Libri di Friedrich Torberg
Lo studente Gerber
Friedrich Torberg
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2013
pagine: 283
Il giovane Kurt Gerber continua a destreggiarsi tra due vite parallele, quella da alunno intelligente e ribelle e quella da romanziere inesperto che tenta di intrecciare il proprio destino con quello di Lisa, il suo grande amore. Ma quando, con l'approssimarsi dell'esame di maturità, il professore di matematica intraprende una crociata personale contro di lui, Kurt rimane schiacciato dall'angoscia per un'eventuale bocciatura. Il cortocircuito è violento e nel suo animo le equazioni differenziali iniziano a confondersi con l'immensità della costellazione di Orione, il viso di Lisa si sovrappone a quello dell'odiato professore e il candore dei suoi ideali viene macchiato dall'umiliazione. Lo sguardo di Friedrich Torberg svela la macchina mitologica che alimenta il sistema scolastico trasformando i professori in divinità e gli alunni in personaggi i cui piccoli gesti eroici si infrangono contro il potere costituito. Per questo "Lo studente Gerber" non è soltanto un thriller scolastico, ma anche l'immagine emblematica di ogni relazione fondata sulla coercizione e sul principio di autorità. Annoverato tra le grandi opere della letteratura austriaca del Novecento, ha suscitato gli apprezzamenti di Robert Musil e Max Brod che lo definì "uno sguardo chiaroveggente, vigile e visionario sulla globalità del nostro vivere, dove l'enigma scuola rappresenta, con tutte le complessità, il più grande enigma vita".
Mia è la vendetta
Friedrich Torberg
Libro: Libro in brossura
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 83
In una nebbiosa giornata di novembre del 1940, sul molo del New Jersey, un uomo attende i suoi amici provenienti dall'Europa. Più volte la sua attenzione è attratta dalla figura scarna e curva di uno straniero sulla quarantina che si aggira inquieto nella sala arrivi e sul pontile di sbarco, trascinando vistosamente la gamba sinistra. Quando gli chiede chi stia aspettando, lo straniero risponde che sono tanti, settantacinque, quelli che dovrebbero arrivare, eppure non giunge mai nessuno. A tormentare lo straniero è il ricordo degli eventi accaduti poco tempo prima in un lager nazista sul confine olandese, dal quale è fuggito. Il comandante del campo Wagenseil sceglie una vittima dopo l'altra tra gli ottanta ebrei lì rinchiusi, e tortura le sue prede nel corpo e nell'anima al punto che esse decidono di darsi la morte. Nella baracca in cui i prigionieri si ritrovano ammassati si accende il dibattito fra due gruppi contrapposti: gli uni - rappresentati dal candidato rabbino Joseph Aschkenasy - ritengono di dover andare incontro al proprio ineluttabile destino lasciando la vendetta a Dio, gli altri pensano invece sia opportuno reagire. Perché mai non aggredire l'aguzzino durante i suoi interrogatori e, dato che non c'è via di scampo, non trascinare anche lui nella morte? In questa narrazione, pubblicata nel 1943 durante l'esilio negli Stati Uniti, Torberg porta ai suoi più radicali esiti il dramma della non resistenza ebraica e il tema della legittima difesa.