Libri di Roberto Dami

Per un lungo periodo, perlomeno fino al tardo Rinascimento, la storia è stata considerata dalla cultura dominante come un’attività letteraria, irrilevante, una disciplina minor rispetto al resto dello scibile. Da quando, all’inizio dell’era moderna, la storia ha conquistato, con grande fatica e grandi contrasti, una dimensione disciplinare, essa ha visto sorgere una serie di attacchi alla sua pretesa dimensione scientifica volti a mettere in forse le sue innegabili conquiste. Questo lavoro si è proposto di fare il punto su questo dibattito e di farlo in difesa della storia: il percorso si snoda dal fecondo rapporto fra storia e memoria a quello fra storia e storiografia, dagli attacchi della scuola neopositivista e delle filosofie postmoderne fino alle varie teorie generalizzanti e narrativiste. Purtroppo su questa discussione sono assenti o quasi, specie in Italia, gli storici; i filosofi poi hanno elaborato teorie talmente distanti dalla pratica della ricerca storica da risultare completamente irrilevanti, ininfluenti. Introduzione di Mariano Bianca.

"Come la superficie di uno specchio riflette tutto ciò che le sta davanti, e una valle silenziosa riporta ogni più piccolo suono, così chi si accinge a praticare il Karate-do, deve rendere il proprio spirito vuoto da ogni egoismo e malvagità in uno sforzo per reagire convenientemente dinanzi a tutto ciò che si può incontrare." Questo distico del maestro Funakoshi, fondatore dello Shotokan-Ryu e del Karate-do moderno, illustra sinteticamente, ma esaurientemente, quale dovrà essere la filosofia di coloro che trarranno utilità da questo libro. Esso è suddiviso in sezioni tecniche, che propongono, sia la caratteristica principale delle "armi", che la loro applicazione, nelle varie situazioni. Si trovano inoltre tavole anatomiche, che descrivono i Kyusho (punti vitali), insieme ad un profilo legale ed a un glossario dei termini giapponesi, regole e massime del Karate-do. Infine, il libro è corredato da 240 fotografie con spiegazioni esaurienti e concise.

Per un lungo periodo, fino al tardo Rinascimento, la storia è stata considerata dalla cultura dominate come un'attività letteraria, irrilevante, una disciplina minor rispetto al resto dello scibile. Da quando, all'inizio dell'età moderna, la storia ha conquistato, con grande fatica e grandi contrasti, una dimensione disciplinare, essa ha visto sorgere una serie di attacchi alla sua pretesa dimensione scientifica volti a mettere in forse le sue innegabili conquiste. Questo lavoro si è proposto di fare il punto su questo dibattito e di farlo in difesa della storia: il percorso si snoda dal fecondo rapporto fra storia e memoria a quello fra storia e storiografia, dagli attacchi della scuola neopositivista e delle filosofie postmoderne fino alle teorie generalizzanti e narrativiste. Su questa discussione sono assenti o quasi, specie in Italia, gli storici; i filosofi poi hanno elaborato teorie talmente distanti dalla pratica della ricerca storica da risultare completamente irrilevanti.