Libri di Mariangela Telesca
La riforma sugli «ecoreati». Criticità e prospettiva (legge. n. 68 del 2015)
Mariangela Telesca
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2025
pagine: 344
Il volume affronta la riforma del diritto penale dell’ambiente (l. n. 68/2015) che, nonostante i buoni propositi, ha finito per porsi come l’ennesima occasione mancata. Le molteplici inadeguatezze dommatiche e politico-criminali vanificano i condivisibili intendimenti del legislatore, anche sovranazionale. Si tratta di un provvedimento che, in fin dei conti, non ha operato quella auspicata riscrittura dell’apparato sanzionatorio a difesa delle matrici ambientali ispirata ad un binomio irriducibile per uno Stato di diritto di derivazione costituzionale: efficacia della risposta e garanzie della persona. In una prospettiva di riforma vengono tracciate le direttive per assicurare quelle esigenze di effettività che il settore lamenta come si ricava, del resto, dalle recenti sollecitazioni del legislatore sovranazionale (Direttiva UE 2024/1203) orientate al perseguimento di migliori livelli di tutela dell’ambiente espressamente assurto, nel contempo, (l. n. 1/2022) a ‘valore’ costituzionale.
Contributo all'analisi dell'esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto
Mariangela Telesca
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2022
pagine: 224
L’introduzione nel sistema penal-processuale della causa di non punibilità per particolare esiguità del fatto, lungamente attesa, rappresenta l’ultimo tentativo, da parte del legislatore, di far fronte alle questioni connesse al (mal)funzionamento della giustizia penale. La scelta di campo a favore di forme di ‘depenalizzazione in concreto’ solleva, inevitabilmente, profili problematici, con particolare riferimento all’ampliamento della discrezionalità del giudice, anche per le obiettive difficoltà di redigere una fattispecie in linea con le esigenze della tassatività-determinatezza penalistica. Del resto, è la stessa categoria del ‘reato bagatellare’ che risulta connotata da vaghezza dal punto di vista dommatico, empirico e politico-criminale. Sotto altri aspetti, l’istituto della non punibilità per particolare esiguità del fatto, nonostante gli effetti positivi in termini di deflazione del carico giudiziario e nell’ottica delle finalità della pena costituzionalmente sancite, non può, da solo, fronteggiare l’iperplasia simbolico-repressiva, che ha rappresentato la causa principale del ritardato impegno nel trattamento delle microviolazioni. L’assenza di una visione di insieme in grado di valorizzare, sul piano politico-criminale, una strategia multiagenziale rischia, ancora una volta, di favorire aspettative taumaturgiche che il nuovo istituto, oggettivamente, non può assicurare.
La tutela penale dell'ambiente. I profili problematici della Legge n. 68/2015
Mariangela Telesca
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2021
pagine: 320
La riforma del diritto penale dell’ambiente, di cui alla legge n. 68/2015, ha finito per porsi come l’ennesima occasione mancata; alle poche luci si contrappongono varie inadeguatezze dommatiche e politico-criminali. Ci si aspettava, dopo lustri di attesa, un provvedimento di più ampio respiro in grado di ridisegnare l’apparato sanzionatorio a tutela delle matrici ambientali, che si caratterizzasse per incisività della risposta. Il legislatore, invece, si è mosso in un’ottica di ‘mediazione’, cercando di conciliare impostazioni irriducibili tra il precedente sistema delle contravvenzioni prodromiche e il nuovo, impostato su figure delittuose. La strutturazione delle singole fattispecie risulta inficiata da abituali carenze consentanee all’uso di formule evanescenti, che ipotizzano macro-eventi di difficile verificabilità e, soprattutto, di ardua dimostrabilità nel processo. Indicativo di un tale stato di cose è la figura del disastro ambientale la cui redazione, eccentrica rispetto alle sollecitazioni della Corte costituzionale, ha lasciato sul terreno questioni risalenti. Ancora una volta, al ‘diritto vivente’ viene delegato il compito di tratteggiare la reale portata del tipo criminoso, con ovvi riverberi sul corretto funzionamento del sistema penale complessivamente considerato. La costruzione del diritto penale dell’ambiente come sotto-sistema normativo avulso dai principi costituzionali, che asseconda, more solito, semplicistiche istanze populistiche di rigorismo repressivo, appare inadeguata a soddisfare le esigenze di effettività che il settore da sempre lamenta.
La tutela penale dell'ambiente. I profili problematici della Legge n. 68/2015
Mariangela Telesca
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2016
pagine: XXIII-167
La riforma del diritto penale dell'ambiente di cui alla l. n. 68/2015 ha finito per porsi come l'ennesima occasione mancata. Dopo lustri di attesa ci si aspettava un provvedimento di più ampio respiro in grado di ridisegnare l'intero apparato sanzionatorio a tutela della matrici ambientali. La strutturazione delle nuove figure delittuose risulta inficiata da risalenti carenze consentanee all'uso di formule evanescenti che ipotizzano macro-eventi di difficile verificabilità e, soprattutto, di ardua dimostrabilità nel processo. Nonostante l'aggiramento dei principi costituzionali in materia penale - operazione già di per sé censurabile - l'intervento del legislatore appare inadeguato a soddisfare quelle esigenze di effettività della risposta che il settore da sempre lamenta.