Libri di Marco Noferi
Avanti popolo, è primavera! Esercizi vegetali per la rivoluzione
Marco Noferi
Libro: Libro in brossura
editore: Aska Edizioni
anno edizione: 2023
pagine: 128
Marco Noferi, della provincia d'Arezzo, è contadino e quasi dottore in filosofia. In questi suoi scritti, le ultime lettere dalla campagna toscana al direttore de l'Unità Sergio Staino, tra il 2016 e il 2017, gli anni della chiusura del giornale. Pagine di riflessioni, malinconie e arrabbiature, accompagnate dai disegni di Staino. Diario di una vita di agricoltura attraverso le stagioni, ci sono la profondità di argomenti del filosofo e l'antica sapienza del contadino che conosce la terra e le sue tradizioni, gioisce per i frutti e le sementi, teme le ingerenze di un clima avverso e, soprattutto, si indigna per la concorrenza sleale di un'agricoltura massificata, per i guadagni che spesso non ripagano la fatica e la cura e l'amore verso un lavoro che viene via via svilito. In questi spontanei e profondi scritti di Marco, intellettuale contadino, quasi una confessione e uno sfogo, vergati in una bella lingua antica e affascinante, colma di toscanismi. Un mondo che in qualche modo si è perso e che Noferi, invece, vive e fa rivivere. Prefazione di Francesco Guccini.
Amore mio non piangere. La melanconia del mangiare contemporaneo
Marco Noferi
Libro: Copertina morbida
editore: Aska Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 192
"Dice il vocabolario che 'melanconia' sta ad indicare uno stato di abbattimento, di perdita del tono vitale, senso di vuoto, forse molto vicino alle patologie depressive, oggi così in voga. Questo non è il mio stato: è invece lo stato del mondo, una contemporaneità finanziaria, spettacolare e immateriale, che tende a dissolvere l'origine di tutte le cose. Nascere a metà degli anni '50, mi ha permesso di conoscerne due di mondi: prima i contadini, gli operai e i manovali, il saper fare, l'arrangiarsi, le lunghe cotture, la politica e l'essere di parte; e poi tutto quello che è venuto dopo: la semplificazione, l'omogeneizzazione dei sapori e delle competenze, la cucina televisiva, gli edonismi predisposti e replicabili, le socialità artificiali al posto dei circoli e delle piazze. Che cosa è successo? Forse la grande macchinazione, o un qualunque contagio o un qualunque colpo di stato, chissà, ma ormai l'insalata non sa più di insalata e il pomodoro non sa più di pomodoro. Eppure, si potrebbe provare ancora, con la ragionevolezza della sovversione, la cognizione del gusto e l'emozione della terra: un po' di sapere, un po' di saggezza e il più sapore possibile."