Libri di Paolo Gera
Hotel Occidentale. La camera di Kafka
Paolo Gera
Libro: Libro in brossura
editore: Agorà & Co. (Lugano)
anno edizione: 2025
pagine: 214
La critica che vede nell’opera di Kafka soltanto una desolata registrazione dei meccanismi attuali del potere e dell’annichilimento subito dagli individui sottoposti, legge soltanto la traccia lasciata dal pennino che rileva lo sciame sismico, la sua onda di superficie, senza provare a rintracciare gli strati geologici profondi da cui ha origine lo sconvolgimento. Trovare un substrato mitico nell’opera di Kafka, non delegittima per nulla il suo attacco ai sistemi repressivi della società, ma, attraverso la comparazione dell’ancestrale con il contemporaneo, cerca di comprenderne i meccanismi nascosti e prova a fare chiarezza sulle costanti che non recedono e che in certe condizioni pullulano e colpiscono in maniera più forte.
La ricostruzione di Parigi (ai tempi della presente guerra)
Paolo Gera
Libro: Libro in brossura
editore: Transeuropa
anno edizione: 2023
pagine: 139
“La ricostruzione di Parigi” è una cronaca degli anni di restrizione sanitaria, è una riflessione sulla struttura urbanistica della metropoli francese, è un reportage di avvenimenti artistici, è una breve raccolta di poesie, è un omaggio a Walter Benjamin, è una riflessione sul neocapitalismo tecnocratico. Questa vocazione metamorfica e nomade attesta la necessità di rifiutare le attuali dinamiche di unicità dell’informazione. Questo congegno letterario rifugge dalle classificazioni di genere e tenta un linguaggio in cui sono abolite le parole correnti imposte dal potere.
Ricerche poetiche
Paolo Gera
Libro
editore: Collezione Letteraria
anno edizione: 2021
pagine: 112
"Anche tu canti. Ora più forte di loro. Canti la bulimia che stiamo vivendo in una corruzione che ci sradica dalla natura mentre la sbraniamo con famelicità autodistruttiva, androcentrica, così ferocemente in un automatismo ottuso, accecante e accecato in ogni morso. Una fame cannibalesca, fame d’aria, in quel quotidiano chiacchiericcio mercificatore e consumistico, eruttato dal nostro io grasso. In questa obesità invasiva, la lingua, e nella lingua l’amata poesia, cos’è? Come è? In quale corporeità esiste? In quale effettiva condivisione?" (Dalla lettera di Anna Maria Farabbi).

