Libri di G. Panizza
Autografo. Volume 65
Libro: Copertina morbida
editore: Interlinea
anno edizione: 2021
pagine: 224
I percorsi di ricerca raccolti in questo numero di "Autografo", frutto della collaborazione tra il Centro Manoscritti di Pavia e l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea di Torino, prendono le mosse da tre autori di area azionista presenti nel fondo pavese: Carlo Levi (Filippo Benfante), di cui viene qui proposto anche l'inedito Diario 1935 (a cura di Gilda Policastro), Luigi Meneghello (Francesca Caputo, Luciano Zampese), Fausta Cialente (Emmanuela Carbé, Nunzio Ruggiero). Ai loro nomi si affiancano negli altri contributi quelli di Emilio Lussu, Pietro Nenni, Curzio Malaparte, Jacopo Dentici, Dante Livio Bianco, Emanuele Artom, Nuto Revelli, Ferruccio Parri, Giorgio Bassani, Carlo Cassola: per indagare le forme di rappresentazione dell'intellettuale azionista, e per mettere a confronto l'esperienza politica con la sua rappresentazione letteraria (Matteo Castellucci, Pierangelo Lombardi, Clelia Martignoni, Mario Baudino, Mauro Novelli).
I «Discorsi» e altri scritti degli anni Settanta
Pietro Verri
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2005
pagine: XVIII-696
Immaginare e costruire la nazione. Manzoni da Napoleone a Garibaldi
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2012
pagine: 222
Alessandro Manzoni è stato uno degli artefici che più profondamente hanno contribuito al processo costruttivo della nazione italiana moderna, per quanto lontano dall'attivismo politico e dall'impegno militante, e tuttavia presente senza incertezze nei momenti chiave del mutamento storico. Da sempre fedele all'idea di unità, ha espresso tale convinzione in testi emblematici (i cori delle tragedie, l'ode "Marzo 1821"), ha rivoluzionato una letteratura elitaria introducendovi il genere moderno del romanzo e facendo rispecchiare in esso un'intera società, ha costruito con rigore e pazienza estremi i presupposti perché nascesse la nostra lingua comune. Oggi, nel mondo globalizzato in cui siamo immersi, la storia della nostra e delle altre nazioni sollecita nuove riflessioni. La vicenda di Manzoni permette di cogliere come si sia sviluppato il processo di "immaginazione" del diverso spazio politico creato con la nazione moderna, in cui tanti intellettuali italiani si sono proiettati, sovrapponendolo e sostituendolo ad altri ambiti di relazioni precedenti, spesso superati. Questa raccolta di saggi intende ripercorrere anche secondo tale prospettiva l'impegno di Manzoni nella costruzione della nuova Italia, a conclusione dei festeggiamenti del Centocinquantesimo della nascita dello Stato unitario, nel segno di un omaggio della sua città al grande scrittore italiano.
Scritti sul fascismo e sulla Resistenza
Carlo Dionisotti
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2008
pagine: 275
Gli studi di Dionisotti sono sempre stati percorsi dalla passione civile e dall'analisi politica della storia italiana. Così gli scritti qui raccolti da Giorgio Panizza, in parte apparsi su vari fogli del Partito d'Azione, in parte rimasti inediti, in parte pubblicati saltuariamente nel dopoguerra, forniscono un ritratto di uomo impegnato nelle vicende del suo tempo e di antifascista, complementare al magistero di etica intellettuale che emerge dal suo lavoro di storico letterario. In stretto contatto con diversi amici torinesi che operavano nei gruppi di "Giustizia e libertà" negli anni Trenta, si dedicò più direttamente alla politica negli anni 1943-45, quando si era trasferito a Roma partecipando all'attività di uno dei nuclei del Partito d'Azione che si raccoglieva nell'ambiente dell'Enciclopedia Italiana. Nel fervore dell'attività pubblicistica, spicca per profondità di analisi l'articolo scritto a caldo dopo l'uccisione di Gentile. Riprenderà temi di argomento civile solo negli anni Sessanta, in un clima molto mutato, affrontando il problema del neofascismo e la contestazione del Sessantotto. Tanto negli interventi più urgenti, scritti nel cuore della guerra civile, quanto in quelli più tardi, Dionisotti riesce sempre a collocare i singoli problemi in un quadro storico-culturale di lungo periodo. Convinto che i mali italiani hanno radici lontane e che il fascismo, contrariamente a quanto sosteneva Croce, non è stata una malattia passeggera.

