Libri di Maria Grazia Sfameni
Maravigghia. Cunti di cibi e luoghi
Maria Grazia Sfameni
Libro: Libro in brossura
editore: Città del Sole Edizioni
anno edizione: 2023
pagine: 80
Il tempo della cura è quello in cui si comincia a pensare in che modo utilizzare i prodotti che la natura ci mette a disposizione; è il tempo dedicato alla coltivazione dell'uva, del grano, alla raccolta dei frutti che si è visti maturare, con trepidazione, in un attimo che dura mesi. Il tempo della cura è quello in cui la famiglia si riunisce e con metodo e rigore rinnova gesti ancestrali, elargisce carezze e delicati abbracci, con i quali coglie un grappolo d'uva e lo pone nel tino, o una zucca o una cipolla, o delle erbe aromatiche, che rilasceranno l'essenza della vita, assorbita nel tempo sospeso e imprevedibile della maturazione. Le mani allenate delle donne, forti come querce, trasformeranno la materia in passione e godimento, cucineranno la storia, con un rito salvifico, che ripercorre i secoli e attraversa le dominazioni, ascoltando le voci e i suoni di chi ci sarà sempre. In questo libro, l'autrice ci guida tra le colline salmastre di Sicilia e ci racconta la storia universale della Gioia, sentimento vivificato da immagini e sapori, senza nostalgia, ma con caparbia eleganza, capace di donare, al nostro oggi frenetico, un pizzico irrinunciabile di lentezza e magia.
Alvaro e Belmoro nel dedalo tantalico una lettura surrealista
Francesco Idotta, Maria Grazia Sfameni
Libro: Libro in brossura
editore: Città del Sole Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 104
"È così" dissi "Magnitudo mi piace. Vi ho trovato gente la cui forza andrebbe adoperata. [...]". "Gente vecchia", replicò il dolonese. "Abituata a creare avvenimenti quotidiani in ogni atto, in ogni gesto. [...]. È un problema. Hanno il senso della personalità e dell'individualità, ma si sono ridotti allo stato di massa. [...]". Perché Alvaro, perché Belmoro, perché adesso? È davvero possibile leggere Alvaro, dopo quasi un secolo dalla pubblicazione del suo primo romanzo, e farlo con occhi e mente finalmente nuovi? Che cosa definisce ciò che è vecchio e ciò che è nuovo? Che cosa è compiuto e che cosa non può esserlo perché, per sua natura, destinato a rigenerarsi ciclicamente? Rileggere l'opera di Corrado Alvaro in un momento storico nel quale la cultura umanistica cede il passo all'omologazione accademica, non è solo un atto di onestà intellettuale nei confronti di uno degli scrittori più acuti del panorama europeo contemporaneo. Leggere Corrado Alvaro, e liberarlo dai lacci del provincialismo tout court, è il bisogno impellente di un nuovo respiro culturale, il quale sappia guardare oltre il limite di ciò che è tangibile e dare nuova vita a "chi per lungo silenzio parea fioco", come direbbe Dante. Per farlo, però, è necessario recuperare la scintilla dell'atto creativo, il genio, la follia: unica in grado di carpire la Verità, o almeno ci si può provare. Ma come farlo? Accostandosi, con sguardo a volte spregiudicato, a un breve romanzo d'esordio, che ha in sé la forza di un'opera matura, e a un ultimo capolavoro, il quale non poteva che rimanere incompiuto perché si rivelasse fino in fondo la grandezza del suo autore.