Libri di Paolo Naldini
Good morning, Palestine
Paolo Naldini
Libro: Libro in brossura
editore: Capponi Editore
anno edizione: 2025
pagine: 252
Sebastiano decide di partire a piedi, con il suo cane, una tenda e la speranza di arrivare davanti al Parlamento israeliano a Gerusalemme, poiché non riesce a restare inerte davanti al genocidio del popolo palestinese. Inizia così la sua marcia. Tappa dopo tappa, si unisce a lui una variegata compagnia di persone e personaggi, fino a oltre cinquecento partecipanti. Uno dei primi ad accompagnarlo è William, un attivista-dj-influencer che pubblica sui social la storia e la trasforma in fenomeno mediatico. Sebastiano cammina accompagnato dalle sue simultanee, e forse collegate, ossessioni: quella per la propria passività rispetto alla guerra di Gaza e quella, inopinata, per Nadleehi, una cantante vista su YouTube di cui si è innamorato senza controllo. Alle prese con le contraddizioni provocate dalla depressione e dall’esaltazione che lo turbano e accendono, lo seguiamo nei suoi incontri con burberi camionisti bulgari, festosi imprenditori agricoli siriani, poliziotti turchi, direttori di musei giordani, ambasciatori italiani, professori serbi in pensione, ristoratori ebrei albanesi, artisti israeliani e lo stesso Assad. Fino al culmine dell’intero racconto, dove si consuma qualcosa di assurdo, o forse la cosa più naturale che ci sarebbe da aspettarsi.
L'arte della ricerca. La cura dei nuovi saperi nei dottorati accademici
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2025
pagine: 448
L’offerta delle accademie di Belle Arti, e più in generale del mondo AFAM – Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, a partire dagli anni duemila si struttura come laboratorio per una nuova e aggiornata pedagogia ed educazione superiore. Le accademie italiane riescono a dare risposta alle nuove esigenze culturali implicate dal diffondersi della tecnica e della globalizzazione. Da un lato accolgono gli studi di estetica e le riflessioni della rivoluzione digitale diventando territorio di sperimentazione sulle cosiddette “Contemporary Humanities” e, quindi, utilizzando l’arte contemporanea come concreto radar culturale, sviluppano una vera e propria ricerca clandestina. Non è un caso che alcune di queste istituzioni abbiano autonomamente proposto dottorati di ricerca/PhD, anticipando la richiesta e quindi la normazione, che ha portato agli attuali programmi dottorali AFAM. In questo volume si raccolgono le testimonianze di queste esperienze di ricerca fondative e le riflessioni su una possibile cultura della ricerca accademica che, ieri come oggi, da queste stesse esperienze deriva.

