli si realizza. L’espressione più acuta, e al tempo stesso più consapevole, di questa trasgressione è rappresentata, secondo lo scrittore francese, dalla letteratura. La letteratura autentica è sempre «prometeica», perché mette in discussione le norme delle convenzioni e i princìpi della prudenza: il vero scrittore è dunque colui che osa contravvenire alle leggi fondamentali della società ed è cosciente di essere «colpevole»: sicché per lui il peccato e la condanna non sono l’occasione forzata del pentimento, ma il culmine della sua realizzazione.
Erratici. Disperse e altre poesie 1937-2011
Andrea Zanzotto
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 344
Entrare nel laboratorio di un grande autore è una straordinaria avventura, un'occasione unica per osservarne l'opera e apprezzarne gli sviluppi da una prospettiva privilegiata. "Erratici" ci offre una serie di poesie di Andrea Zanzotto pubblicate nelle più varie sedi tra il 1937 e il 2011 e mai confluite nei suoi libri, testimonianze fedeli della vivacità e dell'operosità della sua officina poetica. L'esplorazione dell'archivio privato in cui il poeta spesso teneva traccia o a volte copia delle sue pubblicazioni occasionali, assieme alla esplorazione sistematica di annate di quotidiani e riviste, ha infatti consentito di espanderne il corpus di un centinaio di poesie, da quelle adolescenziali risalenti agli anni del liceo (1937-38), improntate a un sostanziale pascolismo psicologico, ai versi di impostazione civile (1946) legati agli eventi della Resistenza. Se le poesie successive delineano l'evolversi dell'esperienza poetica zanzottiana fino a quel primo acuminato vertice toccato da Vocativo , quelle degli anni Sessanta ne dilatano l'orizzonte del sapere e del dire tra classicismo, caustica ironia e inclinazione sperimentale, proiettandosi verso i grandi esiti di "La Beltà". Ed eccoci poi alle prime e già mature ricognizioni in versi sul dialetto (precedenti l'edizione del poemetto "Filò" e la composizione dei testi per il "Casanova" di Federico Fellini), fino alle prove quanto mai varie degli ultimi decenni, quando il soggetto lirico zanzottiano «si diffrange identificandosi con gli enti minimali del paesaggio», o con gli indizi del suo «"accadere" nella pagina, esitante tra silenzi e "promesse" di senso» (Francesco Carbognin). Siamo già nel pieno della stagione lirica inaugurata dal "Galateo in Bosco", cui fanno da contrappunto i sorprendenti sonetti, gli epigrammi e le poesie a tema erotico degli ultimi anni. Questi 'erratici' - in geologia: blocchi di roccia trascinati a valle dai ghiacciai - ci invitano a ripercorrere, per sentieri a tutt'oggi inesplorati, l'itinerario di un assoluto protagonista della nostra poesia - della nostra cultura 'tout court' - tra secondo Novecento e albori del nuovo millennio.
Traduzioni trapianti imitazioni
Andrea Zanzotto
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 344
Nel vastissimo orizzonte culturale di Andrea Zanzotto, entrano grandi figure di epoche e letterature diverse, rispetto alle quali, fin dalla giovinezza, il nostro autore si impegna in un confronto attivo, in un lavoro di traduzione che preferisce definire "imitazione". Si tratta, per usare un'altra sua efficace espressione, di "fantasie di avvicinamento", di cui questo volume ci offre un nuovo e imprescindibile percorso, che parte dai primi abbozzi, condotti su testi di Hölderlin, Rimbaud e García Lorca, e include anche una ventina di versioni del tutto inedite, predisposte per un quaderno di traduzioni che non si realizzò. Come scrive Giuseppe Sandrini, Zanzotto aveva coltivato, «in anni cruciali per la sua produzione, la traduzione poetica in forma di impegno critico e divulgativo», e lo dimostra, per esempio, il suo partecipe approccio all'opera di Éluard. Seguirono poi, nella sua geniale versatilità, in sintonia con autori che ne avevano coinvolto la passione e l'attenzione, traduzioni da Michaux, anche nel segno di una netta predilezione per la letteratura francese, dimostrata dai numerosi autori prescelti, da Ronsard fino a Frénaud. Questo libro si articola peraltro in vari capitoli o rubriche, secondo le diverse lingue e letterature di appartenenza, e perciò, oltre che dal francese, presenta versioni dal tedesco, dallo spagnolo, dall'inglese, dal romeno e, in appendice, dal portoghese; ma anche dal latino o dal friulano. Un cammino che produce "imitazioni" inedite dall'amato Virgilio, da Pessoa, da Pasolini, addentrandosi nientemeno che nell'inno "Eleusis" di Hegel. Ci troviamo di fronte alla solidissima conferma dell'inesausta attitudine a un'esplorazione ininterrotta di Zanzotto nei più diversi campi in cui la parola poetica può manifestarsi. Beninteso, per essere mirabilmente ricreata dalla sensibilità e dalla magistrale abilità di artefice di un autore capace di assumerne valori e spunti essenziali nel corpo della propria opera.
Abitare, Zanzotto. Premessa all'abitazione e altre prospezioni
Andrea Zanzotto, Andrea Cortellessa
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2021
pagine: 157
Ipersonetto
Andrea Zanzotto
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2021
pagine: 160
Nel 1978 viene pubblicato, giusto nel mezzo del volume Il Galateo in Bosco di Andrea Zanzotto, il suo Ipersonetto. Da allora questo singolare minicanzoniere ha intrigato e talvolta messo in difficoltà critici e lettori per via della sua grande concentrazione tematica. Questo straordinario testo della nostra contemporaneità rompe al suo interno i vincoli delle regole imposte dallo statuto del sonetto e, pur rispettandole sul piano della forma, reinventa una nuova prospettiva nella quale al centro del discorso troviamo l’uomo contemporaneo con le perplessità, le crudeltà e anche le passioni che lo portano a riflettere sulla storia, sul corpo-psiche, sul testo e soprattutto sul bosco, luogo privilegiato della norma e della rottura della norma, che è anche il bosco del poeta, il Montello dove, egli afferma, «venne elaborato, come è notissimo, il Galateo di Giovanni della Casa; là si elaborarono nella Certosa e nell’Abbazia [...] rime e rime, versi italiani e latini». Questo “omaggio” viene ripercorso con cura particolare dalla lettura – una vera e propria guida e un moderno commento – di Luigi Tassoni, che ci porta nella fitta trama dei riferimenti e nella dinamica di una scrittura poetica fra le più complesse e affascinanti di oggi.
Haiku per una stagione-Haiku for a season
Andrea Zanzotto
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2019
pagine: 120
L'estrema acutezza intellettuale, inquieta e curiosa, di Andrea Zanzotto lo condusse a sperimentare le più diverse forme, a percorrere con successo i più vari sentieri, a entrare nel corpo espressivo di lingue e dialetti. Negli anni Ottanta questa sua capacità - o meglio necessità - di aprirsi al molteplice del reale lo portò alla composizione di una serie di frammenti lirici in inglese, una lingua per lui tutt'altro che abituale. Ma quei versi non furono abbandonati alla spontaneità della loro crescita, bensì composti secondo le forme di un genere quanto mai affascinante e insieme, per noi, in parte misterioso, e cioè l'haiku giapponese. Successivamente Zanzotto decise di autotradursi in italiano, realizzando testi, come testimonia Marzio Breda, «inaspettatamente "cantabili", rispetto a quella che fino ad allora era la sua cifra letteraria», e trovando nella forma-haiku incanto fonico e limpidezza di pensiero racchiusi in movimenti di nitida essenzialità e di sintesi lirica dall'efficacia memorabile. Il tutto in piena coerenza con la presenza attiva e vigile, tipicamente sua, nel paesaggio, dove «un "Io" rifà come film il suo "Io"», e dove il poeta avvista, restituendoli nella sua inconfondibile pronuncia, «Vulcanelli, papaveri qua e là, / doni per devastate dimenticate colline / per la nostra dimenticanza, i doni più dolci». Il messaggio che Zanzotto ci trasmette con questa raccolta, pubblicata nel 2012 negli Stati Uniti, ci appare oggi di una sorprendente attualità, per il coraggio e l'estro, per la capacità di andare al cuore delle cose con lo strumento vivo di una parola che si fa immagine e pensiero nella fulminea concisione della più alta poesia.
In nessuna lingua In nessun luogo. Le poesie in dialetto (1938-2009)
Andrea Zanzotto
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2019
pagine: 275
Per definire il dialetto, Zanzotto si è servito più volte dell'espressione che nei Vangeli e nell'Apocalisse designa il messia: logos erchomenos, "parola che viene", veniente - ha aggiunto - «di là dove non è scrittura né grammatica», parola che rimane per questo «quasi infante nel suo dirsi». Il dialetto non è, cioè, per Zanzotto, una lingua accanto alle altre, ma l'esperienza della stessa sorgività della parola, qualcosa come la struttura stessa del linguaggio nel suo nascere, nel punto in cui il parlante «tocca con la lingua (nelle sue due accezioni di organo fisico e sistema di parole) il nostro non sapere di dove la lingua venga, nel momento in cui viene, monta come il latte». Per questo la pubblicazione di tutte le poesie in dialetto di Zanzotto, qui raccolte insieme per la prima volta accompagnate dalla traduzione in lingua e con in più la straordinaria Ecloga in dialetto per la fine del dialetto, sfuggita alle sillogi precedenti, segna un evento importante nella storia della poesia italiana del Novecento. Se la poesia, secondo il verso di Filò che dà il titolo al libro, non è «in nessuna lingua, in nessun luogo», qui il poeta si misura in uno straordinario corpo a corpo con l'evento preistorico e immemoriale da cui proviene ogni poesia. Anche se non si deve prendere alla lettera l'abiura che Zanzotto nell'Ecloga fa di tutta la sua produzione poetica in lingua («sempre c'era qualcosa di fasullo /in quello che scrivevo in italiano»), è però certo che questo libro inaugura la possibilità di una nuova lettura di uno dei grandi poeti del nostro tempo. Nota introduttiva di Giorgio Agamben. Prefazione di Stefano Dal Bianco.
Melodia della terra. Giamilja
Cinghiz Ajtmatov
Libro: Libro in brossura
editore: Marcos y Marcos
anno edizione: 2017
pagine: 109
Un piccolo villaggio della Kirgisia. Una ragazza splendida, Giamilja, capace di illuminare una giornata con il suo canto e il suo entusiasmo; ma anche ruvida, tenace, ribelle, capace di tenere a distanza gli uomini che la divorano con gli occhi. Suo marito Sadyk, che presta servizio militare al fronte, non l'ama come forse lei desidererebbe, nelle sue lettere le riserva pochissime attenzioni, sembra quasi averla dimenticata. Danijar invece, un uomo timido e un po' ombroso che dal fronte ha appena fatto ritorno a causa di una ferita, si innamora perdutamente di lei. Seit, il giovanissimo cognato di Giamilja, sente la forza irresistibile di quell'attrazione, ne viene calamitato. Anche in lui, man mano che il loro amore affiora e prende il volo, sboccia una passione incontenibile: il desiderio di trasporre sulla tela, di rendere tangibile e immortale la bellezza di quello slancio attraverso la pittura.
Tesi di laurea in lettere di Andrea Zanzotto. L'arte di Grazia Deledda. Anno accademico (1941-42)
Andrea Zanzotto
Libro: Libro rilegato
editore: Padova University Press
anno edizione: 2015
Nei suoi anni universitari a Padova, alla fine dei quali nel 1942 redigerà questa tesi di laurea, Andrea Zanzotto scopre Rimbaud, legge per la prima volta Hölderlin, lavora come supplente tra Valdobbiadene e Treviso e scrive alcune poesie "a macchina su minuscoli fogli di carta trasparente". La bufera è nell'aria: tra l'entrata in guerra dell'Italia e il blindarsi della Fortezza Europa sotto gli stendardi del Reich.
In questo progresso scorsoio. Conversazione con Marzio Breda
Andrea Zanzotto, Marzio Breda
Libro: Copertina morbida
editore: Garzanti
anno edizione: 2015
pagine: 144
«A parlare, in questo dialogo, è soprattutto Zanzotto, discretamente ma fermamente e puntualmente incalzato da Breda, ma il libro appartiene a entrambi. Se è Andrea Zanzotto che gli dà senso e spessore, è Marzio Breda che lo costruisce e gli dà forma, estraendo l'essenziale con le domande giuste, articolando le risposte in una struttura narrativa unitaria che fa di esse il ritratto di un uomo, l'interpretazione di una poesia e, tramite essa, lo spaccato di un'epoca; un vero libro, di cui è coautore. Il dialogo è ricco di tante cose, ricordi, testimonianze di amici, di scrittori. Un libro di amicizia e pietas per la vita.» (Claudio Magris)