Libri di Vanni Bramanti
Lettere (1519-1555)
Luigi Alamanni
Libro: Libro in brossura
editore: Bites
anno edizione: 2021
pagine: 212
Le lettere superstiti di Luigi Alamanni offrono la possibilità di ripercorre il suo percorso biografico, avventuroso, caratterizzato da continue svolte, spesso traumatiche. Alamanni infatti, dopo la tentata congiura del 1522 ai danni di Giulio de' Medici, il futuro Clemente VII, e dopo la breve ma intensa esperienza della Repubblica fiorentina (1527-153o), vive a lungo la condizione dell'esule in terra francese, dapprima tra difficoltà e insidie, e poi con maggior fortuna, quando sarà integrato in qualità di poeta ufficiale nella ricca corte di Francesco I, sovrano affascinato dalla cultura italiana, e in quella di Enrico II e di Caterina de' Medici, della quale Alamanni diverrà il valletto di camera. Cortigiano e repubblicano, poeta e uomo politico, Alamanni attraversa, spesso da protagonista, alcuni degli eventi decisivi della storia della prima metà del Cinquecento italiano ed europeo.
Uomini e libri del Cinquecento fiorentino
Vanni Bramanti
Libro: Copertina rigida
editore: Vecchiarelli
anno edizione: 2017
pagine: 554
Nei quattordici saggi qui raccolti sfilano personaggi più o meno noti ma tutti a vario titolo significativi, necessari a quella messa a fuoco della società fiorentina del Cinquecento. Si tratta di Ceccherelli, Jacopo Nardi, Francesco Giuntini, Ugolino Martelli Benedetto Varchi, il Lasca, Francesco Guicciardini, Giovanni Della Casa, Giovanni Battista Busini, Pietro Vettori, Francesco Spini e Gabriello Simeoni.
Breve vita di Leonora di Toledo (1555-1576)
Vanni Bramanti
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2007
pagine: 192
Nel castello di Cafaggiolo in Mugello(una delle più antiche dimore di campagna dei Medici)in una notte di luglio del 1576, la principessa Leonora di Toledo, moglie di Pietro, il più giovane dei figli del defunto granduca Cosimo, morì all'improvviso nel suo letto. Secondo la versione ufficiale il decesso era stato provocato dalle sue cattive condizioni di salute; ma altre voci si diffusero: l'appena ventenne Pietro, istigato dai suoi fratelli maggiori (il granduca Francesco e il cardinale Ferdinando) aveva ucciso con le sue mani la giovane consorte, colpevole di infedeltà coniugale. Sullo sfondo questioni di ben più ampio respiro: i rapporti tra il granducato toscano e la politica di Filippo II, re di Spagna, e i conflitti che attraversavano le vicende di alcune delle più illustri casate del tempo. La ricostruzione segue la traccia dei documenti originali, gran parte emersi e analizzati per la prima volta, verso un tracciato plausibile degli eventi e senza concessione alcuna alle leggende cresciute nel corso dei secoli intorno a questo tragico avvenimento.