Libri di Monica Preti
Daniel Buren. Fare disfare rifare
Libro: Libro rilegato
editore: Gli Ori
anno edizione: 2025
pagine: 440
La pubblicazione che accompagna la mostra Daniel Buren. Fare, Disfare, Rifare. Lavori in situ e situati 1968-2025 (Palazzo Buontalenti, 8 marzo – 27 luglio 2025) si configura come un volume di ricognizione e approfondimento sul lavoro di Daniel Buren in Italia e dunque come un imprescindibile strumento di studio sulla figura di uno dei più importanti artisti contemporanei viventi. Il libro si apre con un dialogo tra Buren e Monica Preti, direttrice di Fondazione Pistoia Musei, che ripercorre alcuni dei momenti salienti delle presenze italiane dell’artista, introducendo l’atlante fotografico delle opere in mostra. Nel capitolo seguente a cura di Michele Giuliano Cipolla, Annamaria Iacuzzi e Sophie Strefkerk, si dispone un capillare regesto degli interventi dell’artista in Italia dal 1968 a oggi corredato da un ricco apparato di photo-souvenir; un approfondimento visivo è dedicato ai lavori in situ e in situ permanenti. Chiudono il volume i contributi critici di Alessandra Acocella, Francesco Tedeschi, Riccardo Venturi e Annamaria Iacuzzi.
Nuovi percorsi tra passato e futuro. 5 mostre per 1 sistema museale
Libro: Libro in brossura
editore: Mandragora
anno edizione: 2025
pagine: 128
A quasi quattro anni dalla sua costituzione, il Sistema Museale Pistoiese – SIMUP presenta al pubblico una mostra diffusa sul territorio con l’intento principale non solo di mettere in collegamento le tredici realtà museali della Provincia di Pistoia, che a oggi ne fanno parte, ma anche di comunicare una visione d’insieme. “Nuovi percorsi tra passato e futuro. 5 mostre per 1 sistema museale” rappresenta un’inedita e originale esposizione “di sistema”, dislocata appunto su cinque sedi ma proposta al pubblico come un unico progetto da visitare in forma itinerante. Afferisce a questo ambizioso obiettivo il Museo di San Salvatore dove sono esposti alcuni reperti che testimoniano la storia stratificata dell’Antico Palazzo dei Vescovi; ancora a Pistoia, presso il Museo Civico d’arte antica, sono indagati importanti aspetti inerenti la genesi delle collezioni della prima e maggiore istituzione museale cittadina. A Monsummano Terme è proposto, invece, un approfondimento sul Tesoro della chiesa di Maria Santissima della Fontenuova, collocato in parte nella sezione museale, che permette di conoscere meglio la raccolta frutto del legame secolare tra il santuario cittadino e i suoi fedeli. Infine a Pescia, due istituzioni diverse – la Gipsoteca Libero Andreotti e il Museo della Carta di Pescia – affrontano rispettivamente una panoramica sull’arte del disegno e la genesi del volume Il Porto Sepolto di Giuseppe Ungaretti, ornato dalle xilografie di Francesco Gamba e tirato in 500 copie numerate su apposita carta filigranata.
Scolpire nel Rinascimento: un'arte per (com)muovere-Sculpter à la Renaissance. Un art pour (é)mouvoir. Ediz. italiana, inglese e francese
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2024
pagine: 168
Nella mostra e nel catalogo "Il Corpo e l'anima" si era cercato di sintetizzare la complessa storia della scultura in Italia a cavallo del Cinquecento, raccontata attraverso l’alternanza proposta da Aby Warburg tra l’ethos «apollineo» e il pathos «dionisiaco». Le giornate di studio che l’hanno accompagnata, tenutesi a Parigi e a Milano, hanno offerto l’opportunità a numerosi storici dell’arte e studiosi di approfondire alcuni argomenti e hanno dato vita a questo libro. Philippe Toussaint, prendendo spunto dalle interpretazioni warburghiane sull’antica figura del centauro, analizza il rito funebre nel rilievo della tomba di Francesco Sassetti in Santa Trinita a Firenze, evidenziandone il sincretismo tra mondo pagano e cristiano che ha dato origine a una «immortalità scolpita». Ulrich Pfisterer esplora la scultura come veicolo di piacere, sensualità ed emozione negli studioli, i luoghi in cui gli umanisti e i letterati si dedicavano allo studio, mentre Philippe Morel mostra come la figura della menade, in preda all’antica trance dionisiaca, sintetizzi dolore ed erotismo nell’opera di Agostino di Duccio e Bertoldo di Giovanni. Patricia Lee Rubin si concentra sulla scultura come espressione della malinconia associata alla morte a Roma, sia negli Schiavi per la tomba di Giulio II di Michelangelo sia nella tomba Tornabuoni di Andrea del Verrocchio. La rappresentazione del pathos e il tema dell’obbedienza a Dio e dell’atteggiamento nei confronti della morte sono i temi al centro dello studio di Gabriela Mazzon sul sacrificio di Isacco. Ludmila Acone, dal canto suo, mostra la natura virtuosa della danza nell’Italia del Quattrocento, dove l’immaginazione del movimento coreutico permetteva di dar forma a un mondo ideale. Nel suo studio sul teatro sacro nella Firenze del Quattrocento, Paola Ventrone dimostra come le innovazioni spaziali di Brunelleschi abbiano reso possibile una nuova efficacia espressiva del messaggio visivo per gli spettatori/credenti. Infine, Anne Lepoittevin mette in luce i legami tra il teatro sacro e i gruppi scultorei del Sacro Monte di Varallo.
Maria Lai. In visita. Ediz. italiana e inglese
Francesco Tedeschi
Libro: Libro rilegato
editore: Gli Ori
anno edizione: 2024
pagine: 112
Giorgio De Chirico. In visita. Ediz. italiana e inglese. Ediz. italiana e inglese
Monica Preti, Annamaria Iacuzzi, Cristina Taddei, Giovanni Casini
Libro: Cartonato
editore: Gli Ori
anno edizione: 2023
pagine: 128
Mauro Bolognini. Un nouveau regard. Il cinema, il teatro e le arti
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 416
Il regista pistoiese Mauro Bolognini (1922-2001) è stato un protagonista della cultura italiana del secondo dopoguerra. Nel centenario della nascita si propone una riconsiderazione complessiva della sua opera, capace di spaziare tra cinema, televisione, teatro e opera lirica, sottolineando in particolare i fecondi rapporti intrattenuti con il cinema francese e con la cultura italiana a lui contemporanea (in particolare con Pasolini). Regista di decine di pellicole, con lui hanno recitato tra gli altri Claudia Cardinale, Ottavia Piccolo, Isabelle Huppert, Jean Paul Belmondo, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi. Nel catalogo verrà riproposta l’ampia selezione di opere (manifesti, bozzetti, costumi, fotografie, oggetti di scena...) presente in mostra, che consente di seguire, anno per anno, i momenti più significativi della vita e dell’opera del regista. Ma il catalogo ha anche un’ambizione più vasta: ricostruire il rapporto intrattenuto da Bolognini con le arti. Si proporrà una riconsiderazione ad ampio raggio dei suoi gusti artistici, a partire dalla formazione toscana, a contatto con i capolavori della pittura macchiaiola e con le esperienze della scuola pistoiese del primo Novecento, e dal periodo di studio con Ottone Rosai, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. I saggi in catalogo avanzeranno anche un approfondimento sulle sue preferenze estetiche, attraverso lo studio degli oggetti e le opere di cui amava circondarsi nelle sue case (ritratte nelle fotografie di Aurelio Amendola), nonché sui rapporti intrattenuti con vari artisti contemporanei, con un focus specifico su Mario Ceroli. Un’ulteriore riflessione sarà dedicata a rievocare la passione storico-artistica che ha caratterizzato l’intera opera del regista, inducendolo ad arricchire molte sue pellicole – e in particolare La Viaccia del 1961 e Metello del 1970 – di vere e proprie citazioni figurative di capolavori della pittura italiana e francese, puntualmente illustrate in mostra e in catalogo.
Fausto Melotti. In visita. Ediz. italiana e inglese
Eva Fabbris, Monica Preti, Annamaria Iacuzzi
Libro: Cartonato
editore: Gli Ori
anno edizione: 2022
pagine: 112
Pistoletto Pistoia
Monica Preti, Bruno Corà, Annamaria Iacuzzi, Michelangelo Pistoletto
Libro: Libro in brossura
editore: Gli Ori
anno edizione: 2022
pagine: 192
Ariosto and the Arabs. Context for the «Orlando Furioso»
Mario Casari, Monica Preti, Micheal Wyatt
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 472
Tra i testi letterari più dinamici e influenti del XVI secolo, "L'Orlando furioso" di Ludovico Ariosto (1532) è emerso da un mondo i cui orizzonti si stavano rapidamente espandendo, e il poema si presenta come un prisma attraverso il quale esaminare vari anelli della catena di interazioni che hanno caratterizzato l'area mediterranea dall'epoca tardoantica, attraverso il periodo medievale, alla prima modernità e oltre. L'idea di questo volume - e del progetto da cui ha avuto origine - trova il suo punto di partenza nel celebre poema di Jorge Luis Borges, "Ariosto y los Árabes" (1960), che vede il Furioso come il cardine di una cultura letteraria passata e futura che circola tra l'Europa e il Medio Oriente. Protagonista sia del conflitto storico che dello scambio culturale, il "saraceno" musulmano rappresenta l'"altro" essenziale nell'opera di Ariosto, ma l'Orlando furioso si impegna anche con la più ampia rete di comunità religiose, politiche e linguistiche che definiva il bacino mediterraneo del suo tempo. I sedici contributi qui riuniti, scritti da un diverso gruppo di studiosi che lavorano in Europa, Africa e Asia includono ambiti correlati di analisi - filologia, storia religiosa e sociale, cartografia, arte materica e figurativa e rappresentazione - per gettare nuova luce sui sistemi relazionali generati ed esemplificati dal grandioso poema di Ariosto.
Da Gerusalemme a Pechino, da Roma a Vienna. Sul «Saggio di architettura storica» di J.B. Fischer von Erlach
Monica Preti, Marco Folin
Libro: Copertina morbida
editore: Franco Cosimo Panini
anno edizione: 2019
pagine: 259
Composto fra il 1705 e il 1712, rielaborato negli anni successivi e infine pubblicato nel 1721, il "Saggio di architettura storica" nasce come un'opera aperta, in cui J.B. Fischer von Erlach continuò per anni a riversare disegni e progetti sollecitati da stimoli di varia natura. Nelle sue tavole - qui integralmente riprodotte - troviamo accostati i grandi monumenti della tradizione occidentale, dal tempio di Salomone alle Meraviglie del mondo, a una serie di edifici del vicino e lontano oriente (dal mondo ottomano alla Cina): gli uni e gli altri posti sullo stesso piano dell'architettura barocca viennese in base al principio che "i gusti delle nazioni non differiscono in architettura più di quanto non capiti nelle maniere di vestirsi o di cucinare le carni". Quale il significato di questa raccolta tanto stravagante quanto originale? Dobbiamo vedervi un primo, epocale, tentativo di andare al di là dei canoni consolidati della tradizione vitruviana? Oppure al contrario un'operazione essenzialmente etnocentrica, che proiettava sulla sfera dell'immaginario architettonico le mire universalistiche del colonialismo europeo? Probabilmente Fischer von Erlach, come la maggior parte dei suoi contemporanei, non avrebbe colto il senso della domanda. Quel che si respira, nelle sue tavole, non è una chiara consapevolezza dei processi in atto, ma il confuso sedimentarsi di stimoli eterogenei, a volti contraddittori, lasciati filtrare da quella che sembra essere stata una delle doti migliori dell'architetto: la sua irrequieta curiosità, la sua prensile capacità di orecchiare. Ponendosi in ascolto, sentiamo ancora gli echi delle frequentazioni romane della sua gioventù - le voci di Athanasius Kircher e Giovanni Pietro Bellori, Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana - convivere con gli incontri e le letture degli anni viennesi: Leibniz, Heraeus, Wren... e poi la letteratura di viaggio e le guide antiquarie, gli atlanti storici e i teatri di città, le raccolte di vedute e i libri di architettura, le accademie scientifiche e le biblioteche di corte, le missioni gesuitiche e le Wunderkammern, le discussioni sulla lingua universale e la passione per l'Egitto, su tutto la travolgente espansione della città di Vienna e la sensazione che la storia si era rimessa in moto.