Libri di Girolamo Imbruglia
La tolleranza in età moderna. Idee, conflitti, protagonisti (secoli XVI-XVIII)
Lucia Felici, Girolamo Imbruglia
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2024
pagine: 336
Il 1492 inaugurò l'età moderna e una nuova fase dei rapporti con l'“altro”, nelle vesti dell'eretico, dell'amerindio, dello schiavo africano, del pirata ottomano: dibattiti inediti e terribili conflitti religiosi e civili segnarono così l'Europa del XVI secolo. In questo clima di violenze e soprusi nacque l'idea di tolleranza, come difesa dell'autonomia della coscienza, della fede, dell'essere umano. Con il tempo, si svilupparono pratiche di convivenza, in nome del bene comune della società. Teoria e prassi si influenzarono a vicenda. Le persecuzioni politiche e religiose, tuttavia, non si arrestarono. Per garantire la pace sociale, dal Sei-Settecento fu perciò ampliata la secolarizzazione nei rapporti umani e l'ideale della tolleranza si affermò prima come categoria della sovranità, poi come un diritto umano e infine come libertà civile. Attraverso un vasto affresco di storia religiosa, sociale e culturale, il volume descrive l'origine e lo sviluppo del problema della tolleranza e il suo intreccio con la nuova idea politica di libertà. Fornisce però anche uno strumento indispensabile per comprendere criticamente il nostro presente: anche oggi, infatti, l'intolleranza non cessa di alimentare la violenza.
Utopia. Una storia politica da Savonarola a Babeuf
Girolamo Imbruglia
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2021
pagine: 204
Utopia e realismo sono categorie politiche che compaiono nel Cinquecento. Per Machiavelli compito della politica era riflettere sulla realtà effettuale, per Moro, invece, idearne una nuova. In modi opposti, entrambi reagirono all’esperienza di Savonarola: il suo rogo (1498) aveva segnato la fine del mito della profezia. Da quella triangolazione nacque il pensiero politico moderno, del quale l’utopia rappresentò un elemento fondamentale. La storia che qui si traccia non è perciò quella del genere letterario fantastico, ma segue l’intreccio tra progetti ideali e volontà politica di trasformare la realtà. Nel Cinquecento l’utopia fu collocata nello spazio immaginario; nel Seicento toccò terra nel tempo storico, sotto la forma di teocrazia; nel Settecento l’Illuminismo la secolarizzò e proiettò nel futuro. A farne la teoria fu Montesquieu, e dopo di lui i philosophes si chiesero se l’utopia avesse la forza di cambiare la realtà. La risposta venne dalla rivoluzione: dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 alla Congiura degli Eguali, per costruire la società ideale i rivoluzionari ripresero tutte le tradizioni utopistiche della storia moderna. La condanna a morte di Babeuf (1797) chiuse in maniera drammatica la parabola dell’utopia politica moderna.
Storia (breve) di Napoli
Stefano De Caro, Roberto Delle Donne, Girolamo Imbruglia, Giuseppe Civile, Adolfo Scotto di Luzio
Libro: Libro in brossura
editore: artem
anno edizione: 2010
pagine: 160
Tremila anni di civiltà, dalla Magna Grecia, attraverso secoli di dinastie e dominazioni - bizantini, angioini, aragonesi, Borbone, Austria, Francia - fino all'unità incompiuta, all'età contemporanea: i tratti indelebili, le metamorfosi, le contraddizioni croniche di una capitale di confine tra occidente e Mediterraneo, multietnica per vocazione antica, porto di mare, emblema e frontiera di potenzialità e lacerazioni che invitano a ragionare senza stereotipi, "Storia (breve) di Napoli" ripercorre con misura inusuale le stagioni cruciali: la città greca e romana, il medioevo, l'età moderna, l'ottocento, il novecento, dimostrazione concreta che la "responsabilità scientifica" non obbliga di necessità alla prolissità pedante.