Libri di Luca Vicenzi
Farlo in macchina
Luca Vicenzi
Libro: Copertina morbida
editore: Italic
anno edizione: 2021
pagine: 84
Come in "Basketball Diaries" di Jim Carroll, i ragazzi del Bronx nord-occidentale compiono il loro rito di iniziazione. Un bar mitzvah in cui salti dalle rocce dentro al fiume Harlem cercando di evitare la striscia di merda sulla superficie dell'acqua. La C-Rock e il salto di decine di metri da scogliere rocciose nel fiume Harlem dove da decenni adolescenti i clienti della Circle Line si gettano in audaci tuffi, mentre i più anziani ricordano i loro, un sinonimo ineguagliabile di adolescenza. È una scoperta, una tradizione, un rito da compiere quello dentro a quel corso d'acqua. Ci sono punti di salto di varie altezze lungo la scogliera che vanno da 25 piedi a circa 110, hanno soprannomi che più o meno si tramando nel tempo di generazione in generazione, come il punto di tuffo che sta a 35 piedi chiamato "coglioni" (avere i). Come tutti gli inizi questo comincia con la semplice esigenza di rinfrescarsi fino poi a trasformarsi in una sorta di luogo sacro fatto di pericolo, avventura e senza autorità. A qualcuno è capitato di essere denunciato, qualcun altro ci ha messo un tempo infinito per saltare, un tempo imbarazzante con i bambini che ti urlano di buttarti. Altri si sono buttati e basta, sono corsi verso la cima cercando un punto sufficientemente alto ma non il più alto e non troppo in basso. C'è la consapevolezza di non poter fare per tutta la vita cose di questo genere, qualcuno ci è annegato. La preoccupazione principale non sono le scogliere e neppure i binari elettrificati che i bambini attraversano mentre il treno è in arrivo da dietro una curva, ma le correnti. "Circle Line! Circle Line! Andiamo, andiamo!" il più giovane urla mentre una barca che trasporta turisti scivola lontano dalla vista di quel tratto di fiume. Quattro ragazzi tremanti si precipitano verso la roccia, trovano ciascuno il punto da cui saltare atterrando con uno schizzo nella striscia d'acqua macchiata di sole che separa il Bronx nord-occidentale da Manhattan. Spavalderia adolescenziale, tradizione apocrifa e il pericolo sufficiente per mantenere le cose interessanti, mentre l'acqua del fiume gocciolava dai suoi pantaloncini a rete dopo il salto al diciassettenne di turno tutti dicono "Ora sei un uomo". E per generazioni di agenti di polizia della Metropolitan Transportation Authority il rito estivo è di un tipo diverso "Inseguiamo i bambini per tutta l'estate". Dove l'estate è una rotaia elettrifica a 700 volt di corrente continua e periodiche flottiglie di immondizia che galleggiano lungo il corso d'acqua, nessuna domanda al college, nessun lavoro estivo che distribuisce volantini per una pizzeria o per uno stand di hot dog dello Yankee Stadium. Un pomeriggio un diciassettenne con un costume da bagno arancione e nero, forse il saltatore più riluttante di sempre, era per questo stesso motivo bersaglio degli altri quattro ragazzi con battute sulle loro madri, sulla sua maglietta rovinata e consumata di Topolino e sulla caviglia che si era graffiato mentre si arrampicava fin lassù. Indossano pantaloncini da pugili fin sotto le ginocchia e che salgono fin sul busto, saltano in coppia o in gruppo - saltare da soli non è divertente - mantengono un silenzio stoico, o forse scioccato, fino in fondo.
Premere finché non torna la quiete
Luca Vicenzi
Libro: Copertina morbida
editore: Italic
anno edizione: 2018
pagine: 155
Ambientato a Lisbona e diviso in due parti, "Premere finché non torna la quiete" ci parla del candore della marginalità metropolitana e dello spaesamento di persone in bilico in una sorta di "tritatutto" di cultura rap, poesia ottocentesca e le ultime librerie di quartiere rifornite dagli svuota cantine con mappe di luoghi distanti. Ma ci parla anche del tempo che passa e delle paure che si ripetono in ogni generazione, dello stupore, la meraviglia di fronte al caos, la fuga impossibile perché tutti reclusi dentro questa "grande cloaca" che ruota attorno al sole. La seconda parte è una sorta di "spin-off" su alcuni luoghi altri presenti nel romanzo, e c'è un libro nel libro, un "atlante delle false isole" che racconta di una ricerca fatta da uno dei protagonisti. C'è un bufalo scuro che ti corre incontro nella notte durante un sogno ricorrente, il teatro e i cowboys alla saccarina, la musica e la storia di un illustratore di immagini sessuali di wikipedia. C'è Praca Luis de Camoes a Lisbona, gli errori cartografici, le paludi intorno a Memphis e gli italiani in Indocina, la storia di Matilde che attraversa metà del Novecento facendo un lungo giro tra il Portogallo, Tangeri, la Groenlandia e la Spagna; e, in fondo, la percezione che non sia soltanto la natura impossibile da controllare, ma che anche l'uomo e i fatti della vita a volte siano forze più grandi di qualsiasi meccanismo di ordine.
Mappe di posti che devono ancora esistere
Luca Vicenzi
Libro: Copertina morbida
editore: Italic
anno edizione: 2016
pagine: 160
Un attento osservatore compie un lungo viaggio attraversando luoghi remoti e desolati, avvolti da un alone di nebbia e di mistero, non sapendo se sia stato l'uomo o la natura a produrre tali scenari. Luoghi in cui il tempo pare essersi fermato nel momento dell'impatto con la catastrofe e abbandonati a loro stessi. Da Tangeri all'Indocina, da Napoli al Messico, l'osservatore incontra volti senza nomi, ormai sottomessi alle leggi della sopravvivenza, ma che in fondo nutrono ancora un forte desiderio di speranza in una vita migliore. Vicenzi passa di racconto in racconto per documentare i fatti, e per tracciare e ridefinire i confini di questi posti che, svuotati della loro anima, devono essere riportati alla vita, e quindi essenzialmente "devono ancora esistere".