Libri di Alberto Folli

Questo testo è terra e nutrimento attorno al seme del counseling a mediazione naturale. È ricerca delle radici teoriche e culturali di un’esperienza iniziata più di dieci anni fa. Nel testo si incrociano e si rincorrono ricerche scientifiche e spunti mitici attorno al tema del benessere e del rapporto con la natura. Si ritrovano a bagnarsi nelle stesse acque filosofi e antropologi, psicologi e pedagogisti, medici, avventurieri e scrittori. Tutti insieme alle tante persone che hanno partecipato alle iniziative a cui il testo si riferisce. Anch’essi dicono la loro, e nel farlo ci aiutano a capire le potenzialità del counseling a mediazione naturale.

“Il mondo che ronza” racconta un’avventura possibile, a propria misura, a portata di mano e di piede. Parla di viaggio, di ecologia, incrocia storie sui sentieri e affronta il tema del dialogo con la natura. E’ un vagabondo cercare. Là fuori, tra gli elementi, e dentro a sensazioni, pensieri, memorie, emozioni, ma anche nelle pagine di qualche libro, nel pensiero di altri autori: poeti, filosofi, psicologi, ricercatori, mitologi. Quel territorio (fisico e identitario) che il protagonista, come counselor, è solito proporre ai suoi clienti, qui è attraversato in prima persona. Nel Parco regionale del monte Beigua, in quella terra di mezzo che degrada dai monti liguri protesi sul mare al Monferrato, l’uomo in ascolto scoprirà qualcosa in cui molti potranno riconoscersi, così come le magnifiche faggete si specchiano nei torrenti cristallini. Il mondo ronza. Sotto a tutti i rumori e ai silenzi si può accedere, talvolta, al ronzio generale; forse quello di cui ogni sostanza è costituita e contribuisce a generare. Allo stesso modo vibrano i significati delle parole e dei pensieri che, nel linguaggio della metafora e della poesia, possono accompagnare a scoprire qualche intima verità...

Se quello che cercate in un viaggio è il viaggio stesso e non solo la meta; se il luogo verso cui siete diretti è un pretesto per fare esperienza e godere di nuova socialità condita con un pizzico d’incertezza e d’avventura, questo è il libro che fa per voi. “L’autostop spiegato a mio figlio” non è solo il racconto di molti viaggi che scendono e risalgono la Penisola, corrono sugli assolati altopiani iberici, attraversano la notte lungo strade francesi o si spingono fino a Capo nord. È anche una tavolozza di ricordi che si traducono in consigli per non perdere la bussola nelle difficoltà del viaggio che è poi metafora di vita e relazioni. Un agile vademecum a servizio di chiunque sia in cerca di un diverso modo di viaggiare.

Il risultato di una ricognizione bibliografica, sostenuta dall'esperienza dell'autore all'interno della Comunità San Benedetto al Porto di Genova. Si evidenzia il processo culturale e collettivo che ha condotto al particolare approccio pedagogico della Comunità.

Le parole sono, da sempre, per Gianni Priano un'ossessione. E un vizio. Infatti ne ha scritte e ne ha dette moltissime. E forse sarebbe ora che stesse zitto. Invece eccolo qui, dopo una pigrissima carriera da recensore, critico letterario, scrittore di racconti e versi a presentarci una specie di vocabolario in cui le parole camminano non soltanto tra Genova e Monferrato ma, anche, tra un incontenibile narcisismo e una rincorsa, desiderata e mai raggiunta autenticità di vita. Priano scruta e scrive di una società consumata dal consumo senza rimpiangere il freddo patito da sua madre in quegli autunni e inverni piemontesi maledettamente nevosi, e crede di avere capito che il popolo delle osterie si è riversato nei Mc Donald's e non certo nelle enoteche fighette. Scruta e parla, Gianni Priano. E ci sbatte in faccia le sue parole. Non ha vassoi d'argento per portarle e offrirle. Le sue parole sono gioghi e, dunque, valichi e costrizioni. Perché la parola abita una cosa che si chiama limite. Dalla parola detta e scritta non arrivano salvezze. Ma senza parole manco si può nominare, la salvezza.

In controcorrente è il risultato di dieci anni nei quali si è provato a utilizzare i torrenti come sentieri, percorsi in senso inverso alla direzione dell'acqua. La descrizione dello streambed trekking e il racconto delle risalite sono solo alcuni elementi narrativi di un testo che accompagna il lettore tra sensazioni liriche e divagare del pensiero.