Libri di Felice Pastore
Sicignano degli Alburni tra sacro e profano
Felice Pastore
Libro: Libro in brossura
editore: Arci Postiglione
anno edizione: 2015
pagine: 224
I capitoli dedicati alla storia del territorio, dei monumenti e delle famiglie locali richiamano l'importante memoria storica di Sicignano degli Alburni, in provincia di Salerno, dal periodo romano fino all'età contemporanea. Oggi, come in passato, il Paese si riunisce nel mese di agosto intorno alla festa di San Rocco e in ottobre per la "Sagra della Castagna", due appuntamenti di forte richiamo turistico. In tali occasioni, tanti ragazzi di allora, che oggi vivono lontano, si ritrovano per riscoprire le emozioni e le passioni giovanili, che hanno accompagnato e rafforzato i sentimenti e le scelte della loro vita.
Atti del convegno. Arte, cultura e tradizione pastorale. Dall'intaglio del legno alla ritualità giornaliera. Un approccio demo-etno-antropologico dall'antichità ad oggi
Libro: Libro rilegato
editore: Adafor
anno edizione: 2023
pagine: 136
Gli atti del convegno affrontano il tema del nomadismo pastorale, che è stato il filo conduttore in quanto fin in dai tempi antichi il nomadismo è stata l’unica forma possibile di adattamento dell’uomo a condizioni ambientali e climatiche ingrate, quali quelle che caratterizzano l’estesissima fascia di territorio compresa tra l’Europa orientale e la Mongolia: steppe, semideserti e altipiani aridi. Si e voluto trattare nello specifico tale argomento perché rappresenta un fenomeno sui generis anche sul piano archeologico. Nella sua forma più genuina non conosce forme insediative permanenti e le sue testimonianze materiali sono costituite quasi esclusivamente dai kurgan, i tumuli funerari di pietre o terra che, dalla Pannonia alla Mongolia, punteggiano le steppe dell’Eurasia.
Cicerone al Sud
Felice De Martino, Felice Pastore
Libro: Libro in brossura
editore: Adafor
anno edizione: 2023
pagine: 274
Marco Tullio Cicerone è costretto a fuggire da Roma a seguito dell’approvazione della "Lex Clodia de capite civis Romani", fatta approvare dal Tribuno delle plebe, Publio Clodio Pulcro, suo acerrimo avversario politico. La legge, retroattiva, condannava all’esilio chiunque non avesse concesso la "provocatio ad populum". La ragione in verità era più profonda... e il tutto parte dalla "mansio" delle "Nares Lucanae" con una accorata lettera scritta da Cicerone al suo amico del cuore, Tito Pomponio Attico.