Libri di Adrian Piper
Adrian Piper. Fuga a Berlino. Memorie di viaggio. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro rilegato
editore: Silvana
anno edizione: 2024
pagine: 332
Nel 2005 Adrian Piper emigrò segretamente dagli Stati Uniti e passarono diversi mesi prima che qualcuno si rendesse conto che era scomparsa. Riapparsa a Berlino, vi è stabilita, rifiutandosi costantemente e fermamente di tornare negli Stati Uniti o di spiegare il motivo per cui se ne fosse andata. Molti presumono che la causa sia la scoperta che il suo nome fosse stato inserito nella lista dei viaggiatori sospetti del Dipartimento di sicurezza dei trasporti degli Stati Uniti. Altri evidenziano la cessazione forzata della sua cattedra da parte del Wellesley College. Altri ancora ipotizzano che la presidenza di George W. Bush, il razzismo americano o l’invasione dell’Iraq l’abbiano indotta ad andarsene. Tutte queste congetture sono infondate. "Fuga a Berlino. Memorie di viaggio" è un avvincente racconto autobiografico che fornisce un resoconto completo dei fatti.
Meta-arte
Adrian Piper
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2017
pagine: 48
Il lavoro artistico di Adrian Piper obbliga gli spettatori a prendere coscienza della loro complicità con un ordine sociale iniquo, razzista e sessista. A monte di questo lavoro c'è un metodo basato sull'analisi autoriflessiva, che travalica il piano dell'estetica pura per risalire alle ragioni dell'artista in quanto essere sociale. Questo sguardo politicamente consapevole è "meta-arte". Considerate le condizioni materiali di esistenza dell'arte, fatalmente legate ai giochi speculativi di mercato e critica, Piper sollecita l'artista a interrogarsi sui limiti e i presupposti del proprio agire, per controbattere i meccanismi di controllo del sistema. «Ho coniato il temine "meta-arte" nel 1972, per descrivere il tipo di scrittura che l'artista dovrebbe compiere sul proprio lavoro, analizzandone i processi e chiarendo in un'ottica soggettiva il contesto sociopolitico e le premesse concettuali». Uscito nel 1973 come articolo su «Artforum», “Meta-arte” è la dichiarazione d'intenti di un'artista che non si riconosce come eccezione bensì come paradigma della società.