Libri di Paola Farinella Grana
Immagini dal mondo altro. Orizzonti visuali sull'alterità amerindiana
Paola Farinella Grana
Libro: Libro in brossura
editore: Città del silenzio
anno edizione: 2021
pagine: 212
L'incomprensione delle culture amerindie da parte europea ha condizionato l'immaginario iconografico sull'indio americano ed è stata alla base della persistenza, nel corso dell'età moderna, di stereotipi iconografico-immaginifici di matrice medievale. Anche se gli europei tentarono di collocare la diversità antropologica indigena in un contesto protoetnografico, hanno in realtà formulato un giudizio di valore sull'alterità culturale di questi popoli. Il libro di Paola Farinella Grana si pone in una prospettiva nuova, attuando un'analisi del fenomeno che tenga conto non tanto della fenomenologia evenemenziale e stilistica dei manufatti, quanto delle peculiarità iconografiche, iconologiche e simboliche che contribuirono al processo rappresentazionale/iconico alla base della produzione figurativa relativa ai popoli amerindiani. Sulla scia di grandi studiosi di storia culturale, come Mollat du Jourdin o Cabantous, il saggio assume le immagini come documenti sintomatici di manifestazioni socio-culturali, per coglierne, ove possibile, le implicazioni emotive e interrelazionali, sostenendo, in tal modo, l'approccio di Lucien Febvre, che propose di connettere la sensibilité à l'histoire.
L'opera iconografica di Theodore de Bry
Paola Farinella Grana
Libro: Libro in brossura
editore: Città del silenzio
anno edizione: 2020
pagine: 69
L'attività di Theodore de Bry si colloca nell'ampio scenario storico, socioculturale e ideologico-religioso, che caratterizzò l'Europa a seguito delle scoperte di Colombo. I popoli amerindi avevano suscitato un tale stupore che, per collocarli in un quadro intelligibile, si chiamarono in causa gli stereotipi immaginifici di mostri e cannibali diffusi dai testi medievali sull'Oriente, ancora circolanti. Un aspetto più originale della raffigurazione interessò invece la sfera iconologica, resa in termini di peculiarità nazionali e locali, in cui l'immagine dell'indigeno acquisì sfumature simboliche, sia nell'ambito celebrativo ed encomiastico dei potenti, sia nelle contestualizzazioni narrative figurate di matrice popolare, utilizzate come strumento di persuasione da parte dei movimenti religiosi protestanti e cattolici. L'opera iconografica del de Bry s'inserisce in quel filone della produzione di immagini sul Nuovo Mondo, al confine tra intento artistico, documentario e simbolico, che, riconoscendo ai popoli autoctoni originalità e fascino, voleva sottrarli, mediante la rappresentazione, al tentativo di negare la loro identità umana.