Libri di Filippo Ruschi
Guerra aerea e razionalità giuridica (1899-1938)
Filippo Ruschi
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2024
pagine: XIV-516
La conquista dell'aria non ha rappresentato soltanto una grandiosa impresa scientifica e tecnologica, ma ha avuto effetti altrettanto rilevanti sulla dimensione bellica: la verticalizzazione della forza, infatti, ha determinato una rivoluzione in campo militare e, al tempo stesso, ha generato una violenza tanto inedita quanto devastante. Questo processo ha conosciuto un'accelerazione tumultuosa: tra il pionieristico volo dei fratelli Wright e i primi bombardamenti aerei sui centri urbani avvenuti nel corso della Prima guerra mondiale corre appena un decennio. Là dove, lo scatenamento di un simile flusso di energia ha innescato una conflittualità indiscriminata: sorvolare la superficie terrestre ignorando ogni barriera fisica, si è tradotto nella possibilità di proiettare la forza senza tenere conto di alcun vincolo normativo. Adottando le lenti della filosofia del diritto internazionale e imboccando un itinerario genealogico aperto al dialogo con altri saperi – la storia della tecnologia, quella diplomatica, la geopolitica −, il volume esamina le tappe di una sconfitta: quella della società internazionale impegnata a regolare la guerra aerea. Si tratta di una vicenda su cui oggi è bene tornare a riflettere, nel momento in cui la rivoluzione digitale va ridefinendo la geometria della violenza bellica.
Guerra, diritto e sicurezza nelle relazioni internazionali
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2019
pagine: XXI-318
Solo nel momento in cui si ammette la razionalità della guerra è possibile porsi il problema di quale forma attribuire al conflitto, di come regolare quella straordinaria misura di energia che una volta scatenata sui campi di battaglia genera apocalisse. La sfida consiste nel riflettere sulla natura, sui limiti e sulla possibile evoluzione di una tale disciplina, senza limitare l’orizzonte di analisi alle norme positive che strutturano l’ordinamento giuridico internazionale, ma mettendo altresì a fuoco i protocolli, le retoriche e i dispositivi normativi che concorrono ad irreggimentare la violenza bellica. Con la consapevolezza che, in ogni caso, si tratta di una trama delicata e irregolare, costituita da fibre di spessore differente – da fili piuttosto che da funi – in tutto simile alla rete di funicelle con cui i minuscoli abitanti di Lilliput avevano cercato di imbrigliare il capitano Gulliver.
Questioni di spazio. La terra, il mare, il diritto secondo Carl Schmitt
Filippo Ruschi
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2012
pagine: 333
"I grandi atti primordiali del diritto restano invece localizzazioni legate alla terra". Cari Schmitt, attraverso una sapiente archeologia concettuale, ha riportato alla luce la dimensione "spaziale" del diritto. È stata la terra il perno su cui si è incardinato e strutturato il consorzio umano, la matrice del diritto. A questo spazio positivo, però, ha corrisposto una dimensione negativa, respingente, intrinsecamente anomica: il mare. Si è così determinata una polarità che ha contrassegnato l'esperienza giuridica e politica premoderna. La "rivoluzione spaziale" innescata dalle navigazioni colombiane e scandita dalle bolle alessandrine prima, e dal Trattato di Tordesillas poi, ha rappresentato un punto di svolta decisivo: in questo contesto storico-politico si è infatti affermata la moderna nozione di sovranità marittima che ha consentito l'occupazione di spazi fino ad allora negati. Adottando la teoria schmittiana come mappa concettuale, il volume esamina questo snodo fondamentale della modernità, ricostruendo il percorso che ha determinato l'inclusione degli spazi marittimi nella sintassi giuridica.
Una ordinata anarchia. La filosofia del diritto internazionale in Hedley Bull
Filippo Ruschi
Libro
editore: Bonanno
anno edizione: 2012
pagine: 360
L'ordinamento giuridico internazionale ha avuto uno strano destino. Ancora oggi, è oggetto di aspettative palingenetiche ed è celebrato come l'architrave di un nuovo ordine mondiale. Al tempo stesso, però, mette allo scoperto la sua antica debolezza e una smisurata attitudine a velare gli interessi particolari degli Stati. Da più parti, se ne auspica la trasformazione in un fantasmatico sistema cosmopolitico. C'è chi, invece, invoca come necessaria la sua sostanziale dismissione. Interpretazioni contrapposte che, senza saperlo, poggiano sul medesimo assunto: il contesto politico globale riproduce il brutale stato di natura di Thomas Hobbes. Per evitare questa apparente schizofrenia, è possibile imboccare una strada diversa, diretta a una storicizzazione della nozione di diritto internazionale. Si tratta di un percorso che conduce a rivisitare l'esperienza dello jus publicum Europaeum, di un ordine che è orizzontale, multipolare, anarchico, flessibile. In questo percorso, Hedley Bull è il compagno di viaggio ideale di questo libro. Ad un trentennio dalla sua scomparsa, il pensiero di Bull, alieno dai pregiudizi e incline all'approccio pragmatico, continua a fornire una decisiva chiave di lettura per interpretare con spirito critico le modificazioni politiche e normative in atto nel contesto internazionale.