Libri di Lella De Marchi
Ipotesi per una bambina cyborg
Lella De Marchi
Libro: Libro in brossura
editore: Transeuropa
anno edizione: 2020
pagine: 60
"Ipotesi per una bambina cyborg" è concepito come un trattato filosofico-scientifico. Preceduto da una bibliografia essenziale, composto di due parti e terminante in un corollario ci racconta la necessità di postulare una nuova infanzia del mondo, una cultura dell’inermità e del rispetto, un riconoscimento empatico dei molteplici altri da noi, «molti dei quali» per dirla ancora con Braidotti «nell’era dell’antropocene, semplicemente non sono antropomorfi». La poesia è rivoluzione e purezza, è la bambina cyborg per eccellenza. Sottolineano, infine, la dedica iniziale e la sezione dedicata alla poetessa statunitense Anne Sexton. Post-fazione di Maria Luisa Vezzali.
Paesaggio con ossa
Lella De Marchi
Libro: Libro in brossura
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2017
pagine: 72
Postfazione di Caterina Davinio.
Tutte le cose sono uno
Lella De Marchi
Libro: Copertina morbida
editore: Prospettiva Editrice
anno edizione: 2015
pagine: 117
"Non voglio avere niente dentro agli occhi. Nessuna distrazione. Soltanto l'eco delle cose che lontane s'intrecciano tra loro. Voglio quell'immagine sola dentro agli occhi. Sentirla riaffiorare. Riemergere dal buio. Sempre più. Innalzarsi tra l'eco di tutte quelle cose. Risplendere. Voglio l'istantanea. L'insieme delle cose. Il luogo in cui le cose si sommano in un punto. Il punto in cui tutte le cose sono uno. Lo scatto unico. Dove ancora esisti. Il tuo principio e la tua fine."
Stati d'amnesia
Lella De Marchi
Libro: Libro in brossura
editore: LietoColle
anno edizione: 2013
Immagino questo libro come un treno, un locale, uno di quei treni che fermano in tutte le stazioni, anche quelle di cui si ignorano l'esistenza e la consistenza. Ma non un treno cosiddetto canonico, con un itinerario prefissato e di cui si conoscono la stazione di partenza e quella di arrivo. Piuttosto un treno fantasma, un treno dove ciò che scorre sulle rotaie sono le "parole". Ogni poesia rappresenta una stazione, e ad ogni poesia ci si può concedere il lusso di scendere e di soffermarsi. Perché poi il treno, non dovendo rispettare orari e non dovendo raggiungere un punto d'arrivo, può aspettare, prima di ripartire, che il fruitore (l'ospite) metta al lavoro il suo "atto" di intendimento o di fraintendimento. In questo libro non viene ricercato un facile approdo, la nostra autrice non cerca un punto d'arrivo. Qui l'importante è continuare a viaggiare, o meglio: continuare a dissolversi o a dileguarsi.