Libri di Adriano Sofri
Le parole del carcere. Adriano Sofri racconta
Adriano Sofri, Karen Hassan
Libro
editore: Casini
anno edizione: 2004
pagine: 30
"Il carcere respinge ufficialmente, per regolamento, una serie di linguaggi e questo naturalmente ha un'influenza enorme sulla condizione delle persone, ne fa proprio una genia differente". In una intervista - effettuata presso il Penitenziario di Pisa il 27 ottobre 2004 - Adriano Sofri parla delle forme, dei modi e del significato della comunicazione in carcere: parole, gesti, emozioni e stati d'animo trasformati dalla realtà della detenzione. Oltre all'intervista, il Dvd contiene un apparato di contenuti speciali che ripercorrono la storia del '68 italiano e una testimonianza del 1997 di Adriano Sofri sulla nascita, la storia e lo scioglimento di Lotta Continua.
Gli angeli del cortile
Adriano Sofri, Sergio Staino, Isabella Staino
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2003
pagine: 100
Una fiaba amara di Adriano Sofri con le illustrazioni di Sergio e Isabella Staino. Una narrazione di parole e immagini che ci fa guardare il mondo da un punto di vista diverso, perchè ci porta direttamente nel vero "altro mondo", quello dove in tanti passano la vita senza poter fare quasi nulla di ciò che siamo soliti considerare "umano" e "normale". "Dato che preferiscono dormire all'aria aperta, certe volte gli angeli custodi non si accorgono che il loro detenuto custodito viene acchiappato a tradimento prima dell'alba e imbarcato verso qualche altro carcere."
Chi è il mio prossimo
Adriano Sofri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2007
pagine: 353
Il volume contiene tre parti, fra loro collegate dalla stessa domanda sullo stato del mondo - più esattamente: sulla fine del mondo - e sulla combinazione fra memoria e smemoratezza. Un capitolo si chiede che cosa sia davvero quella "eterogenesi dei fini" che, nonostante l'astrusità, è diventata così ricorrente nella pubblica conversazione. E che conseguenze abbia l'idea che i risultati delle azioni umane non corrispondono, e spesso tradiscono e rovesciano, gli scopi da cui sono partite, sul modo di pensare alla politica, e di praticarla. Un capitolo si interroga sull'ottimismo, dunque sul pessimismo. Sull'effetto che la lontananza e la vicinanza, e la grandezza e la piccolezza, esercitano sulla compassione per le sciagure umane. Un ultimo capitolo ripubblica la "Lettera a un aspirante terrorista" (maggio 2007) ed esamina i commenti turbolenti che ha suscitato, raccontando una serie sorprendente di precedenti, e mostrando i capricci della memoria pubblica e privata.
Racconto di Natale
Adriano Sofri, Sergio Staino
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2002
pagine: 98
Questa è una storia di Natale. Le storie di Natale sono piene di angeli, persone invisibili, bambini miracolosi, e spesso ne approfittano. Questa no. Questa comincia dalla stanza dei colloqui...
L'impero delle cicale. Il terzo racconto di Natale
Isabella Staino, Sergio Staino, Adriano Sofri
Libro: Libro in brossura
editore: Coconino Press
anno edizione: 2004
pagine: 60
Ancora un Natale, un Natale prossimo venturo, un Natale clandestino.., in una società in cui la vecchiaia (e non la vita) ha vinto sulla morte, anche il Natale che esalta un salvifico Bambinello, è ormai considerato fuorilegge. La collaborazione tra Adriano Sofri (con il testo letto nel carcere di Pisa la notte di Natale del 2003) e Isabella Sergio Staino (con i loro disegni e immagini pittoriche) continua in una nuova opera che descrive le inquietudini sulla sorte di un mondo sempre più lanciato verso la catastrofe umana, sociale ed ambientale. Una nuova, grande opera che, fondendo parola e disegno, mostra la duttilità e le capacità espressive del fumetto.
Contro Giuliano. Noi uomini, le donne e l'aborto
Adriano Sofri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2008
pagine: 139
"Ehi, Giuliano. Hai colto, con la prontezza di riflessi che accompagna la tua intelligenza come il palo accompagna il ladro, l'occasione dello slogan: moratoria dell'aborto. Che cosa significa? Niente, direi. È uno slogan, appunto, reso efficace dal calco capovolto di quell'altro, moratoria della pena capitale, al quale rubasti lestamente la scena e guastasti la festa. Alla lettera, non significa niente: le donne non possono sospendere a tempo indeterminato gli aborti, a differenza dagli Stati, che possono sospendere le esecuzioni capitali. C'è una sovranità territoriale. Il corpo delle donne appartiene alle donne, e non c'è diritto di ingerenza umanitaria che possa violare questa sovranità personale fino a che la creatura che cresce dentro il corpo materno non se ne sia staccata. L'ingerenza umanitaria sa che uno Stato non esaurisce in sé i cittadini individui. Madre e nascituro sono invece due e tutt'uno. Senza questa ammissione, l'habeas corpus non esiste, se non come diritto dei maschi per i maschi" (Adriano Sofri).
Il re di Girgenti
Andrea Camilleri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2025
pagine: 472
"Il re di Girgenti" è il libro forse più rappresentativo di Andrea Camilleri. In esso si fondono il lavoro sul linguaggio e lo studio degli scenari storici e sociali, il tono giocoso si alterna a quello drammatico, si fa ricorso ai diversi generi, tra cui il fantastico. Era il romanzo che lo scrittore amava di più, quasi un manifesto della sua passione politica e libertaria, esemplare dello stile di creazione che seguiva. A partire da un «grumo» di notizia riguardante un episodio accaduto a Girgenti, poi Agrigento, nel 1718 quando il popolo insorto aveva proclamato re un contadino di nome Zosimo. Da qui lo scrittore inventa la biografia di Michele Zosimo, un capopopolo il cui regno durò sei soli giorni, e la sviluppa come un cuntu, sullo sfondo una quantità di storie fantasiose e di personaggi colorati. Raccontava Camilleri di essersi imbattuto in un libro intitolato Dovuto agli irochesi, dedicato ai nativi del Nord America. «Nel momento in cui mi sono trovato le tre righe che riguardavano Zosimo, seppi che avrei scritto non per la singolarità del fatto, ma perché dovevo qualcosa ai miei irochesi, qualcosa dovuto ai contadini siciliani, dovuto alle occupazioni delle terre del dopoguerra, dovuto alla loro generosa storia sempre sconfitta! Per questo ho scritto Il re di Girgenti».
Uomini come bestie. Il medico degli ultimi
Francesco Ceraudo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 310
Dagli anni bui del terrorismo fino alle carceri superaffollate. È questo il doloroso percorso cronologico che Francesco Ceraudo, pioniere della medicina penitenziaria italiana, compie in quest’opera non viziata da ideologie politiche o religiose. Solo esperienza vissuta sul campo, a contatto con gli ultimi degli ultimi. Un percorso di coraggiosa cronaca che mette a nudo la disumanità di un sistema carcerario non certamente degno di una nazione che si ritiene civile. Un lungo viaggio nel quotidiano dolore di quanti hanno commesso crimini o errori, che comunque vada, peseranno non solo sul resto della vita, ma anche su quella dei loro familiari, amici. Saranno sempre e comunque, anche se rei di piccoli reati, degli avanzi di galera. Ceraudo cerca di dare, se possibile, un’identità a questa istituzione che in riferimento alla nostra Costituzione dovrebbe essere di pena e rieducazione. Il quadro che ne esce è semplicemente raccapricciante. Prefazione di Adriano Sofri.
Una variazione di Kafka
Adriano Sofri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2024
pagine: 288
In occasione dei cento anni dalla morte di Kafka la nuova edizione accresciuta, con un'Appendice di oltre 60 pagine, dell'appassionata indagine con cui Adriano Sofri entra con la lente del detective e l'abilità del critico filologico dentro La metamorfosi. A un bilancio dell'accoglienza del «giallo filologico», si è aggiunta qui una spericolata lettura allo specchio delle storie di famiglia di Gregor Samsa e Aldo Moro, e del racconto che sarebbe stato il primo capitolo di America: Il fuochista, e l'incontro col ragazzo Karl Rossmann, a confronto con il nostro incontro di operai e studenti. Tutto comincia da un errore di stampa, troppo strampalato per richiamare l'attenzione. Cent'anni dopo, l'autore di questo libro lo trova troppo strampalato per non richiamare l'attenzione. Dunque va a rintracciarne l'origine, da una lingua all'altra, da una traduzione all'altra, da una edizione all'altra de La metamorfosi, il racconto «perfetto» di Kafka, del 1915, con il folgorante incipit in cui una mattina Gregor Samsa si trova trasformato in un enorme insetto, mentre il mondo intorno è immutato. E man mano Sofri è sempre più preso dal dubbio che l'errore strampalato non sia un errore, ma una variazione introdotta da Franz Kafka, per migliorare, sia pure con una sola parola, il suo racconto. Finché trova un paio di rimandi testuali, nel diario di Kafka e nelle sue lettere alla fidanzata Felice, che (secondo lui, naturalmente) forniscono la prova certa della sua ipotesi. Non era un errore di stampa, né quello di un redattore editoriale, ma una deliberata correzione di Franz Kafka. Che cos'è una parola? Eh, si fanno guerre per un paragrafo, diceva Voltaire del suo tempo, e nel nostro si fanno guerre ancora più barbare per un versetto. Quella di Kafka non è una scrittura sacra se non nel senso più laico: nel senso letterario. E l'autore si aspetta che lettrici e lettori trovino appassionante il racconto di questa imprevedibile ricerca così come l'ha trovato appassionante e imprevisto lui. E ne ricevano lo stimolo per una ulteriore lettura de La metamorfosi.
C'era la guerra in Cecenia
Adriano Sofri
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2023
pagine: 224
"Nel 1996, per «L'Espresso» e il programma televisivo «Mixer», andai avventurosamente nel Caucaso, in Cecenia. C'era una guerra spietata e insieme inverosimile: la Federazione russa contro un paese grande, cioè piccolo, come una media regione italiana, con una popolazione di poco superiore al milione. La cosa più inverosimile è che la Cecenia vinse quella guerra. Poco dopo bisognò chiamarla Prima guerra cecena, perché intanto era scoppiata la Seconda, e Eltsin aveva ceduto il posto a Putin, il quale proclamò che avrebbe stanato i ceceni fin dentro i cessi. Nel mio soggiorno feci una stretta conoscenza con persone civili, coi combattenti e i loro capi, e viaggiai per lungo e per largo, dalla capitale Grozny ai villaggi di montagna. Passò qualche mese, si era raggiunta una tregua delle armi, e un'auto che portava tre volontari italiani, due medici e un organizzatore, impegnati con l'associazione Intersos, fu fermata da banditi armati al confine fra Inguscezia e Cecenia, e i tre furono rapiti. Il sequestro si protraeva e i servizi russi e italiani mostrarono di non avere alcuna capacità di misurarsi con quella situazione. I famigliari dei sequestrati mi chiesero di usare del mio legame recente con la Cecenia, era più o meno una pazzia, partii. Per mio conto: confidando nella piena ostilità delle autorità competenti. Il secondo viaggio fu ancora più romanzesco e rocambolesco, e drammatico: il miraggio di valere a salvare delle vite è seducente, la probabilità di fallire e addirittura di nuocere è un incubo. Finì bene. Ci aiutarono in tantissimi. Fra loro i più autorevoli comandanti, che ora erano diventati massime autorità di uno Stato riconosciuto, il ragionevole Aslan Maschadov, il leggendario Shamil Basaev, perfino il famigerato intruso Ibn al-Khattab, e di lì a poco avrebbero tenuto i primi posti nelle classifiche del terrorismo mondiale. Questo diario di una straordinaria vicenda di guerra, di distruzione e di liberazione, non è stato pubblicato per più di venticinque anni, per una ragione: la paura di mettere in pericolo qualcuna o qualcuno dei personaggi coinvolti di quella tormentata parte di mondo. Viene pubblicato a distanza di più di venticinque anni per una ragione: c'è la guerra in Ucraina." (A.S.)
Il ricatto del gambero. Dai ribelli del '68 ai mostri del metaverso
Fabrizio Funtò
Libro: Libro in brossura
editore: La Lepre Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 462
Arturo Rocchi, genio dell’informatica, si rifugia rocambolescamente negli Stati Uniti durante gli anni della contestazione studentesca per sfuggire a una vendetta, diventando un nome nel campo dell’innovazione tecnologica. Molti anni dopo un’indagine della magistratura su morti sospette di militanti fascisti e su vecchi terroristi di sinistra lo riporta a Roma. Qui prova a costruire un prototipo della sua ultima invenzione, che potrebbe migliorare il destino dell’umanità. Lavorerà con un gruppo di studenti dell’Università di Roma, dando loro l’inebriante e ineguagliabile sensazione di anticipare il futuro. Incontrerà anche il suo primo amore, che da molti anni custodisce un segreto che lo riguarda. Gruppi di investitori privati e la Commissione Europea si contenderanno lo sfruttamento dell’invenzione di Arturo, ma ci saranno altri omicidi e la magistratura continuerà a nutrire sospetti su di lui. Il romanzo, ispirato da vicende realmente accadute, inizia con la storia del Movimento studentesco e si conclude con una riflessione profonda sulle recenti scoperte nel campo dell’Intelligenza Artificiale, destinate a trasformare il mondo che conosciamo, e sulla necessità di liberarci dai ricatti del passato. Prefazione di Adriano Sofri. Postfazione di Franco Lo Piparo.

